Oltre 5mila persone intercettate e più di 500 prese in carico in due anni: il punto sulle attività negli insediamenti informali durante un evento a Foggia

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Il 26 marzo, nel corso di un evento a palazzo Dogana, INTERSOS, FCS, MedTraining, Asgi e la Asl di Foggia hanno discusso della situazione negli insediamenti informali e del progetto in corso

Quelle degli insediamenti informali sono ormai realtà storiche, impegnative, che non possiamo far finta di non vedere”. Il direttore sanitario dell’Asl di Foggia, Antonio Nigri, lo ha detto intervenendo all’evento che si è tenuto nel capoluogo dauno, a palazzo Dogana, il 26 marzo scorso. “Dobbiamo prendere in carico la salute delle persone che vivono in questo territorio, anche attraverso le best practice che aiutano a migliorare la qualità della vita di quanti vivono negli insediamenti informali”, ha spiegato Nigri.

L’Azienda sanitaria locale di Foggia è partner, insieme alla cooperativa sociale Medtraining e Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), del progetto di INTERSOS, finanziato da Fondazione con il Sud, “Servizio socio-sanitario di prossimità negli insediamenti informali della provincia di Foggia e promozione di buone prassi nelle istituzioni del territorio”.

L’incontro a Foggia è stato l’occasione per parlare del lavoro svolto finora negli insediamenti informali della Capitanata dove le cliniche mobili di INTERSOS, con lo staff costituito da medici, mediatori e operatori sociosanitari, forniscono assistenza alle persone migranti che vivono lì tutto l’anno o soltanto d’estate per il lavoro agricolo stagionale. Negli ultimi due anni sono state quasi 5.500 le persone intercettate negli insediamenti informali o negli uffici delle Asl. Di queste, 254 le persone prese in carico per percorsi di assistenza a vari livelli: sanitario, sociale e legale.

Le attività che si svolgono nel grande insediamento di Borgo Mezzanone e gli insediamenti più piccoli che si trovano in quell’area, è quello di tutelare la salute di queste persone e di indirizzarle verso i servizi del territorio. “Favoriamo la tutela degli individui, spesso lavoratori stagionali, che si trovano fuori dai sistemi di accoglienza e dai meccanismi di tutela sociosanitaria, e promuoviamo sistemi inclusivi di tutela della salute”, ha spiegato Daniela Zitarosa, responsabile del progetto di INTERSOS, che nel corso dell’incontro ha presentato alcuni dati relativi al progetto e casi di studio. “Il nostro obiettivo è trasferire alla ASL le competenze e le conoscenze in modo che questo lavoro possa andare avanti anche al termine del nostro progetto”, ha aggiunto.

Un obiettivo condiviso dalla Asl che ha già inserito sei mediatrici culturali negli uffici territoriali per poter intercettare le persone migranti che necessitano di cure e assistenza.

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