Utilità marginale al MAXXI di ROMA

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I due rappresentanti di UM presenti al MAXX

Il progetto di agricoltura sociale di Fondazione Div.ergo onlus di Lecce presentato al MAXXI di Roma nella performance dell’artista Donpasta

I giovani agricoltori con disabilità del progetto “Utilità marginale” di Lecce sono stati protagonisti al MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, dove sono stati proposti e fatti degustare diversi dei prodotti coltivati sui terreni recuperati. Tra coloro che hanno gustato e apprezzato i micro-ortaggi in particolare, piantule commestibili di ortaggi (cavolo cappuccio, carota, basilico violetto, rucola, …) destinate alla cucina gourmet, la presidente del MAXXI e già ministro, Giovanna Melandri, e il video-performer Donpasta.

L’Evento

La data il 1° luglio. L’evento è stato uno spettacolo di linguaggi diversi, video, musica, teatro e cucina ideato e allestito dal performer Donpasta, una sorta di viaggio nella gastronomia e nella storia italiana per un recupero delle radici della cultura popolare che hanno reso il made in Italy un tesoro inestimabile.

La serata è stata organizzata e promossa da Fondazione con il Sud ed Enel cuore onlus per presentare i 9 progetti vincitori del bando “Terre colte”, ideato con l’intento di finanziare piccole realtà di agricoltura sociale locali in grado di recuperare terreni abbandonati del Sud Italia e rimetterli a produzione. A partire da questa opportunità la Fondazione Div.ergo di Lecce, che si occupa di inclusione di persone con disabilità intellettiva, ha dato vita al progetto “Utilità marginale” al fine di rimettere al centro e restituire valore a tante marginalità: quella di alcuni terreni incolti della periferia leccese, di varietà colturali come lo zafferano, fino al Seicento coltivazione tipica del Salento, e quella di un gruppo di giovani con fragilità intellettiva destinati ad essere esclusi dai normali circuiti del mondo del lavoro.

Il Progetto

Il progetto, è nato da meno di un anno e realizzato in collaborazione con l’Università di Bari, la CIA – Confederazione agricoltori italiani di Lecce, Agricoltura biologica Pezzuto – Zafferano del Salento, la cooperativa sociale Filodolio, l’Associazione di volontariato C.A.Sa. e Espéro, spin-off dell’Università del Salento. Esso ha riscosso da subito molti apprezzamenti e molta simpatia al punto da essere incluso all’interno della performance dell’artista Daniele De Michele, in arte Donpasta, per la celebrazione dell’iniziativa Terre colte, grazie al reportage fotografico realizzato dal filmaker Antonello Carbone, giunto a Lecce a riprendere i “lavori in corso”.

Innovazione e solidarietà in campo

Così ognuna di queste marginalità è parte di un sistema in cui diventa un fattore di promozione delle altre.
Questo oggi significa che 7 persone con disabilità intellettiva stanno svolgendo un percorso di formazione, che si compie con un tirocinio formativo. Dal loro percorso nascono i micro-ortaggi che finiscono nei piatti di alcuni dei ristoranti più raffinati di Lecce. Altre 3 persone hanno trovato occupazione in una cooperativa sociale che si è assunta il compito di sottrarre all’incuria e recuperare scampoli di terreni fertili nella fascia che cinge la città, coltivando legumi (una coltura povera e per questo capace di sfamare tutti), zafferano (tradizione antica e perduta del Salento, capace di condensare tanto lavoro in pochi grammi di oro), topinambur (pianta spontanea, quasi infestante, dalle notevoli proprietà salutistiche, segno delle risorse ancora nascoste nella diversità).

Infine a gruppi di volontari adolescenti è affidato il compito, attraverso corsi di avviamento al volontariato e iniziative specifiche, di raccontare e far riscoprire questo patrimonio di relazioni e le ricchezze naturalistiche, colturali e storiche del territorio circostante.

La scommessa per il Futuro

La scommessa per il futuro, pertanto, è di rendere tutto questo sostenibile. Siamo impegnati, infatti a dare una struttura tanto all’organizzazione del lavoro quanto alla rete di commercializzazione, coinvolgendo ristoranti di eccellenza e cittadini interessati ad acquistare prodotti solidali e a km 0, perché  benefici e pesi (economici e di lavoro, anzitutto) di questo modello siano equamente distribuiti e perciò sostenibili. Questo è possibile nella misura in cui la comunità intera si percepirà coinvolta e portatrice di interesse nei confronti di queste marginalità che sono sua parte integrante e sarà sempre più disposta ad entrare in questa rete di scambio. Sicuramente un modo per costruire di pari passo una rete commerciale ed una rete di solidarietà.

 

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