Sassari, la Casa di San Vincenzo per donne e bimbi senza fissa dimora

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La Casa di San Vincenzo è una struttura di accoglienza notturna per donne e bambini senza fissa dimora. Ha sede in via Maddalena n. 57, a Sassari, ed è stata fondata (ed è gestita) dal Gruppo di volontariato vincenziano che porta lo stesso nome ed è presieduto da Antonietta Sanna. La Casa è l’unico ostello femminile presente in città, con nove posti letto (tre per piano, con bagno) dove trovano rifugio donne sole, qualche volta con figli minori, senza casa, senza lavoro, vittime spesso di abusi e di un vissuto comunque doloroso e di grave disagio, non solo economico. Le ospiti sono di varia provenienza, moltissime sono straniere e si presentano di propria iniziativa oppure perché avviate dai Servizi sociali o sanitari, cui si sono rivolte in cerca di aiuto.

La Casa di San Vincenzo, a Sassari: com’era e com’è

Nella Casa, al di là di un letto, una colazione e un pasto serale, vivono il sostegno e il calore di una famiglia, in cui trovano ascolto, dialogo e guida per ripartire e ritrovare fiducia nella vita. L’idea della struttura di accoglienza iniziò a viaggiare nell’anno 2000, allorché due volontarie vincenziane, Vittoria e Isa, testimoni di tante donne alla ricerca di luoghi dove rifugiarsi, presentarono all’assessore comunale dei Servizi sociali la richiesta di uno stabile in disuso. La risposta arrivò il 1° agosto 2004, quando venne indicato uno stabile comunale disponibile che si presentava però fatiscente e in completo stato di abbandono. Nonostante ciò, si decise di accettarne la consegna in comodato d’uso gratuito, intraprendendo immediatamente una febbrile attività per il suo recupero. Ancora è vivo il ricordo della commovente generosità della comunità sassarese: dalla collaborazione tecnica ai materiali necessari per la ristrutturazione, fino alle donazioni degli arredi necessari per il suo funzionamento. Non mancarono neppure due importanti contributi da parte della Fondazione di Sardegna.

I lavori giunsero a compimento e la Casa, l’11 marzo 2006, venne inaugurata con la commozione dei presenti, dopo una Messa di ringraziamento celebrata nel Duomo dall’allora arcivescovo Paolo Atzei. Quella stessa mattina si presentò la prima ospite, prima sorella che si strinse al cuore. Da quel giorno fu un susseguirsi di ospiti, un fiume inesauribile di abbracci, umidi di lacrime, coraggiosi, diffidenti, a volte teneri e sinceri. Tutti preziosi, tutti col nome di una sola grande famiglia.

Mai negli anni la Casa è stata vuota e mai i volontari vincenziani, disponibili al servizio di accoglienza e accompagnamento, hanno permesso che la Casa chiudesse le sue porte, anche quando, esauriti i posti letto, si dovettero aprire brandine per rispondere all’esigenza del momento. Tanti sono i ricordi, persino un matrimonio celebrato nella Casa tra un’ospite e un volontario, tanti i volti che hanno popolato questi anni.

Molte storie sono entrate nel profondo del vissuto dei volontari, fino a trasformare la Casa di San Vincenzo in una grande comunità di amore, dove ci si impegna con tutte le forze perché la vita di ogni fratello più debole trovi conforto in una solidarietà e in una condivisione attive e gratuite, tese a difendere i diritti e la dignità di ogni essere umano.

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