I modelli di combustibile
di centrogeomorfologia
Nell’ambito del Progetto SPRINt si è ritenuto importante realizzare una specifica cartografia dei modelli di combustibile che rappresenta un elemento di base fondamentale per prevedere come un eventuale incendio si comporterebbe, valutare quali sono gli impatti del fuoco stesso e, di conseguenza, quali sono i mezzi più idonei per la lotta attiva.
I modelli di combustibile che vengono generalmente utilizzati per prevedere il comportamento del fuoco, possono essere definiti come un insieme di parametri fisici relativi alla infiammabilità di un complesso di materiale vegetale. I parametri che caratterizzano un combustibile, relativamente alla sua infiammabilità e alla possibilità e caratteristiche di propagazione del fuoco, sono riconducibili alla tipologia (grandezza, forma, quantità), al carico (quantità di biomassa presente), alla struttura (distribuzione orizzontale e verticale, compattezza, ecc.), al suo contenuto idrico che è, a sua volta, in relazione alle dimensioni e allo stato di senescenza dei popolamenti vegetali.
La determinazione, e la relativa rappresentazione, di questi parametri è, come si comprende, estremamente difficoltosa considerata la loro notevolissima variabilità spaziale e temporale.
Per la redazione della Carta dei “Modelli di combustibile” dell’area di studio oggetto del Progetto SPRINT, il CGIAM ha seguito le indicazioni del Manuale ministeriale per la pianificazione antincendi boschivi nei Parchi Nazionali, incrociando i dati della Carta di Uso del Suolo, con gli approfondimenti sulle tipologie forestali (Carta Forestale), e informazioni sui livelli di copertura arborea (Tree cover), derivate da elaborazioni di dati satellitari Sentinel-2 della generazione Copernicus (fig. 1).
Per la classificazione dei modelli di combustibile si è utilizzata la classificazione originaria di Rothermel (1972), ampiamente utilizzata nei paesi del bacino del Mediterraneo e che, in base agli standard NFLL (Northern Forest Fire Laboratory), prevede 13 modelli, appartenenti a 4 gruppi principali.
Dalla tabella (tab. 1) si evince come i modelli di combustibile maggiormente diffusi sono il Modello 2, appartenente al primo gruppo (gruppo delle “Praterie”) e il Modello 9 riconducibile al gruppo “Lettiere di boschi”. Ben presente è anche il gruppo riconducibile agli “Arbusteti”, in modo particolare il Modello 5, costituito da macchie o cespuglieti termofili di invasione (ad esempio, i ginestreti).
Tab. 1 – Superfici dei vari Modelli di Combustibile presenti nell’area di studio
In definitiva, la carta dei modelli di combustibile costituisce un elaborato fondamentale per ricavare informazioni importanti sulla probabilità che un evento incendiario si verifichi e, soprattutto, sul comportamento del fuoco in seguito alla ignizione di un determinato combustibile.
I modelli di simulazione del comportamento del fuoco, infatti, non possono prescindere (unitamente ad altri fattori del clima e della morfologia) dalla caratterizzazione della tipologia di combustibile mediante la quale è possibile valutare parametri fondamentali (velocità di avanzamento del fuoco, altezza di fiamma, intensità lineare, ecc.) per la prevenzione, attraverso la gestione del combustibile, e la lotta attiva agli incendi attraverso l’individuazione dei mezzi necessari per lo spegnimento del fuoco.
MODELLO 2 (Macchia a lentisco con copertura <40%)
MODELLO 4 (Boschi di leccio)
MODELLO 8 (Faggeta ad agrifoglio con copertura >70%)
MODELLO 9 (Querceti con roverella prevalente, con copertura >70%)
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