Dal caporalato ai diritti. Nuove forme di economia sociale
Operare attraverso teorie e prassi dell’agricoltura sociale per prevenire e contrastare il caporalato. Questo l’ambizioso obiettivo con il quale si è concluso l’incontro “Dal caporalato ai diritti. Nuove forme di economia sociale” realizzato sabato 22 luglio a Maiano di Sessa Aurunca sul bene confiscato Alberto Varone nell’ambito del Festival dell’Impegno Civile, promosso dal Comitato Don Peppe Diana e dal coordinamento provinciale di Libera Caserta.
Le diverse realtà coinvolte si sono date appuntamento a settembre per sviluppare strategie e prassi che possano concretizzare azioni di promozione dei diritti, equità e tutela ambientale nel lavoro agricolo. Il presupposto è quello di strutturare di una rete di esperienze che, operando su filiere eticamente orientate nell’intero processo che va dalla coltivazione alla trasformazione fino alla distribuzione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli, siano capaci di promuovere azioni volte a prevenire e contrastare un fenomeno, quello del caporalato, che non riguarda solo i migranti ma, in modo sempre più strutturale, anche gli italiani, innanzitutto le donne. Accanto all’azione repressiva rafforzata dalla recente legge sul caporalato (la n.199 del 2016), si vogliono costruire alternative praticabili capaci di determinare forme di economia sociale che, ponendo al centro la persona e l’ambiente intesi come beni primari, costruiscano nuove possibilità di sviluppo territoriale sostenibile e inclusivo.
Protagonisti dell’incontro promosso dalla cooperativa sociale “Al di là dei sogni”, che gestisce il bene confiscato al clan Moccia a Maiano, sono stati l’associazione NoCap con Yvan Sagnet, il Forum Nazionale di Agricoltura Sociale con Ilaria Signoriello, la campagna LasciateCIEntrare con Yasmine Accardo, il progetto Rural Social Hub (promosso dal consorzio NCO con il sostegno di Fondazione CON IL SUD e Istituto di Studi Politici “San Pio V) con Paola Perretta, la comunità ghanese di Castel Volturno rappresentata dal pastore avventista Davide Malaguarnera, l’Agenzia Avventista per lo sviluppo e il soccorso “Adra Italia” con Dag Pontvik (che insieme ad “Al di là dei sogni” sta realizzando sul bene confiscato il progetto “Lavorare terre migranti”). Moderati da Sergio Nazzaro sono poi intervenuti anche il sindaco di Sessa Aurunca Silvio Sasso, il Vescovo di Sessa Mons. Orazio Francesco Piazza, il fondatore della comunità di Capodarco Don Franco Monterubbianesi.
Di fronte a circa duecento persone, innanzitutto giovani, provenienti, oltreché dal territorio casertano, dalle diverse regioni italiane per i campi di volontariato “EstateLiberi”, tutti gli intervenuti hanno riconosciuto l’importanza del percorso avviato in questi anni a partire dal riutilizzo dei beni confiscati in provincia di Caserta, ma anche la necessità che queste “buone pratiche” diventino il fulcro per un orizzonte teoretico ed operativo più ampio, capace di sostanziare il principio di legalità come giustizia sociale.
«Questo incontro arricchisce notevolmente l’esperienza d riutilizzo di questo e tanti altri beni confiscati» afferma Simmaco Perillo presidente della cooperativa Al di là dei sogni «Dopo l’incontro con Don Ciotti per l’inaugurazione del Rural Social Hub, a giugno scorso, incrociare e avviare rapporti di collaborazione con realtà come NoCap e LasciateCIEntrare rafforza un’azione in rete di promozione e tutela dei diritti dei soggetti più deboli, persone che vengono da percorsi complessi, disabili, migranti, che abbiamo sempre perseguito e che, particolarmente in questo ultimo anno, con progettualità come “Lavorare terre migranti” e “Rush”, è ulteriormente cresciuta. Crediamo, supportati dall’azione del Forum Nazionale di Agricoltura Sociale, che questo comparto, quello dell’agricoltura sociale appunto, possa rappresentare davvero una risposta di innovazione sociale capace di riportare al centro del nostro orizzonte operativo la persona, salvaguardando e promuovendo, al contempo, la bellezza e la ricchezza della nostra terra. La lotta ad un fenomeno odioso come il caporalato» conclude Perillo «risponde ad un dovere giuridico, etico e morale, ma per noi è anche un’occasione, concreta e praticabile, per continuare a costruire quelle che ci piace chiamare “Le terre di Don Peppe Diana”».
Dopo l’incontro è stata inaugurata la mostra “in viaggio con Wondy”, in collaborazione con l’associazione culturale “Wondy sono io” in ricordo di Francesca Del Rosso. La mostra è stata introdotta dalla toccante testimonianza di Marzia Caccioppoli che con “le mamme di Caivano” porta avanti una straordinaria lotta per denunciare le terribili conseguenze della “terra dei fuochi” e promuovere una nuova coscienza ambientale e civile nei territori mortificati da ecomafie, sversamenti illeciti e roghi tossici.
Sotto uno splendido cielo stellato, poi, Francesco Tricarico, nell’ambito del “Da chi non te lo aspetti” tour, ha costruito, con ironia e intensità, un emozionante viaggio nell’universo poetico delle sue canzoni, dal recente “Ciao” ai successi “Io sono Francesco”, “Vita tranquilla”, “La neve blu”. Alla fine del concerto le donne della compagine sociale che gestisce il bene confiscato gli hanno donato una t-shirt con il motto della cooperativa che ci pare restituire l’intero orizzonte di questa giornata: “ Al di là dei sogni…c’è una realtà sognata”.