Anche Pozzuoli ha uno sportello dei diritti di Antigone
di associazioneantigone
La Casa Circondariale di Pozzuoli ospitava a fine agosto 2019 163 persone detenute, a fronte di una capienza regolamentare di 109 posti. Le straniere erano 37 (poco meno del 25%). Il tasso di affollamento era dunque del 166%.
Tra settembre 2018 e gennaio 2019 sono state svolte diverse riunioni con i volontari di Antigone Campaniaper creare un gruppo che si recasse in carcere con cadenza regolare per rispondere a domande e dubbi delle donne detenute a Pozzuoli. Sono stati attivati dei contatti con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli e con l’Amministrazione Penitenziaria. La Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli, si distingue per un importante vuoto lavorativo, associativo e formativo: da cui l’importanza di un nostro intervento.
Abbiamo dunque firmato una convenzione con il PRAP, con la Casa Circondariale e con il
Dipartimento di Giurisprudenza (e in particolare con il dottorato in “Diritti umani. Teoria, storia e prassi”).
Abbiamo effettuato diversi incontri di formazione, di presenza e a distanza, con i responsabili di altri e più sperimentati sportelli di Antigone, incontri che hanno preceduto gli ingressi in istituto. Attualmente il gruppo di volontari dello sportello è costituito da 14 persone: avvocati, psicologi, praticanti avvocati. Settimanalmente i volontari entrano in carcere a gruppi di 4. Ad oggi sono state incontrate all’incirca 160 persone detenute, per un numero di colloqui di gran lunga superiore. Ogni sabato vengono incontrate all’incirca 10 persone. Queste presentano un’apposita richiesta (la cosiddetta “domandina”) e la volta successiva pongono i propri interrogativi ai volontari di Antigone.
Al fine di nutrire e rinnovare il gruppo di persone coinvolte nel progetto dello sportello abbiamo organizzato, all’interno dell’Università Federico II, una formazione rivolta agli studenti di giurisprudenza, che hanno partecipato a un ciclo di 6 incontri formativi e che dall’anno prossimo entreranno in carcere, affiancando gli attuali volontari dello sportello. Le problematiche più frequenti e rilevanti su cui lo sportello è stato sollecitato sono quelle sanitarie: da quelle ortopediche a quelle oncologiche (incidenti sul lavoro e conseguente necessità di farsi riconoscere l’invalidità; perdita di un bambino; tumori vari). Per rispondere alle richieste lo sportello segnala e sollecita al direttore dell’istituto, al direttore sanitario e al Garante regionale dei diritti dei detenuti. Tra le principali problematiche di tipo sanitario vi è senz’altro quella del disagio psichiatrico, che la presenza di figure con formazione psicologica aiuta a interpretare meglio.
Lo sportello effettua poi una sorta di attività di mediazione linguistica e culturale. In molti casi è stato sollecitato rispetto alla traduzione di atti (sentenze, avviso di conclusione delle indagini, etc.) di cui le persone detenute straniere non padroneggiavano nemmeno gli elementi più essenziali; talvolta si sono date delle risposte che hanno consentito alle richiedenti di situarsi cronologicamente all’interno del processo, di cui avevano una coscienza molto scarsa.
Sono stati poi predisposti alcuni modelli (come l’istanza per l’accesso agli arresti domiciliari per la fase finale della pena) che le donne detenute hanno potuto compilare e presentare al Magistrato di Sorveglianza. In effetti, prive di risorse materiali, spesso le persone in questione sono prive anche di una difesa sostanziale; gli avvocati difensori, ritenendo prestazioni non remunerate quelle che vengono loro richieste, latitano: uno dei
compiti dello sportello consiste per l’appunto nel sollecitarli. Altra questione è quella dei rapporti con i familiari, con cui si cercano di fluidificare i rapporti. Sono poi state portate avanti delle pratiche di assistenza fiscale, con l’aiuto di un CAF esterno (ad esempio per la richiesta di prestazioni familiari).
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