Una firma…

I primi Contratti di lavoro

«Sette giorni su sette: il sabato e la domenica con gli amici, il resto della settimana al lavoro!»

«Mi hanno detto che ora ogni mese mi arriva lo stipendio!»

«Un’emozione fortissima quando ho scritto il mio nome…»


Una firma può significare tanto: è siglare un impegno in prima persona, sottoscrivere un accordo, essere riconosciuti come titolari di diritti e doveri. Con il progetto Utilità marginale Stefano, Gianmarco e Lucio hanno posto la loro firma su tre contratti di  lavoro,  i primi della loro vita: sono assunti come braccianti agricoli dalla Cooperativa Sociale Filodolio, partner della rete.

Ma se per chiunque siglare un contratto è sempre una tappa importante, le firme di questi ragazzi acquistano un sapore particolare per diversi motivi:

1. perché sanciscono a tutti gli effetti la partenza del progetto Utilità marginale, con tutto il giro di attività, iniziative e collaborazioni che questo prevede;

2. perché grazie alla loro opera alcune terre finora incolte nelle campagne leccesi sono  state recuperate e torneranno a produrre;

3. perché non era per nulla scontato che tre giovani in situazione di fragilità, terminato il loro percorso di studi nella scuola dell’obbligo, potessero esercitare il potere di firma che viene dalla loro maggiore età e farlo per poter accedere direttamente nel mondo del lavoro, dove fare l’esperienza di collaborare con i colleghi, sentirsi utili, realizzare qualcosa che rimane a vantaggio della collettività, muovere nuovi passi di integrazione verso la costruzione di una propria autonomia, in dialogo con la vita degli altri.

La marginalità che torna al centro, che rivela tutto il suo valore e le potenzialità nascoste non è quindi solo quella dei terreni scelti da tornare a coltivare, ma anche il futuro di questi tre giovani che hanno bisogno di un sostegno adeguato e di un’occasione per manifestare la ricchezza che possono costituire per il nostro mondo efficiente e distratto, povero di umanità.

 



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