Il Club per l’UNESCO di Taranto insegna agli alunni di Massafra e Grottaglie il rischio idrogeologico
Continuano le attività educative del Progetto “UPPark!” nelle scuole di sei comuni jonici
Il rispetto della natura va insegnato fin da piccoli nelle scuole, spiegando agli alunni quanto sia importante non alterare il ciclo idrogeologico creato nei secoli dalla natura.
Si deve spiegare loro il rischio idrogeologico che l’uomo corre quando va a cambiare il flusso naturale dei corsi fluviali e quello delle acque piovane: smottamenti, inondazioni, frane, esondazioni di corsi d’acqua e alluvioni, tutti eventi calamitosi in grado di mettere in ginocchio una interra comunità in poche ore.
Anche di questo si sta occupando il Progetto triennale “UPPark! Strategie di rete per il Parco Terra delle Gravine”, sostenuto da Fondazione con il Sud nell’ambito del Bando Ambiente 2015.
Il progetto prevede una serie di “azioni” per valorizzare il Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”, rendendolo pienamente fruibile ai cittadini, nonché per la prevenzione e la riduzione dei rischi ambientali e la salvaguardia dell’integrità dei questo straordinario ecosistema, un autentico santuario della biodiversità.
Un’azione del Progetto “UPPark” è specificatamente “dedicata” alle strategie educative per la prevenzione del rischio idrogeologico, attività delle quali è responsabile il Club per l’UNESCO di Taranto e in cui sono coinvolti anche altri partner del progetto “UPPark!”.
Avviate l’anno scorso presso l’I.C. “Giovanni XXIII” di Martina Franca e il “Giovanni XXIII” di Palagiano, questo secondo anno di attività prevede il coinvolgimento dell’Istituto Comprensivo “Francesco Giacomo Pignatelli” di Grottaglie e dell’Istituto Comprensivo “Pascoli” di Massafra.
Ed è proprio da quest’ultimo Istituto che lo Studio Decsa, uno studio di divulgazione, educazione e comunicazione delle scienze ambientali, giovedì 1° febbraio ha avviato percorsi finalizzati al coinvolgimento attivo degli alunni al fine di far conoscere le caratteristiche e le potenzialità del territorio accrescendo la visibilità dello stesso.
Le attività, gestite in aula dal dottor Aldo Sorrentino e dalla dottoressa Angela Potenza, e coordinate dalla dottoressa Ines Donatelli, prevedono un approccio finalizzato all’avvicinamento del concetto di rischio idrogeologico.
Attraverso il “brain storming” e la compilazione di schede tematiche, in classe si giunge gradualmente ad affrontare il concetto di rischio ambientale e della sua definizione scientifica quale valore stimabile.
Mediante la costruzione di uno scenario didattico avvincente, i ragazzi si misurano poi in un gioco a squadre finalizzato alla comprensione dei fattori che determinano il rischio, senza trascurare, tuttavia, l’uso appropriato dei termini scientifici.
Infatti il percorso didattico, interamente realizzato seguendo una metodologia “costruttivista”, considera l’apprendimento come costruzione attiva della conoscenza da parte di ogni individuo permettendo così di spostare il focus tematico dal docente allo studente.
L’anno prossimo le attività coinvolgeranno istituti scolastici dio Castellaneta e Mottola; Carmen Galluzzo Motolese, presidente del Club per l’UNESCO di Taranto, auspica che queste attività possano essere sostenibili anche dopo la fine del progetto finanziato in quanto trattasi di attività importanti per lo sviluppo del territorio e per l’educazione dei giovani.
«Questi percorsi didattici prevedono – ha spiegato Carmen Galluzzo Motolese – anche l’insegnamento della cartografia, mini-percorsi sul rischio idrogeologico, buone pratiche per gestire il territorio e ridurne il rischio idrogeologico, il ruolo della vegetazione e dei corsi d’acqua, l’uso dell’ingegneria naturalistica negli interventi di difesa del suolo».5