La nostra vendemmia antifragile

Vogliamo essere antifragili. E vogliamo farlo diversificando le produzioni, le risorse, le competenze, i talenti. Creando biodiversità.

Questo è il nostro obiettivo.

E questo ci insegna quest’annata in cui la vendemmia ci ha permesso di portarci a casa 1400 quintali di uva raccolti (l’anno scorso erano stati 1800).

Ogni annata è diversa e ogni anno impariamo.

Forse abbiamo fatto degli errori? Certo.

Forse la produzione è stata per tutta la zona di maggiore qualità ma di quantità più modeste per via dell’andamento del clima e delle temperature? Può darsi.

Ma quello che sappiamo è di aver fatto un grande lavoro condiviso, di aver moltiplicato le occasioni e le produzioni, nonostante un 2020 tutt’altro che semplice, nonostante tutto l’imprevedibile.

Smettiamola di pensare di poter prevedere tutto.

Costruiamo invece esperienze ed organizzazioni che accolgano e accettino l’imprevisto facendolo diventare lo strumento per diventare più bravi, più efficaci in quello che facciamo.

È la natura, quel sistema in cui la ricchezza non è fatta solo del frutto che si raccoglie, ma del valore dell’incontro, di ciò che si impara facendo, di quanto fieno si mette in cascina. E del prossimo lavoro, a cui stiamo pensando già. Ovvero le olive, e ancora l’orto, i legumi, e tutto il resto che vi racconteremo a partire dai prossimi mesi.

“L’antifragilità denota la caratteristica di un sistema di cambiare e migliorare a fronte di fattori di stress esterni al fine non di proteggersi bensì di adattarsi. Un sistema antifragile abbraccia l’imprevisto, l’incertezza, ne assume positivamente il rischio.”

Ci auguriamo e vi auguriamo, allora, di essere come la nostra annata, come le persone che hanno lavorato con noi e a cui diciamo grazie, una per una.

Festeggiamo l’imprevedibile, l’antifragilità e la diversità.

Insomma, la vita.