NEWS DALLE ATTIVITÀ DI FOTOTRAPPOLAGGIO: AVVISTATO ESEMPLARE DI CAPRIOLO!

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Foto di repertorio. Fonte Di Kristjan Teär – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11631189

Nel mese di febbraio scorso una delle fototrappole del progetto “Sve(g)liamo la Dormiente” installate nel parco Taburno-Camposauro ha restituito, con sorpresa, un eccezionale filmato di capriolo (Capreolus caproleus italicus).

Il video risale a novembre 2019 e riprende l’ungulato con la tipica colorazione grigiastra del mantello invernale. L’esemplare appare incuriosito dagli attrattivi odorosi utilizzati dai ricercatori ma anche diffidente dalla installazione dell’apparecchiatura. Tanto diffidente da decidere di non mostrarsi interamente nel campo ottico. Anche se il video è brevissimo ha una notevole rilevanza, perché documenta con certezza la presenza di questo cervide nel Taburno-Camposauro.

È stata per i partner del progetto una bellissima scoperta, recentemente confermata da altri avvistamenti. Ma da dove arrivano i caprioli del Taburno-Camposauro? I teriologi del progetto interpretano queste presenze come una colonizzazione originata dalle popolazioni di capriolo reintrodotte nel 2008 nel vicino parco regionale del Matese. Ciò confermerebbe il pieno successo della reintroduzione, che ha costituito una popolazione in grado di colonizzare aree esterne al parco, ma anche la buona qualità ambientale del Taburno-Camposauro.

Le reintroduzioni di cervo e capriolo sono tra le azioni di ripristino ecosistemico di maggior successo e sono state attuate in diverse aree protette nazionali e regionali nel corso degli ultimi venti anni. Tutte le reintroduzioni recenti nell’Appennino Meridionale sono state eseguite rilasciando esemplari fondatori provenienti dalla Toscana e da aree in cui è ancora presente la sottospecie autoctona peninsulare (Capreolus capreolus italicus). Non stupisce che, a distanza di 12 anni dai rilasci sul Matese, la popolazione di capriolo si sia non solo consolidata ma espansa verso le aree esterne raggiungendo il parco del Taburno-Camposauro. La matrice agricola tra le due aree montuose è caratterizzata da ampi spazi naturali e ciò ha senz’altro favorito la colonizzazione.

La conferma che la registrazione di questo inverno non è stato un evento isolato viene da una osservazione diretta di un giovane maschio di 1-2 anni, che un abitante di Bucciano ha fatto in questi giorni in prossimità del santuario.

Lo studio di fototrappolaggio purtroppo è stato bloccato dall’emergenza COVID-19, come le altre azioni del progetto ma a breve riprenderanno e avremo nuove e più dettagliate informazioni su questo e altri splendidi animali che popolano l’area. Sarà necessario però un forte impegno dell’Ente Parco, sia per salvaguardare i caprioli da bracconieri senza scrupoli che finora hanno rivolto l’attenzione ai cinghiali, sia per valorizzare questo straordinario tassello di biodiversità che arricchisce la Natura e l’ecosistema del parco.

GUARDA IL VIDEO!

Foto in copertina: Fonte Di Kristjan Teär – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11631189

 

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