Mobilità Sostenibile…è tempo di muoversi!
di gasmetherghe
In questo tempo di sosta obbligata, approfittiamone per riflettere e capire se possiamo cambiare qualcosa in materia di sostenibilità ambientale.
Il racconto di Bruno, uno dei nostri soci GAS, che in quanto a mobilità sostenibile ha fatto le sue scelte … in famiglia, infatti, condividono un’auto ibrida, uno scooter elettrico e due bici (di cui una a pedalata assistita!).
Da ragazzino, forse anche grazie a mio padre, mi appassionai al funzionamento del motore a scoppio: due tempi, quattro tempi, diesel, benzina, ecc.. Esistevano, e forse esistono ancora, minuscoli motori che venivano usati per il modellismo ed io mi incantavo davanti alle vetrine di certi negozi specializzati a guardare questi piccoli gioielli.
Anche se stregato dall’ingegneria motoristica, ho sempre approfondito temi che riguardano l’ambiente, l’inquinamento e l’impatto che le nostre attività hanno sul pianeta.
Proverò, allora, a condividere l’esperienza sinora fatta sul tema della mobilità sostenibile e, in particolare, sulla mobilità elettrica.
Una delle prime cose che ho riscontrato è che le realtà locali sono molto diverse le une dalle altre: ad esempio, le colonnine di ricarica per veicoli elettrici sono distribuite in maniera assai poco uniforme non solo nel nostro paese, ma anche in Europa.
Io, visto che mi muovevo molto in scooter, ho cominciato ad esplorare la possibilità di acquistarne uno elettrico. Il problema era trovarne uno che avesse batterie estraibili: non essendo sicuro di poter ricaricare nel garage, pensavo fosse utile avere la possibilità di ricaricarle a casa.
Da questo punto di vista la scelta è varia tra case costruttrici cinesi, tedesche, italiane, ecc.. Quasi sempre si tratta di ciclomotori equiparabili ai 50 cc. (i vecchi cinquantini) ma ci sono anche altre possibilità e molti di questi mezzi sono omologati per il trasporto di due persone.
I maxi-scooter (molto costosi, ma sofisticati) e le moto, invece, sono pochi: a mio avviso mancano ancora delle soluzioni intermedie. Si possono avere, però, incentivi ed un forte sconto se si ha la possibilità di rottamare e i prezzi dell’usato sono ancora molto convenienti.
Alla fine, ho acquistato uno scooter costruito in Italia ed equiparabile ad un 100 cc di cilindrata abilitato al trasposto di due persone.
L’autonomia massima dichiarata sfiora i cento chilometri, ma in condizioni normali e senza badare al risparmio se ne percorrono circa 60 (con batteria [al litio] carica fino al 90% per proteggerne l’usura). Si possono fare ricariche totali o parziali: proprio come facciamo con i telefonini.
Questi scooter sono divertenti da guidare; sono scattanti nonostante la velocità massima sia contenuta (il mio arriva a 70 km/h).
Con mia moglie abbiamo fatto un giro sul Vesuvio: in due si saliva con grande agilità anche sulle pendenze più impegnative (chi ci va in bici sa di cosa parlo!); in discesa il sistema recupera energia (ricarica le batterie) sia in decelerazione che in frenata.
Visto che si possono fare ricariche parziali, conviene farlo ogni volta che lo scooter non viene usato; per le percorrenze cittadine medie, caricando di notte, si può “usare la presa” anche una o due volte a settimana.
Riguardo le polizze assicurative, qualche problema c’è stato soprattutto in passato.
Questi mezzi hanno diritto ad una forte riduzione del premio ma molte compagnie non riconoscono tutti i modelli in commercio e/o non assicurano ancora scooter elettrici. Altre, invece, hanno dei costi improponibili.
Ci sono case costruttrici (e pochi concessionari) che hanno, però, fatto accordi con alcune compagnie assicurative per avere prezzi convenienti per i loro clienti.
Per quel che mi risulta ci sono almeno due compagnie che assicurano gli scooter con una riduzione del premio rispetto ad analoghi scooter a benzina.
Il punto è che motocicli e ciclomotori di questa categoria sono guidati da ragazzi e neopatentati, per questo i premi sono particolarmente alti (paradossalmente più alti o simili a quelli di grosse moto).
In ogni caso io, rispetto al precedente scooter tradizionale, pago quasi 200 euro in meno, risparmio sulla tassa di possesso (questi veicoli sono esenti dalla tassa di possesso per cinque anni), e mi costa molto meno di carburante.
Non voglio soffermarmi sulla differenza di costo per km fra uno scooter a benzina ed uno elettrico.
Vorrei solo precisare, però, che la resa energetica del motore elettrico è molto maggiore dei motori a benzina (il mio primo amore): se utilizzassimo un litro di benzina[1] per produrre elettricità ed usassimo questa elettricità per circolare con un veicolo elettrico, faremmo molti più chilometri di quelli che potremmo percorrere se usassimo lo stesso litro di benzina per alimentare un analogo mezzo di locomozione tradizionale.
Questo perché nei motori a scoppio parte dell’energia utilizzata deve essere “smaltita”: l’energia generata dalla combustione della benzina in parte si trasforma in movimento, ma in parte produce un calore che viene disperso nell’ambiente attraverso sistemi di raffreddamento (vi ricordate il radiatore, la ventola di raffreddamento, la pompa dell’acqua, ecc. studiati a scuola guida?).
Per non parlare dell’energia che i veicoli elettrici in parte recuperano in frenata (ricaricando così le batteri e aumentando l’autonomia del veicolo).
Un piccolo accenno, infine, lo farei alle biciclette a pedalata assistita.
In questo caso non è necessaria assicurazione, ormai hanno un’autonomia reale molto alta (70/80 km) e si ricaricano con facilità anche a casa. La velocità massima è di 25 km/h, ma la potenza del motore (potenze elevate sono un vantaggio per i percorsi in salita) varia a seconda del modello. Non sono legali quelle che hanno un acceleratore sul manubrio, ma solo quelle che richiedono necessariamente l’uso dei pedali.
Per chi, come noi, non abita in zone di pianura è necessario imparare l’uso del cambio per sfruttare appieno l’aiuto del motore elettrico (e non arrivare sudati in ufficio). Per mia moglie, per fortuna, ne ho trovata una (usata e a buon prezzo) con il cambio automatico!!
Naturalmente il discorso è aperto e molti sono gli ostacoli alla diffusione dei veicoli elettrici.
Ma a parte il costo e le oggettive difficoltà che in parte ho esposto, quelle che contano (e non poco) sono le nostre “resistenze” ad ogni tipo di cambiamento.
Forse solo il confronto, l’approfondimento e la curiosità possono contribuire ad aiutarci a cambiare modalità di vita sempre meno compatibili con la nostra salute e con quella del pianeta.
A questo proposito, vi suggerisco alcuni link sull’argomento:
[1] Fortunatamente in Italia la percentuale di fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica – oggi al 26% circa – è in costante aumento.
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