Siamo fratelli tutti, per l’associazione comunità Regina Pacis di San Benedetto Ullano

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La premessa più importante che va fatta è che la Regina Pacis di San Benedetto Ullano nel cosentino è un’associazione di Comunità ed è stata fondata dal sacerdote Don Dante Bruno nel 1985. «Da allora prestiamo la nostra assistenza al servizio delle fasce sociali più deboli, interessate dal problema del disagio giovanile, dalla dispersione scolastica e delle dipendenze», spiega la responsabile Maria Vincenza Assunta Vaccaro. Oggi l’associazione gestisce tre comunità maschili di ragazzi con dipendenze da sostanze per un totale di 60 ragazzi ospitabili e due case famiglia per donne e bambini in difficoltà per un totale di 16 posti. «Cardine del cammino in comunità è l’incontro con l’altro nei valori di fratellanza che il Vangelo ci ispira. La nostra risposta è riscoprire la vita vissuta in modo semplice. L’associazione infatti offre la possibilità anche a persone detenute in carcere, agli arresti domiciliari in detenzione o con obblighi e in affidamento ai Servizi Sociali di svolgere un programma terapeutico residenziale presso la proprie Comunità, come alternativa allo stato detentivo», chiosa Vaccaro.

Un particolare funzionamento della comunità Regina Pacis riguarda la presa in carico di persone con dipendenze patologiche e comunque in stato di difficoltà momentanea – dipendenza da sostanze e alcolismo soprattutto -. «Il programma ha una durata orientativa di diciotto mesi – aggiunge la referente dell’associazione composta oggi da una ventina di professionisti e decine di volontari formati – si sviluppa con diversificati interventi, attività e proposte, con un’elevata individualizzazione che viene stabilito in base alle esigenze, particolarità e risorse di ogni ospite. Ha come obiettivo “la responsabilità esistenziale” e di autogestione della persona e quindi il de-condizionamento da tutti quei fattori di rischio che hanno portato all’uso di sostanze d’abuso».  Il tutto avviene in un contesto strutturato, inteso quale laboratorio per il cambiamento, dove si pone una continua attenzione ai comportamenti, al modo di esprimere le difficoltà e di svolgere i compiti in un clima molti vicino a quello famigliare, promosso da operatori che grazie a particolari predisposizioni sono essi stessi strumenti d’intervento.

«Con loro lavoriamo come in famiglia, con attività di gruppo, facendo mediazione delle situazioni di tensione, sostegno individuale e psicoterapia. Nel solco di questa partecipazione attiva alla vita della comunità i nostri ragazzi svolgono anche momenti formativi, lavorano alla manutenzione della casa, cucinano e fanno giardinaggio oltre a laboratori artigianali (di icone di restauro)». A queste iniziative si aggiungono le attività sportive, culturali, ricreative e motorie quali cineforum escursioni conferenze e pellegrinaggi.

L’equipe educativa della comunità Regina Pacis di San Benedetto Ullano è attenta ad ogni singolo ragazzo, quindi si struttura ed evolve in direzione del suo servizio, «cioè non è l’utente che si adatta alla Comunità, ma il contrario – conclude Vaccaro -. Perciò è necessaria un’attività costante di verifica e valutazione insita in un lavoro che vuole garantire la qualità e la personalizzazione del servizio. In quest’ottica l’equipe educativa prevede strumenti e metodologie di verifica e valutazione costante del lavoro anche, ad esempio, attraverso colloqui personali e collettivi con i ragazzi- perché l’obiettivo è offrire loro l’opportunità di ristrutturare e rielaborare il proprio passato guardano al futuro con progetti, consapevolezze e speranze rinnovate».

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