“BRACCONIERI NELLA RETE” di Barbara Carazzolo Famiglia Cristiana aprile 2001
di gestionefaunaonlus
Nel 2001 la Lipu incominciò ad occuparsi delle vasche e delle Soglitelle. Vogliamo farvi leggere un bellissimo articolo di Barbara Carazzolo della rivista “Famiglia Cristiana” che ci offre il polso della situazione di quegli anni bui e tragici per gli uccelli migratori e per la legalità ambientale in generale, ma anche delle speranze che animavano coloro che si battevano per porre fine alla mattanza.
Grazie alla tenacia di tutti i protagonisti di questa storia siamo riusciti nel 2005 ad ottenere il sequestro delle vasche, nel 2006 a farle diventare riserva naturale, negli anni successivi a recintare l’area ed a realizzare i capanni e il centro visite, fino ad arrivare nel 2018 alla vera fruizione e valorizzazione del territorio grazie al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Campania, al cofinaziamento di Fondazione con il Sud ed al partenariato tra Ente Riserve Foce Volturno, Comune di Villa Literno, Lipu, IGF, Agrorinasce, Carabinieri Forestale.
“BRACCONIERI NELLA RETE” di Barbara Carazzolo Famiglia Cristiana aprile 2001
“La partenza è fissata per le due di notte, appuntamento alla stazione dei Carabinieri. Thermos di caffè, stivali di gomma, torce, mappa della zona e ordine di tenere le luci rigorosamente spente. Si va a caccia di bracconieri. Quelli con l’anima vigliacca del cecchino. Quelli che ogni primavera, a caccia chiusa, fanno la guerra a marzaiole, alzavole, codoni, e altre specie protette come i cavalieri d’Italia e i fenicotteri. E ci vanno con “cuor di leone”: ben nascosti dentro bunker di cemento armato incassati sottoterra davanti ai laghetti artificiali, talvolta affittati a caro prezzo (dai 7.000 ai 15.000 euro a stagione) da esponenti del clan dei Casalesi, la camorra dura, quella che gestisce con pugno di ferro l’intero territorio; quella che non si muove foglia che lei non voglia. Figurarsi se si muove gente armata.
Ci vanno con tutte le comodità i bracconieri cuor di leone: richiami elettromagnetici che imitano il verso degli uccelli da abbattere. Illegali naturalmente. Sagome finte o addirittura uccelli veri incatenati, per convincere gli animali a posarsi sull’acqua come comodi bersagli. Fucili privi di riduttore quindi in grado di sparare a ripetizione. Illegali anche questi.
Le auto civetta dei carabinieri si fermano dove comincia lo sterrato. Da qui in avanti si prosegue a piedi. Finalmente lo Stato ha deciso di reagire e sta partendo l’operazione Volo Libero pianificata dal Comando Carabinieri per la tutela dell’ambiente e coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Tutto è nato dalla segnalazione dei volontari LIPU. Nel giro di qualche notte verranno controllate a campione alcune delle 300 vasche della zona, ma soprattutto verranno controllati i puosti, cioè i bunker che servono da appostamenti venatori.
Sulla vasca, a pochi metri dal bunker, galleggiano le sagome dei richiami artificiali e nella luce dell’alba sembrano proprio animali veri. Dagli altoparlanti si diffonde nell’aria il verso registrato delle anatre. Nel cielo passa uno stormo con la tipica formazione a V, e c’è qualcosa di commovente nel volteggiare incerto degli animali, sicuramente ignari del dispiegamento di forze e di tecnologia che li aspetta al varco.
<<Scusate ma non capisco>>, dice un giovane carabiniere alla sua prima uscita. <<Che gusto c’è a sparare a bersagli praticamente immobili, attirati con l’inganno e attesi tranquillamente bevendo caffè?>>
<<Per me è una malattia!>> ha risposto uno dei bracconieri fermati nel corso della notte, una cinquantina d’anni, aria da uomo normale.
<<Lo so, sono in difetto. Ma agevolatemi, vedete di fare il possibile per non inguaiarmi>>. I guai invece arriveranno. Soprattutto per quei due che, alla vista dei carabinieri, hanno tentato di fuggire abbandonando i fucili, le cartucce e le carcasse dei volatili già uccisi. I reati contestati: caccia in periodo di chiusura, con mezzi non consentiti, praticata contro specie protette. Ma anche porto abusivo d’arma da fuoco e inosservanza in materia di custodia di armi.
Le anatre magari frollate si possono mangiare. Ma i cavalieri d’Italia, le cicogne, gli aironi cenerini e i falchi di palude? Tutti così belli e indigesti. C’è ancora qualcuno che trova grazioso arredare un angolo di casa con i corpi freddi e impagliati di questi animali così eleganti in vita e così finti tra la finestra e la vetrinetta del tinello. Ma non è un’abitudine da sottovalutare. Un esemplare di cavaliere d’Italia imbalsamato può costare oltre 200 euro ed è soprattutto uno status symbol da ostentare.
Che cosa accadrà quando l’operazione dei Carabinieri sarà conclusa? Cosa accadrà la prossima primavera quando ricomincerà la migrazione degli uccelli acquatici? Occorrerà che tutti gli anni lo Stato torni a fare i controlli, in modo che tra la gente si diffonda la consapevolezza che la legge esiste, che va rispettata, che questa non è terra di nessuno o, peggio ancora, di pochi. Una cosa è certa. Tutti i bunker sono abusivi e vanno confiscati e abbattuti, secondo la magistratura. Ma se queste zone tornassero ai cittadini e invece di abbattere i bunker questi fossero utilizzati per osservare, studiare e rispettare gli uccelli? <<Sarebbe un bel segnale di voglia di ripristinare la legalità>>, commentano gli stessi carabinieri presenti, e sono tutti giovani e ancora ricchi di ideali.”
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