Il patrimonio forestale del Parco nazionale Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese

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PILLOLE DAL TERRITORIO- Perché è così importante comprendere di cosa si compone il patrimonio forestale di un parco?

La valutazione della copertura forestale di una determinata area è importante al fine di redigere una Carta del Rischio di Incendio. L’uso del suolo (con particolare riferimento alle coperture forestali) rappresenta, infatti, una delle variabili fondamentali per l’implementazione della metodologia che consente di realizzare una mappatura delle aree omogenee del rischio.

E dunque, quali sono le caratteristiche della copertura forestale del Parco nazionale Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese?

L’estensione. Il Parco nazionale Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese si estende per una superficie di circa 69000 ha (pari a circa il 7% della superficie regionale). Si tratta di un’area molto vasta che rappresenta una sorta di corridoio che collega due ampie aree protette, il Parco Nazionale del Cilento a nord, e il Parco Nazionale del Pollino a sud.

La variabilità morfologica e altitudinale. Considerando la notevole variabilità morfologica ed altitudinale, si spazia dalle vette più elevate dell’Appennino lucano (Monte Volturino, Monte Sirino, Monte Arioso, Madonna di Viggiano, Monte Raparo, tutti oltre i 1700 m s.l.m., fino alla cima più elevata di Monte Papa a 2005 m s.l.m.) alle aree collinari e vallive dove raggiunge, in corrispondenza del bacino di Sant’Arcangelo, le quote meno elevate.

I paesaggi eterogenei. Ad una così spiccata variabilità morfo-topografica corrisponde una notevole eterogeneità delle tipologie forestali, e dunque ad una elevata ricchezza e diversità paesaggistica. Le varie tipologie forestali coprono, all’interno del Parco, una superficie di 49546.2 ha. L’indice di boscosità, pertanto, è pari a 71.2%, un valore fortemente superiore a quello regionale che si attesta intorno al 35%.

La varietà delle fisionomie forestali. Dal punto di vista degli incendi boschivi la presenza di fisionomie forestali così variegate rappresenta una notevole variabilità dei “modelli di combustibile” che verranno utilizzati per la redazione della Mappa del Rischio di Incendio.

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