Il Bosco Pantano di Policoro: La foresta amazzonica lucana

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La grande bellezza, la meravigliosa unicità del Bosco Pantano di Policoro, sono i protagonisti assoluti del documentario realizzato da Rvm broadcast per il progetto “L’ultima foresta incantata” che ha concluso il suo percorso giovedì 17 ottobre, regalando alla città di Policoro, 40 minuti di assoluta meraviglia.

Il documentario, proiettato nella serata conclusiva del progetto, ha raccontato le attività, le diverse fasi, le ricerche effettuate per raggiungere i diversi obiettivi che il Progetto dell’Ultima foresta incantata” si era posto, ripristinare l’ambiente boschivo e porre le basi per la sua salvaguardia, tutela e promozione.

Un progetto che ha visto la partecipazione di  Legambiente Montalbano Ente capofila, dell’ Organizzazione Aggregata WWF Costa Ionica Lucana, promotore del progetto, dell’ Università degli Studi della Basilicata, responsabile tecnico, del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Bioscienze e Biorisorse – Bari, della Provincia di Matera, dell’Associazione culturale “I Colori dell’Anima”, dell’ Associazione Protezione Civile Gruppo Lucano – Viggiano, Centro servizi impresa soc. coop e Centro Studi Appennino Lucano.

Si riparte quindi da qui, dall’Ultima Foresta incantata, che ha saputo ridare nuova linfa al Bosco Pantano di Policoro e ha dimostrato che lavorando in gruppo, ognuno per le sue professionalità, possono essere raggiunti risultati importanti che certamente ora non possono essere ignorati.

Questo infatti l’obiettivo della serata conclusiva del Progetto, finanziato dalla Fondazione con il Sud, che ha messo attorno ad un tavolo istituzioni e i partner del progetto per discutere di quanto fatto ma anche di quanto ancora è necessario fare. Con l’ottima conduzione di Antonello Lombardi, il dibattito, svoltosi nella centrale Piazza Eraclea di Policoro, tra istituzione ed i partner protagonisti del progetto, ha messo in evidenza la necessità di conservazione del prezioso biotopo e l’esigenza di conciliare i bisogni di conservazione con quelli di fruizione delle aree protette nell’ottica di sviluppare prospettive di turismo consapevole e rispettoso del territorio.

È stato infatti presentato dal Professor Francesco Ripullone, della Università della Basilicata, il lavoro realizzato di progettazione del giardino botanico che, assieme al ristrutturato museo provinciale, costituirà un elemento di fruibilità importante anche per i soggetti con disabilità, che potranno usufruire di un’area pensata per consentir loro di saggiare le caratteristiche del bosco igrofilo.

Un progetto dunque di elevata caratura come ha affermato anche Piero Marrese, Consigliere regionale della Basilicata. “Un bellissimo progetto – ha detto –  che ha visto la caparbietà delle associazioni in particolare Legambiente e Oasi Wwf che hanno saputo coinvolgere gli enti istituzionali come la Provincia da me rappresentata fino a pochi mesi fa. È necessario puntare sulla bellezza di queste risorse e questo progetto ha avuto il merito di fare da apripista perché, le riserve vanno tutelate e bisogna che le istituzioni investano per garantire la salvaguardia di questi posti così importanti per il nostro territorio.”

Concorde anche il vice sindaco di Policoro, Massimiliano Padula.

“Il Bosco Pantano è una priorità per quanto grande sia il suo valore. Sono infatti, tanti i progetti sulla tutela del bosco. Un grande progetto per esempio è quello che vedrà indirizzare le acque fluviali verso il bosco per garantirne la sopravvivenza. Le amministrazioni, tutte, devono stare accanto a questo tipo di progetti, perché l’obiettivo di tutela diventa prioritario.”

Interessante inoltre il pensiero di Davide Rampello, ospite speciale della serata che dall’alto della sua esperienza di past president Triennale di Milano, docente universitario, direttore creativo della Rampello & Partners e ideatore e curatore della rubrica “Paesi e Paesaggi” di Striscia la Notizia, che  ha evidenziato l’importanza delle risorse umane nel grande lavoro di tutela e valorizzazione del Bosco Pantano, luogo che aveva già conosciuto e a cui aveva dedicato una puntata della sua rubrica.

 

“Il bosco – ha detto –  esiste da sé, ma se non c’è chi lo studia nel suo profondo, nella sua essenza, è come se non esistesse. Le cose esistono se sono conosciute. Il primo incontro che ho voluto fare infatti è stato quello con le persone che questo posto lo valorizzano grazie alla passione, all’amore e alla dedizione che gli riservano. È solo grazie al loro che ho potuto comprendere l’importanza di questo luogo meraviglioso che va valorizzato e tutelato. Il turista deve rispettare il luogo che visita e questo non sempre purtroppo avviene. La parola turismo nasce dai famosi grand tour che gli aristocratici e i borghesi compivano nei loro percorsi di formazione, quindi il viaggio era soprattutto conoscenza e quindi crescita personale, oggi invece il turismo ha preso una connotazione molto superficiale, molto passiva, per questo mi piace dire nella mia rubrica, di venire come ospite e non come turista, perché l’ospitalità implica relazione, conoscenza e rispetto. Ho dei progetti per questo territorio, – ha concluso Rampello – perché mi sento in relazione con questo luogo perché chi lo abita mi ha saputo tramettere quelle emozioni quella passione necessaria per valorizzarlo”.

Al termine del dibattito è stato proiettato il video “La vita sul tronco” frutto del monitoraggio faunistico effettuato in questi anni che ha raccontato il trascorrere del tempo, attraverso la presenza degli abitanti del bosco, che “convivono” su questo tronco di pioppo. 4 anni, raccontati in 40 minuti che ovviamente non bastano per dire Grazie a tutti coloro che hanno preso parte attivamente al progetto con gesti ed azioni concrete di volontariato per l’ambiente.

L’Ultima foresta incantata ha quindi dato un primo passo in quel sentiero che adesso non può e non deve rimanere nascosto.

4 anni, raccontati in 40 minuti che ovviamente non bastano per dire Grazie a tutti coloro che hanno preso parte attivamente al progetto con gesti ed azioni concrete di volontariato per l’ambiente.

L’Ultima foresta incantata ha quindi dato un primo passo in quel sentiero che adesso non può e non deve rimanere nascosto.

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