La donazione di sangue. Per l’Avis un gesto di solidarietà per chi ha bisogno
di gilda sciortino
In tutto 442 i soci dell’Avis di Santa Ninfa che, al 31 dicembre del 2021, hanno anche donato il proprio sangue, consentendo alla sezione in provincia di Trapani di registrare un indice di donazione (in rapporto agli abitanti) dell’13,84%, che la pone tra i primi in assoluto in ambito provinciale e non solo. Un obiettivo non da poco quello raggiunto, considerato che la media provinciale è dell’2,50, la regionale dell’1,75, mentre quella nazionale dell’1,6 circa.
Un comune, Santa Ninfa, al centro della Valle del Belice, che, insieme a Castelvetrano, Gibellina, Partanna, Poggioreale, Salaparuta e Salemi, risponde a tutte le emergenze di un ampio territorio in provincia di Trapani.
Numerose le iniziative promosse nel corso degli anni per dimostrare il grande lavoro portato avanti quotidianamente, ma soprattutto gratuitamente, non solo dai volontari ma anche dai dirigenti.
«Proprio per questo ogni piccola azione, ogni risultato ha per noi grandissimo valore – spiega Giuseppe Bivona, segretario della sezione Avis di Santa Ninfa -. Nel solo 2021 abbiamo organizzato 62 giornate di raccolta, .43 delle quali nel nostro Centro di raccolta fisso, registrando complessivamente 618 donazioni di sangue. Sono, poi, state 19 le giornate promosse nel Centro Trasfusionale di Trapani con 54 donazioni di plasma, mentre 20 sono state quelle di plasmapiastrinoferisi. Sempre nel corso del 2021, infine, si sono avute 34 prime donazioni».
Fondamentale per i soci dell’Avis di Santa Ninfa essere un punto di riferimento in un percorso di conoscenza e promozione della donazione e di quello che vuol dire per l’intera comunità.
«Abbiamo anche un settore promozione e diffusione del gesto della donazione che entra nelle scuole. Poi c’è l’attività sanitaria vera e propria di raccolta – prosegue Bivona – che si fa soprattutto nei fine settimana. Noi nasciamo 45 anni fa e da allora non ci siamo mai fermati. Lavoriamo anche per creare reti che possano diversificarsi a seconda del bisogno. Infine, c’è tutto il lavoro di contatto perché ogni cosa è gestita da un manuale normato legislativamente. Anche per fare una telefonata dobbiamo adottare dei ben precisi codici di comportamento. Il colloquio si svolge, infatti, seguendo i principi cardine della comunicazione, nel senso che non si improvvisa nulla».
Che la donazione sia un un atto personale, anonimo e disinteressato è in larga parte risaputo, ma forse ancora non tutti sono consapevoli che l’unica sua finalità è la solidarietà nei confronti di chi ha bisogno. L’ingresso nelle scuole e il contatto con i più giovani serve proprio a questo e, quando gli stessi studenti dall’aula passano al camper o li si ritrova nel centro di raccolta fisso dell’Avis, allora vuol dire che si è raggunto il loro cuore. E, in quel caso, a sorridere sono i cuori di coloro i quali fanno parte del piccolo esercito di volontari che combattono strenuamente per salvare delle vite.
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