Rappresentazioni dei generi, dei ruoli dell’uomo e della donna e delle loro relazioni
di comunitasanfrancesco
Nell’ambito delle azioni di monitoraggio e valutazione di Via delle Donne, è stato somministrato un questionario self-report in due fasi: prima dell’avvio e al termine dei laboratori di progetto che hanno coinvolto studenti e studentesse.
L’indagine ha coinvolto due campioni distinti che, per convenzione e comodità di stesura e lettura dei risultati sono stati definiti PRE e POST. In altri termini, per quanto la popolazione di riferimento complessivamente considerata sia la stessa, ovvero gli studenti che hanno partecipato ai laboratori “A Scuola”, “Wen-do” e “Pratiche Filosofiche”, il campione di studenti e studentesse che ha compilato il questionario prima dell’avvio dei laboratori e il campione che lo ha compilato a conclusione dei laboratori sono indipendenti, ovvero diversi.
Alcune caratteristiche descrittive dei due campioni:
Il campione di studenti che ha compilato il questionario nella fase “Pre”, ovvero prima dell’avvio dei laboratori (che per convenzione da questo momento in poi sarà chiamato campione PRE), è composto da 590 soggetti. Il campione di studenti che ha compilato il questionario nella fase “Post”, ovvero al termine dei laboratori (che per convenzione da questo momento in poi sarà chiamato campione POST) è composto da 467 soggetti. Entrambi i campioni sono composti in prevalenza da donne: nel campione PRE le studentesse rappresentano il 71,9% e nel campione POST il 66,6%. L’età media di entrambi i campioni è di circa 14 anni.
Sono state condotte delle analisi che, per comodità espositiva, si possono definire comparative, ovvero volte a rilevare l’esistenza di differenze significative fra i punteggi medi dei due campioni rispetto alle variabili considerate nelle due indagini, nello specifico:
- Conoscenza del fenomeno della violenza contro le donne e significati attribuiti alle situazioni violente: che cosa sanno i giovani e le giovani del fenomeno della violenza contro le donne, delle strategie agite a livello locale e nazionale per contrastarlo, come si rappresentano gli uomini e le donne protagonisti dei purtroppo sempre più frequenti episodi di violenza, le circostanze in cui tali episodi si verificano, il vissuto delle vittime e degli autori delle violenze e, in generale, i significati che attribuiscono alle azioni e ai comportamenti violenti.
- Rappresentazioni dei generi, dei ruoli dell’uomo e della donna e delle loro relazioni: qual è il punto di vista dei ragazzi e delle ragazze sui ruoli dell’uomo e della donna nella famiglia e nella società, fino a che punto gli studenti e le studentesse rappresentano le relazioni fra uomini e donne in termini simmetrici o asimmetrici, come credono che i due generi siano visti all’interno del loro contesto sociale e fino a che punto aderiscono agli stereotipi e ai pregiudizi di genere così ancora largamente diffusi al giorno d’oggi e si relazionano alle discriminazioni contro le donne che spesso si verificano in vari ambiti della vita quotidiana.
- Rappresentazione di sé: come i giovani e le giovani partecipanti ai laboratori definiscono se stessi e i loro coetanei, qual è l’immagine di sé, gli auto-stereotipi.
I risultati più interessanti riguardano:
Conoscenza del fenomeno della violenza contro le donne e significati attribuiti alle situazioni violente
- Considerando la fase di somministrazione del questionario – Pre e Post – e il sesso dei rispondenti – maschi e femmine –prima della partecipazione ai laboratori, sia gli studenti che le studentesse aderiscono allo stereotipo dell’uomo violento come una persona portatrice di una qualche problematicità. Nel caso delle studentesse tale problematicità riguarda principalmente la relazione sentimentale; in altre parole sembra emergere l’idea per cui un uomo può essere violento per troppo amore. Gli studenti, invece, aderiscono allo stereotipo dell’uomo violento come colui che fa abuso di alcol o che non sa tenere sotto controllo la propria aggressività quando viene provocato. L’adesione a questi stereotipi perde di significatività nella fase successiva alla partecipazione ai laboratori: l’uomo violento può essere chiunque.
- Per quel che concerne gli stereotipi riguardanti le vittime di violenza, le ragioni per cui una donna vittima di violenza non chiede aiuto e le circostanze in cui la violenza contro le donne può essere giustificata non emergono differenze significative fra i due campioni ma fra i sotto-campioni maschi e femmine sia nella fase PRE che in quella POST di compilazione del questionario. In particolare, risultati evidenziano che gli studenti aderiscono agli stereotipi riguardanti le vittime di violenza in maniera più significativa e persistente di quanto non facciano le studentesse. Sebbene tale adesione sembra indebolirsi fra coloro che compilano il questionario al termine delle attività laboratoriali, persiste fra i giovani la tendenza ad aderire al luogo comune per cui la vittima di violenza è una donna debole, priva di risorse culturali, che ha subito violenza da bambina e che provoca la violenza/si merita la violenza. Inoltre, sia nella fase PRE che nella fase POST, gli studenti, a differenza delle loro compagne, ritengono giustificabile la violenza contro le donne al ricorrere di alcune circostanze: problematiche lavorative, in caso di gelosia, tradimento da parte della donna o quando ella si rivela incapace di essere una buona madre o compagna, in altre parole quando non soddisfa le aspettative connesse al suo ruolo di moglie, compagna e madre. Infine, secondo le studentesse le ragioni che inducono una donna vittima di violenza a non chiedere aiuto sono da rintracciarsi nelle relazioni con il partner violento o con i figli; al contrario, gli studenti sembrano condividere l’idea per cui la mancanza di risorse culturali, siano esse la scarsa cultura o la sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine, frenano le vittime di violenza e le inducono a non chiedere aiuto.
