Con Co.tu.le.vi. la legalità si pratica educando alle emozioni
di gilda sciortino
Si può spaziare lungo tutte le declinazioni possibili del concetto di legalità quando si parla della Co.tu.le.vi., associazione di volontariato il cui acronimo è la sintesi di un impegno che punta al rispetto dei diritti “Contro Tutte le Violenze”.
Una realtà che grazie all’energia della sua presidente, Camelia Aurora Ranno, ha ben presto spiccato il volo diventando un punto di riferimento per il territorio.
«Era una giornata come tutte le altre, quella del 15 novembre 2005. Stavo preparando il pranzo per la mia famiglia – racconta la stessa Ranno – quando il telefono cominciò a squillare. Non credevo che, da quel momento, la mia vita sarebbe cambiata. Una voce femminile, dall’altro capo del filo, mi comunicava la mia nomina come Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Trapani. Già dal lontano 1985, infatti, praticavo attivamente il volontariato con i Gruppi di Volontariato Vincenziano cittadini. Da quel momento è stato un crescendo, per esempio con le attività di formazione e informazione dei giovani alunni delle scuole del territorio sul tema delle Pari Opportunità, della non discriminazione e dell’attenzione verso i più deboli ed emarginati».
È nel 2007 che nasce l’idea di aprire un Centro Antiviolenza presso il Palazzo di Giustizia di Trapani per offrire un servizio di ascolto e supporto gratuito alla cittadinanza e a quanti si fossero rivolti all’associazione per casi di violenza o sopraffazioni di qualsiasi genere subite.
«I primi periodi non furono certo facili o incoraggianti – prosegue la presidente della Co.Tu.Le.Vi. -. In molti, infatti, credevano che il tentativo di un servizio di ascolto sarebbe naufragato da lì a pochi mesi. Tra le maglie delle tante perplessità, però, la Presidenza del Tribunale cittadino ha fortemente sostenuto la proposta, permettendo in tal modo l’apertura del servizio di ascolto sul finire dell’anno 2009. Da quel momento, il centro di ascolto, divenuto Centro Antiviolenza nove anni dopo, ha strutturato passo dopo passo una rete di ascolto capillare e diffusa, frutto dell’impegno e della passione di decine di volontari e del sostegno e della sensibilità delle autorità e istituzioni locali di settore».
In pochi anni, infatti, la Co.Tu.Le. Vi. ha potenziato e implementato le proprie attività di ascolto, arrivando ad aprire e gestire settanta sportelli tra le province di Trapani, Palermo, Agrigento, Messina, Catania, Enna e Caltanissetta. Senza contare i due nel Lazio e il servizio più strutturato del quale parlavamo all’inizio offerto dal Centro Antiviolenza di Trapani. Servizi che hanno permesso di raccogliere oltre quattrocento richieste di aiuto, nel tentativo di dar voce a chi, per troppo tempo, ha vissuto nell’indifferenza e nel silenzio e di donare una speranza a quanti, come spesso accade, non ne hanno mai avute.
Maggio diventa, quindi, il mese ideale per ricordare e commemorare le madri vittime delle mani dei carnefici di turno. “W la Mamma” il tema del ciclo di iniziative che serviranno a condividere storie e testimonianze di sopraffazione, ma anche di riscatto e fiducia verso il futuro.
Un percorso a tappe, lungo il quale le tante attività che si stanno realizzando sempre di più in presenza prevedono una ripartenza anche con la “Giornata della Legalità 2022″, in programma il 9 maggio. “La lotta alle mafie e il valore della scelta” il tema dell’evento che si terrà a partire dalle 9 nell’’Aula Magna del Polo universitario di Trapani. Sarà una mattinata durante la quale si svilupperanno delle analisi che avranno come oggetto la lotta alla mafie e il sacrificio delle vittime della criminalità organizzata. Saranno presenti alcune rappresentanze scolastiche del territorio, del già Consigliere della Corte Suprema di Cassazione, Renato Grillo, del Questore di Trapani, Salvatore La Rosa, del già Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, insieme a rappresentati del Tribunale e della Procura della Repubblica di Trapani, come anche del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, al fine di strutturare, attraverso le testimonianze e le storie dei partecipanti, un momento formativo e di incontro con le giovani generazioni per fornire loro il dono della consapevolezza circa le sfide e i valori da custodire come cittadini di domani.
Importante occasione di confronto anche con le scuole della provincia di Trapani dove la Co.Tu.Le.Vi. è presente con “Educare all’intelligenza emotiva“, progetto che sottolinea come la formazione del sé sia fondamentale sia per una equilibrata intelligenza emotiva sia per la costruzione di una piena e consapevole coscienza civica. Consapevoli che, per prevenire il disagio, il malessere e il disadattamento, occorre costruire autonomia, autostima, motivazione, senso di appartenenza e condotte cooperative; ma, per decostruire quei paradossi culturali su cui si regge il fenomeno mafioso e corruttivo, occorre strutturare e interiorizzare quei valori costituzionali che sottendono lo sviluppo della coscienza civica. Le attività del progetto sono state condotte anche cercando di fornire agli alunni e al personale scolastico utili strumenti per la prevenzione e il contrasto di fenomeni violenti e di sopraffazione quali il bullismo, il cyberbullismo e le nuove dipendenze digitali.
«Oggi, guardando indietro a partire da quando abbiamo cominciato questa avventura – conclude Camelia Aurora Ranno – , spesso rifletto su quanti hanno avuto il coraggio e la forza di chiedere aiuto e sui tanti che, per diverse ragioni, non hanno potuto farlo. Dietro a ogni violenza identificata, infatti, tante e molteplici sono quelle nascoste e celate in un velo di forzata normalità: per questo motivo, grazie ai tantissimi volontari che prestano la loro missione all’interno della nostra rete, cerchiamo ogni anno di raggiungere anche le periferie e le comunità più lontane, affinché nessun essere umano sia lasciato solo. I nostri centri di ascolto e i nostri operatori, pertanto, in questi anni non hanno voluto rappresentare soltanto un presidio di prevenzione e protezione, ma hanno cercato di offrire – anche nei periodi più difficili – un barlume di fiducia e di speranza; la fiducia nel domani e la speranza che abbiamo il dovere di restituire e tenere viva e a cui io, da quel 15 novembre 2005, non ho mai smesso di credere».
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