7 luglio 2021: intitolazione ad Anna Quintavalle di un viale nel comune di Triggiano, Bari.
di comunitasanfrancesco
Mercoledì 7 luglio, alle ore 17, si terrà la cerimonia di intitolazione ad Anna Quintavalle, promotrice dei diritti umani e civili, di un viale sito nel parco Borsellino a Triggiano in provincia di Bari.
L’evento conclude il laboratorio di equatoponomastica realizzato, nell’ambito del progetto, con i ragazzi e le ragazze delle classi terze dell’ITIS De Viti De Marco del plesso di Triggiano.
Alla cerimonia parteciperanno il sindaco Antonio Donatelli, l’Assessora alla parità di genere Annamaria Campobasso, il Dirigente scolastico Michelino Valente, la docente delle classi terze Filomena Montella e la coordinatrice Arianna Dibattista, le operatrici CAV Valeria Landi e Angelica Passaquindici.
Il laboratorio si è svolto attraverso fasi successive che hanno preso avvio con la Lettura di “storie di donne” che hanno lottato per superare le discriminazioni di genere, per affermare i lori diritti e realizzare i loro sogni, storie tratte dai volumi I e II di “Storie della buonanotte per bambine ribelli”. Sono state poi ricercate e condivise storie significative di donne per procedere con l’attività “Vi racconto una storia” durante la quale sono state raccontate le storie di “donne ribelle” come quelle di Rita Tagarelli, prima donna sindaca di Noicattaro, la tennista Flavia Pennetta, l’artista Franca Maranò: attraverso lo stimolo dell’identificazione nei personaggi della storia e a partire dai loro vissuti, è stata stimolata la consapevolezza su come l’identità di genere e le discriminazioni entrano in gioco nelle relazioni quotidiane. Nella fase successiva, il “Laboratorio di equatoponomastica” è stato scelto il nome di Anna Quintavalle, una donna barese non conosciuta sul territorio, da proporre all’amministrazione comunale di Triggiano al fine di intitolarle un luogo o uno spazio pubblico affinché la vita e le scelte di questa donna possono diventare un modello di valore e di differenza su cui riflettere e a cui attingere nell’opera complessa della costruzione dell’identità maschile e femminile di giovani uomini e donne. Il lavoro è proseguito in due gruppi: il primo ha lavorato sulla biografia di Anna Quintavalle, il secondo invece sulla lettera motivazionale da condividere con l’amministrazione.
Alla base della proposta di intitolazione del viale inoltrata alle istituzioni del territorio ci sono state diverse motivazioni, in primis la volontà dell’istituto scolastico di promuovere la parità di genere a partire dalla consapevolezza che la violenza contro le donne è un fenomeno ampio e diffuso. Nonostante le importanti conquiste, le discriminazioni nei confronti delle donne esistono ancora oggi, in forme sempre più sottili e articolate. Si tratta di violazioni dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali che si fondano, nella maggior parte dei casi, sulla discriminazione di genere. La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale, con origini culturali e frutto di relazioni storicamente diseguali tra il genere femminile e quello maschile e richiede interventi che, oltre a garantire la protezione delle donne vittime, siano strutturati al fine di coinvolgere varie categorie di persone, promuovendo il cambiamento del modello culturale dominante. Il progetto, in questo senso, ha condotto le e i partecipanti a riflettere sull’importanza di prevenire la violenza di genere anche tra le giovani generazioni. Inoltre il laboratorio ha promosso lo sviluppo di atteggiamenti positivi nei confronti delle relazioni al fine di respingere quei valori e quelle credenze che si basano su comportamenti violenti. Infine, il progetto, con i suoi diversi interventi, ha stimolato nei ragazzi e nelle ragazze la riflessione sul riconoscimento della presenza di stereotipi di genere nella vita quotidiana, indagando la percezione e la consapevolezza di ciò che si intende per violenza di genere. La scuola per prima può e deve fare i conti con l’effettiva rilevanza di stereotipi e pregiudizi nel vissuto degli studenti, supportandoli a coglierne l’origine sociale e culturale e fornendo, a tutti e tutte, gli strumenti per una reale uguaglianza delle opportunità: essere, uomini e donne, diversi, ma con pari accesso alle diverse opportunità.
Le motivazioni alla base della scelta del nome di Anna Quintavalle per l’intitolazione del viale sono state raccontate nella lettera dalle alunne e dagli alunni della scuola coinvolta nel progetto:
“Desideriamo spiegarvi perché abbiamo scelto ANNA QUINTAVALLE. Si tratta di una donna barese che ha partecipato ad un momento storico della vita della città di Bari, le rivolte del 1898, ma, in quanto donna, non è ricordata nei libri di storia. Noi crediamo che bisogna dare spazio anche alle figure femminili, così da estinguere questa realtà nella quale se una persona è una donna, e magari ha un qualsiasi difetto fisico o caratteriale, vuol dire che sia inferiore, che non meriti di essere ricordata, citata, presa come esempio.
Quando la si ricorda, si parla di Anna Loprieno, con il cognome da moglie e non di Anna Quintavalle, ovvero donna degna della sua identità femminile: noi vogliamo ricordarla come DONNA, e non come MOGLIE. Inoltre, si parla di lei come una donna “strega” perché aveva il viso butterato dal vaiolo: le donne scomode, nell’immaginario maschile, sono paragonate a streghe e quindi abbruttite.
È una donna che ha lottato per il pane, che ha lottato per il diritto alla vita, per sé e per la sua famiglia, una donna che ha messo in luce il suo senso civico, anche se donna, manifestando in piazza, non tacendo, portando avanti le sue idee e non avendo paura di nascondersi: quante volte le donne rimangono in silenzio perché a loro, in quanto donne, la parola è negata. Infine, desideriamo ricordarla perché è una donna dimenticata. Riteniamo che sia vergognoso che figure come Anna Quintavalle non si trovino mai in un libro di storia. Questo cosa dovrebbe significare? Che solo le figure maschili siano riconosciute per le loro imprese?
I libri di storia sono sempre scritti dagli uomini e questo non va bene perché è necessario portare alla luce queste figure femminili che possono spingere noi studenti a riflettere per scardinare l’idea che la storia sia solo degli uomini.
Concludendo, vogliamo sottolineare quanto anche una donna riesca a profumare di coraggio, nonostante le difficoltà, e quanto anche una donna a discapito di tutti coloro che la reputano inferiore, riesca a fare la differenza, ribellandosi e ignorando ogni insulto ricevuto, pensando al giusto per contrastare ciò che di sbagliato c’è stato, pensando a fare qualcosa che alla fine solo perché donna, solo perché afflitta da vaiolo, non le sarà riconosciuto più di tanto.
Con queste parole si vuole far capire che una donna o un uomo meritano entrambi gli stessi diritti, gli stessi trattamenti, che nessuno è superiore all’altro, nonostante qualsiasi pregio e difetto.
Questo progetto è utile e ha il compito di educarci per il futuro. Tutti i ragazzi dovrebbero seguire corsi di questo genere per sensibilizzare la gente e per ridurre il fenomeno della differenza di genere”.
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