Rappresentazioni dei generi, dei ruoli dell’uomo e della donna e delle loro relazioni.
In generale, si evidenzia la tendenza degli studenti e delle studentesse che hanno compilato il questionario al termine delle attività laboratoriali a prendere un po’ di distanze dalle immagini stereotipiche delle donne e degli uomini circolanti nella società. In particolare si potrebbe cautamente affermare che gli studenti che hanno compilato il questionario al termine delle attività laboratoriali condividono un’immagine contro-stereotipica delle donne in maniera più significativa di quanto non facciano gli studenti del campione PRE complessivamente considerati; vieppiù, tale tendenza sembra consolidarsi nel sottocampione di studentesse: infatti, le studentesse che compongo il campione POST condividono un’immagine contro-stereotipica delle donne e attribuiscono agli uomini caratteristiche femminili in maniera più significativa di quanto non facciano le studentesse che compongono il campione PRE. Al contempo, gli studenti che compongono il campione PRE condividono, in media, un’immagine degli uomini più fedele allo stereotipo circolante nella società di quanto non facciano gli studenti che compongono il campione POST.
Simmetria-Asimmetria fra i ruoli
Per quel che concerne la percezione del livello di simmetria-asimmetria fra uomo e donna, appare significativo che il campione di studenti cui è stato somministrato il questionario ad attività laboratoriali concluse (POST) tenda a rifiutare le tradizionali attribuzioni di ruolo in maniera più marcata e significativa rispetto al campione di studenti che ha risposto al questionario prima dello svolgimento delle stesse attività (PRE). Emerge nel campione POST una visione maggiormente paritetica dei ruoli di genere, e, specificatamente, per ciò che concerne a) l’equa ripartizione degli impegni e delle responsabilità nella gestione della vita familiare, b) i contributi di entrambi al reddito familiare e alle attività domestiche, c) la condivisione delle decisioni che riguardano la famiglia. Inoltre, il campione POST riconosce maggiormente rispetto al campione PRE che la donna, al pari dell’uomo, possa ricoprire un ruolo di “potere”, quale è quello del capofamiglia, all’interno del nucleo familiare. Ad ogni modo, tale tendenza sembrerebbe riguardare soprattutto le studentesse: le giovani del campione POST sono maggiormente d’accordo con una visione paritetica e simmetrica tra i generi all’interno della famiglia per quel che concerne la condivisione delle decisioni, la pari contribuzione al reddito familiare e la compartecipazione alle attività domestiche. Inoltre, le stesse rispondenti del campione POST sembrerebbero essere più d’accordo a proposito del fatto che le donne possano ricoprire il ruolo di capofamiglia. Al contrario, non emergono differenze significative fra gli studenti che hanno compilato il questionario prima e dopo lo svolgimento dei laboratori;
Pregiudizio
In sintesi, il campione totale di studenti che ha risposto al questionario prima di prendere parte ai laboratori registra livelli di Sessimo, tanto Ostile – fondato su valutazioni apertamente negative del genere femminile – quanto Benevolo – fondato su valutazioni più propriamente paternalistiche ed edulcorate della donna come figura debole e bisognosa – più elevati dei compagni e delle compagne che hanno compilato il questionario al termine dei laboratori. I sottocampioni di studentesse confermano la tendenza del campione più generale: le studentesse del campione Pre aderiscono più significativamete di quelle del campione Post alle credenze sessiste, sia ostili e manifeste che subdole e paternalistiche. Le differenze tra i generi rimangono invariate: confrontando i sottocampioni di studenti e studentesse che hanno compilato il questionnario prima dei laboratori e i sottocampioni di studenti e studentesse che hanno compilato il questionario dopo, si evidenzia la tendenza dei maschi a nutrire pregiudizi maggiormente orientati in senso ostile più significativamente di quanto non facciano le loro compagne tanto nel sottocampione Pre che in quello Post.
Rappresentazione di sé.
Il risultato più interessante riguarda la tendenza delle studentesse che hanno compilato il questionario dopo aver preso parte ai laboratori, ad attribuire a se stesse tratti e caratteristiche stereotipicamente associate al proprio genere di appartenenza – si pensi all’autoattribuzione di aggettivi come “tenera”, ”sensibile ai bisogni degli altri” e “amichevole” – e, oltre a questi, e a differenza delle compagne del campione PRE, a delineare immagini di sé anche meno ancorate agli stereotipi della femminilità, riconoscendosi come “decise” e “forti”, ovvero auto-attribuendosi caratteristiche solitamente riferite alla mascolinità.
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