Calabriameda, dalla C di carcere alla A del sostegno alimentare alle famiglie
di lucacereda
Calabrimeda Odv è un’organizzazione che conta decine di volontari, che dal 2009 è attiva sul territorio calabrese, a sostegno delle persone in difficoltà, delle famiglie in povertà alimentare, delle donne vittime di abusi e dei detenuti. «Un servizio a cui teniamo molto è la mensa per i poveri che abbiamo allestito in struttura chiamata Ristorando in partenariato con i servizi sociali del Comune di Cosenza e la casa circondariale di Cosenza. Ogni anno offriamo gratuitamente a oltre 20000 pasti caldi e sono state raggiunte oltre 600 famiglie soprattutto con minori», spiega Guglielmo Ugo. Dal 2017 Calabrimeda insieme alla tavola Valdese è stato pensato anche un servizio di buoni spesa e acquisti di alimenti per persone, soprattutto famigli, con problemi alimentari.
«L’attenzione alle fragilità sul territorio ci ha portati a creare uno sportello di ascolto per le donne vittime di violenze o abusi- spiegano dall’associazione -. Il progetto, chiamato Sportello Rosa, mira al recupero dell’autonomia nelle donne e dei soggetti più vulnerabili vittime di violenza e disagi. Lo sportello ha accolto oltre 1000 donne, sostenendone il bisogno di essere tutelati, ma anche formate per un lavoro». I volontari hanno a che fare con situazione complesse e a volte anche drammatiche, tra cui lo Sportello Rosa, vengono offerte consulenze mediche a 360 gradi, gratuitamente, per le donne. Durante la pandemia oltre 50 donne hanno avuto accesso la cure. «Nel territorio Ristorando e lo Sportello Rosa, sono dei punti di riferimento che non si sono fermati neanche durante la pandemia, pur dovendo cambiare i loro approcci. Le strutture sono considerate di supporto agli Enti pubblici, e presidi sociali oltre che sanitari sostenuti dalle donazioni in denaro e da oggetti funzionali dalla popolazione che ci riconosce seri e ricettivi, capaci di intercettare il bisogno», aggiunge Guglielmo Ugo.
Nello sportello ci sono molti professionisti che lavorano gratuitamente per noi e rispondono ai bisogni di natura psicologica del territorio. Tra le figure presenti ci sono anche legali e consulenti del lavoro. Lo sportello raggiunge oltre 700 contatti all’anno e «recentemente abbiamo avviato percorsi di riabilitazione sociale con detenuti ed ex detenuti della casa circondariale di Cosenza, unendo anche una serie di laboratori e incontri per il loro avviamento al lavoro». Nello specifico, nella casa Circondariale di Cosenza, Calabriameda ha costituito uno sportello che accoglie, con operatori accreditati e formati all’ascolto e supporti sociologici a cura di professionisti. Beneficiano di consulenze legali e per se stessi e le famiglie, sono offerti servizi: di pasti caldi nei giorni di colloquio e consulenze varie. Gli ascolti riguardano circa 60 detenuti. Ogni anno un detenuto viene selezionato dalla odv, dal carcere e dal magistrato di sorveglianza, per svolgere un servizio extramurale di attività di volontariato in Mensa e apprenderne arte e gestione. Ad oggi 4 detenuti sono stati riabilitati e lavorano.
Infine, parafrasando Celentano, “Fare volontariato è rock”: Calabriameda grazie al supporto di Fondazione con il Sud nel 2015, ha creato il progetto di Comunicazione Sociale Pazzi per la Radio portando in radio e sul Web, tanti ragazzi del territorio che non solo hanno imparato da professionisti del settore i rudimenti del fare radio, dalla parte in voce a quella tecnica.
Ti potrebbe interessare
Arcalabria, tutti sulla stessa “arca” solidale
di lucacereda
L’associazione Arcalabria è molto radicata a Cosenza, ma soprattutto nell’hinterland in particolare a Mendicino e Rende, dove sorge la sua base operativa....
LiberaMente, quando la cultura unisce chi sta dentro il carcere a chi sta fuori
di lucacereda
Quando si vuole conoscere qualcosa è essenziale imparare il suo nome: chiamare un’associazione di volontariato penitenziario LiberaMente – con la M maiuscola...
Alone, l’associazione che a Cosenza costruisce ponti grazie alla mediazione culturale
di gilda sciortino
Non è un caso se si chiama “A better world” il progetto messo in campo dall’associazione “Alone” che, da ben 30 anni,...