Petite Grand Etoile, quando a rispondere al bisogno ci pensa l’arte
di gilda sciortino
Le fragilità? Possono essere accolte e sostenute attraverso le tante espressioni dell’arte. Non un’ipotesi ma una sperimentazione sul campo, come quella che appartiene all’associazione “Petite Grand Etoile” che dal 2003, cioè da quando è stata costituita, è un punto di riferimento per le comunità di Rose, Montalto Uffugo e Castiglione, nella provincia di Cosenza.
«Siamo nati per portare avanti attività culturali incentrate soprattutto sulla danza», afferma la presidente, Rita Pellegrino, «ma nel tempo abbiamo cominciato a utilizzare tutte le tecniche artistiche come quelle della musicoterapia, della scrittura creativa, dell’arte visiva e, ovviamente, della danzaterapia per scopi sociali ed educativi. Abbiamo, per esempio, portato avanti molti progetti negli istituti penitenziari per minorenni di Catanzaro e di Reggio Calabria e con i bambini disabili. In questo ultimo caso, attraverso un progetto con il Dipartimento Pari Opportunità tra i Comuni di San Pietro in Guarano, Rose e Castiglione Cosentino, in provincia di Cosenza. Il tutto, sempre utilizzando la socializzazione e l’educazione a scopo terapeutico».
Tra 10 e 20 i volontari che, appena viene varato un progetto, si rendono disponibili per portarli avanti e fare la differenza. Anche nel caso del progetto che ha trovato il sostegno di Fondazione Con il Sud.
«Questo progetto lo abbiamo dedicato al Comune di San Fili dove volevamo lavorare, ma non c’erano mai state occasioni», aggiunge Pellegrino. «Grazie a Fondazione abbiamo aperto uno sportello di ascolto soprattutto per le donne che subivano violenza. Abbiamo anche organizzato un corso gratuito di formazione il cui docente è stato il criminologo Sergio Caruso, che ha sempre preso in carico anche alcune delle persone che si rivolgono al nostro servizio. Un lavoro che ci ha dato tante soddisfazioni, ma soprattutto ci ha offerto l’opportunità di farci conoscere dall’amministrazione comunale che ci ha concesso i locali, promettendoci di sostenere il servizio quando il progetto con Fondazione si concluderà»
Grande da sempre l’attenzione nei confronti dei più giovani.
«Siamo tendenzialmente centrati sui bambini», dice ancora Rita Pellegrino, «ma, quando siamo arrivati a San Fili, ci hanno detto e abbiamo verificato noi stessi che per i più piccoli erano stati avviati diversi interventi, così abbiamo deciso di rivolgerci alla fascia di età compresa tra i 15 e i 25 anni. Abbiamo, quindi, organizzato un convegno sull’utilizzo dei social per capire quanto siano un’opportunità e quanto un pericolo per gli adolescenti. Ci hanno aiutato a riflettere sul tema esperti del mondo della scuola, criminologi, educatori, psicologi, mediatori familiari».
La cultura come arma di crescita e di affermazione della comunità.
«Senza dubbio», conclude la presidente di “Petite Grand Etoile”. «Abbiamo, infatti, organizzato una raccolta di libri e regalato al Comune di San Fili una casetta dei libri. In effetti, è stata la prima attività che abbiamo organizzato in questo territorio e che ci è servita per entrare in connessione con la comunità. Con la scusa di portare un libro, le persone venivano e si aprivano con noi. È anche vero che abbiamo reso tutto molto accogliente, una sorta di salottino dove ci si poteva fermare anche a prendere un tè, una cioccolata e fare quattro chiacchiere. Davanti alla casetta c’è anche una panchina rossa, collocata in occasione di un 25 novembre, che ha dato lo spunto per parlare anche di temi più importanti come quello della violenza. Una connessione che ha portato benefici a tutti, dall’utenza agli stessi operatori e volontari che ogni giorno imparano dall’incontro tra queste belle umanità».
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