Xiao Yan, a Trani le Rondini che vòlano con i bambini
di luigialfonso
È iniziata il 6 giugno 1997 l’avventura di alcuni giovani cresciuti nel volontariato e nell’azione cattolica che, facendo della propria vocazione una missione sociale e lavorativa, hanno pensato di dare vita all’associazione Xiao Yan, a Trani. Una scelta consapevole, quella di far parte della grande famiglia del Terzo settore e dedicarsi all’altro, a chi è più fragile e, nello specifico, ai più piccoli. Immaginando, semmai, di diventare una rondine e annunciare alla propria città che qualcosa di bello sta per accadere: una nuova società, quella delle rondini, sta per arrivare.
Il nome. Perché la scelta di questa denominazione? Nei giorni in cui i fondatori dovevano decidere il nome dell’Associazione (che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi “Le Rondini”), fu pubblicata la storia di una bambina cinese che giocava con il nonno e faceva volare gli aquiloni sulle rive del Fiume Giallo. Il suo nome era Xiao Yan, che significa “Rondine che ride”. A quel punto i soci capirono che si era chiuso un cerchio e che si sarebbero occupati di bambini, attraverso la magia del gioco.
Un po’ di storia. Venticinque anni fa l’associazione decise di curare le ferite e ricucire storie, di trasformare gli operatori in ri-animatori di spazi urbani che generassero nuova socialità, trasformando piazze, strade e luoghi abbandonati in luoghi di socializzazione e condivisione. Le “rondini” pian piano si sono fatte strada: dove c’è una piazza con bambini che giocano, lì ci sono loro. A poco a poco, la città di Trani ha cominciato ad identificare i volontari della Xiao Yan come coloro che fanno giocare i bambini e le famiglie e che parlano di diritti dell’infanzia. Nel tempo sono arrivati i servizi: così, ciò che all’inizio poteva sembrare un’azione sporadica, ha cominciato ad assumere contorni più definiti. Il gioco si è trasformato in ascolto, vicinanza, conoscenza sociale del territorio, mappatura dei luoghi di aggregazione informali e del disagio sociale della città.
I fiori all’occhiello. Nel 2001, grazie alla Legge n. 285/97, è nato Gaia, un centro ludico nel centro storico della città, che ci permette di confrontarci con i minori disagiati di un quartiere che non aveva ancora trovato la sua vocazione turistica attuale. Il Parco Santa Geffa invece è l’esperienza di recupero socio-culturale di un prezioso ipogeo del IV secolo d.C. nell’agro di Trani, che versava in totale stato di abbandono e che oggi, dopo 23 anni di esperienze, rappresenta uno dei primi esempi di recupero sociale di bene culturale, diventato un laboratorio di sperimentazione di didattica attiva. Infine, come non citare il Centro Polivalente per i minori, pensato per dare sostegno didattico e ascolto pscicologico ai minori più fragili dell’ambito Trani-Bisceglie?
Oggi, dopo 25 anni, la squadra guidata dal presidente Daniele Ciliento si guarda alle spalle e vede volti e sguardi di bambini diventati genitori, che raccontano ai loro figli quando da piccoli conobbero l’Associazione ed ebbero modo di vivere momenti di gioia indimenticabili.
Articolo di Luigi Alfonso, con la collaborazione di Daniele Ciliento
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