Arcalabria, tutti sulla stessa “arca” solidale

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L’associazione Arcalabria è molto radicata a Cosenza, ma soprattutto nell’hinterland in particolare a Mendicino e Rende, dove sorge la sua base operativa. «Lo scopo principale che ha spinto alla costituzione dell’ente nel 2012 è quello di creare una realtà che dia supporto nelle attività quotidiane e di svago alle persone diversamente abili, agli immigrati, ai profughi, ai disagiati di qualsiasi natura», spiega il presidente Antonio Cardamone.

Grazie all’attività di decine di volontari che costituiscono l’associazione, Arcalabria dà vita ad alcuni progetti di assistenza alle fasce più deboli della popolazione. In particolare nell’ambito delle povertà alimentari «serviamo oltre 650 famiglie di circa 40 comuni. A supporto di questo progetto abbiamo creato anche diversi orti sociali coinvolgono ogni anno circa 20 famiglie che si dedicano giornalmente alla coltivazione sui terreni di pertinenza della nostra associazione. Inoltre a Rende abbiamo una mensa sociale, rivolta a persone senza fissa dimora e a persone svantaggiate economicamente», aggiunge Cardamone. In collaborazione con l’Associazione Niki Aprile Gatti Arcalabria distribuisce giocattoli durante il periodo natalizio ai bambini delle case famiglia, presso il reparto di pediatria dell’ Ospedale dell’Annunziata di Cosenza, e alle famiglie bisognose assistite dal Comune di Rende.

Inoltre questa realtà associativa calabrese punto s far avvicinare per persone al mondo della terra e della natura: «Avvicinarsi alle attività della terra e al mondo degli animali è cosa abbastanza rara se non per alcune specie domestici come cani e gatti. Il nostro progetto prevede un’esperienza ambientale assimilabile a una fattoria didattica, fruibile da tutte le persone che ne hanno interesse, alle scolaresche e ai gruppi associativi, con particolare riferimento alle persone con difficoltà fisiche e sensoriali», chiosa il presidente di Arcalabria. L’associazione collabora anche con l’Unione Italiana dei Ciechi e ipovedenti della provincia di Cosenza e sono tantissimi i ragazzi non vedenti o ipovedenti venuti in contatto con animali di cui avevano solo sentito parlare. Invece qui li posso toccare e anche sentire con l’olfatto».

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