Rifiuti di ogni tipo: ecco cos’abbiamo trovato nella spiaggia di Macconi
di associazioneitetticolorationlus
La storica campagna “Spiagge e fondali puliti” di Legambiente si è svolta per la prima volta sulla spiaggia di Marina di Acate, conosciuta anche come Macconi, uno dei bellissimi litorali iblei tristemente noto anche per la presenza di quantità di plastica e di rifiuti provenienti dalle attività serricole limitrofe.
L’attività si è svolta in collaborazione con i tutor ambientali del progetto Trasformare la Fascia Trasformata, con i ragazzi impegnati in attività promosse dal Presidio Caritas e con la partecipazione di Oipa, WWF, Farde Verde.
Presenti anche il sindaco di Acate e alcuni amministratori, un rappresentante della Capitaneria di Porto, il responsabile della Riserva naturale Biviere di Gela, Emilio Giudice, e il presidente del Distretto orticolo del Sud-Est, Antonio Cassarino, che ha portato alcune arnie tenendo una breve lezione ai ragazzi su come si smaltiscono.
Non solo raccolta di rifiuti. Quella che viene fuori è la fotografia dell’emergenza rifiuti abbandonati sulle spiagge grazie all’indagine Beach Litter, una delle più grandi campagne di citizen science basata su un protocollo ufficiale di campionamento e catalogazione dei rifiuti applicato su tutte le spiagge investigate dagli 834 volontari dei Circoli locali di Legambiente che in tutta Italia hanno partecipato all’iniziativa.
Questi i dati del monitoraggio, dove si evince che, a Marina di Acate, la plastica la fa da padrona con circa il 90% sul totale raccolto, con la differenza, rispetto alle altre località monitorate, che una gran quantità di rifiuti è proveniente dalle attività serricole e in parte dalla pesca.
E così in 100m di spiaggia sono stati ritrovati 75 pezzi di manichetta per l’irrigazione, 25 pezzi di teli di plastica di copertura per le serre, 7 clips e fili di nylon per legare le piante, 3 cassette di plastica e 4 flaconi di fitofarmaci. Sono stati ritrovati anche 10 pezzi di reti da pesca, 3 scatole di polistirolo per la pesca, 5 cime e corde. Ancora oltre 100 pezzi di plastica tra 2,5 e 50 cm, 24 pezzi di plastica di lunghezza superiore a 50 cm e 29 pezzi di polistirolo. E poi ancora altra plastica. Sempre nel tratto di spiaggia monitorata, 22 bicchieri, 4 posate, 12 cannucce, 20 tappi, 13 shoppers, 25 flaconi di plastica. Il restante 10% di rifiuti è suddiviso tra alluminio, vetro, carta e altri materiali. Sempre nei 100m di spiaggia sono state contate ben 32 lattine e 79 bottiglie di vetro.
Dai dati nazionali, la plastica si attesta essere, ancora una volta, il materiale più comune ritrovato, ben l’84% degli oggetti rinvenuti (37.604 sui 44.882 totali), seguita da 2.004 oggetti di metallo (4,5%), 1.920 di carta/cartone (4,3%) e 1.566 di vetro/ceramiche (3,5%). Inoltre, ben il 46% di tutti i rifiuti monitorati nell’indagine, riguarda i prodotti usa e getta, alcuni dei quali al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso.
Cosi Alessia Gambuzza – Presidente di Legambiente Scicli kiafura e responsabile dell’area ambientale di TFT: “Per Legambiente e per il progetto TFT si è trattato di un’edizione di “Spiagge e fondali puliti” particolarmente importante. Il monitoraggio si è svolto infatti insieme ai figli dei braccianti che lavorano nelle serre, i quali hanno partecipato sia alla raccolta che alla conta dei rifiuti. E’ determinante che anche questi ragazzi si rendano conto che la mancata gestione dei materiali impiegati in agricoltura e nella pesca fa si che questi finiscano immediatamente nell’ambiente ed in spiaggia a rovinare l’ecosistema e ad inquinare irreversibilmente i mari.
Il 2022 si è aperto con il recepimento in Italia della direttiva europea SUP (Single Use Plastics) ed è stata approvata finalmente la Legge Salvamare che permette ai pescatori di liberare il mare dai rifiuti. Risultati su cui ci siamo impegnati molto e che rappresentano senza dubbio un segnale positivo, in risposta al grido d’aiuto che lanciano le nostre spiagge anche con il monitoraggio di quest’anno.
Nei nostri territori, i rifiuti da attività agricole e l’usa e getta in plastica, come confermato dall’indagine Beach Litter 2022, restano tra le principali cause di inquinamento in mare e minaccia per l’ecosistema marino. L’impegno deve essere ora quello di proseguire lavorando sulla sensibilizzazione delle persone e delle aziende, sulla gestione e il riciclo dei rifiuti da attività produttive, altrimenti la sola messa al bando delle plastiche monouso non sarà sufficiente”.
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