Banco Alimentare in Calabria, la solidarietà dal cibo alla comunità
di lucacereda
Nato nel 1996 in Calabria, il Banco Alimentare, poco dopo la creazione del Banco nazionale, «La pandemia ha acuito le forme di povertà alimentare di una delle regioni più povere a livello nazionale. Ma questo periodo di pandemia ha anche consentito di aumentare e di creare delle collaborazioni come quelle con le Caritas parrocchiali per chi è in povertà, e ampliare la rete della solidarietà nella nostra regine», spiega Giovanni Romeo, direttore generale dell’associazione Banco Alimentare della Calabria.
Ad oggi sono 600 associazioni di volontariato territoriali accreditate al Banco in Calabria, mentre la rete coinvolge 130mila persone servite dai progetti di spesa a domicilio o dalle mense della carità. Un esempio: «A Montalto Uffugo, a pochi chilometri di Cosenza, abbiamo posto la sede in un mercato ortofrutticolo che era in via di smobilitazione. L’abbiamo resa insieme ai cittadini un’area di aggregazione sociale e solidale con il cibo al centro: contrastando, come un fronte unito, le povertà alimentari esistenti del territorio, e di quelle che la pandemia ha creato inaspettatamente per alcune persone e famiglie. Anche con consegne a domicilio, coinvolgendo anche la Croce rossa».
Il cibo – anche nella visione della Laudato sì di papa Francesco – è centrale per una rivoluzione culturale che secondo il Banco sta avvenendo in Calabria: «Le povertà alimentari che prendiamo in carico – spiega Romeo – ci stanno insegnando che soprattutto in un momento di necessità, quelli che si consideravano scarti, sono un valore. E il cibo è l’inizio di un percorso umano e cultuale che prende le forme della solidarietà, dell’attenzione all’altro. Quella che ha portato anche i comuni e la regione Calabria a consultarsi con noi per poi emettere un decreto che agevola il supporto alla popolazione in povertà alimentare».
Anche il mondo delle piccole e medie imprese, dei supermercati della logica in Calabria sta facendo rete grazie alla spinta del Banco per evitare gli scarti nei rispettivi settori e filiere, ma anche sostenendo le iniziative del Banco Alimentare.
Il Banco convolve in questo cambio di paradigma culturale anche le scuole: «Sono 45 in tutte le province per oltre 36.000 ragazzi quelle che hanno partecipato, dalla scuola dell’infanzia agli istituti secondari di secondo grado», spiega Giovanni Romeo, direttore generale dell’associazione Banco Alimentare della Calabria: «Il risultato di maggior valore che abbiamo registrato, che ci ha realmente stupiti e ci ha dato una boccata d’ottimismo è stato l’entusiasmo con il quale i nostri ragazzi hanno accolto il messaggio di solidarietà che il Banco Alimentare e vuole trasmettere. Uno degli aneddoti che mi è rimasto maggiormente impresso – ricorda Romeo – è il piccolo Cesare, della scuola dell’infanzia di Montalto Uffugo che ha proposto ai suoi compagni di donare la propria merenda ai bambini più bisognosi. È stato un gesto che ci ha davvero colpiti e che ci ha fatto capire che siamo sulla giusta strada verso il cambiamento. I bambini hanno voglia di conoscere e fare esperienza di ciò che in questi ultimi due anni gli è stato sottratto. Il contatto con gli altri fa si che ci sia la voglia di fare del bene come gesto naturale», conclude Romeo.
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