Galilei Costa Scarambone: un ponte tra formazione e mondo del lavoro
di italiacamp
Il Galilei Costa Scarambone è un istituto all’avanguardia per quanto riguarda progettualità innovative che offrono ai ragazzi spazi e competenze anche oltre i normali programmi scolastici. L’istituto è un partner di valore di Pro Officine Mezzogiorno, progetto di inclusione e rigenerazione sociale sostenuto da Fondazione CON IL SUD e Italiacamp e sviluppato, oltre che con l’istituto scolastico, anche con The Qube e con il Comune di Lecce.
Abbiamo intervistato Gabriella Margiotta, Dirigente Scolastico del Galilei Costa Scarambone, per parlare di education e per fare un bilancio sul progetto dopo il primo anno e mezzo di attività.
Qualche tempo fa è tornata su social e giornali la polemica sulla qualità della scuola, soprattutto al Sud Italia, a causa della ormai famosa lettera della pittrice Finlandese andata via da Siracusa criticando il sistema scolastico italiano. Secondo lei in cosa consiste il divario tra Italia ed Europa e tra Nord e Sud Italia?
Personalmente ritengo che il divario tra Italia ed Europa risieda nel fatto che il sistema scolastico italiano è un po’ in ritardo per quanto concerne l’adozione e applicazione di tecniche innovative nella trasmissione del sapere e del saper fare. Se da un lato sono assolutamente convinta della bontà e della qualità dei contenuti del nostro sistema (altrimenti non si spiegherebbe come mai i nostri professionisti sono così validi e apprezzati, soprattutto all’estero), dall’altro ritengo che dovremmo avvalerci di metodi e linguaggi diversi per entrare in contatto ed interagire con gli studenti, metodi e linguaggi più vicini al loro mondo. È innegabile che fuori dal contesto scolastico i ragazzi vivono una realtà e una comunicazione molto dinamica, mutevole e multimediale, se, al contrario, in classe trascorrono 5/6 ore al giorno in una modalità più statica e, nel peggiore dei casi, ferma a tradizionali lezioni frontali, è alto il rischio che gli studenti possano avere una soglia dell’attenzione molto più ridotta e la scuola può risultare meno “attraente”.
Per quanto riguarda invece le differenze tra Nord e Sud, credo che la colpa maggiore sia da attribuire al forte distacco che esiste ancora nel Sud tra il sistema scolastico ed il mondo del lavoro. Tranne pochissimi casi, questi due mondi sono ancora distantissimi, come se fossero delle isole che non comunicano tra loro. In piccolo, probabilmente, la nostra scuola rappresenta un’eccezione in questo senso. Dirigo un istituto che comprende tre settori, tecnologico per Geometri, tecnico economico e professionale in vari ambiti e, come è evidente, sono tutti e tre fortemente legati al mondo del lavoro. Per questo motivo da oltre 15 anni abbiamo puntato ad una fortissima interazione con la realtà economica e lavorativa del territorio. Chiediamo costantemente alle figure esterne di indicarci le preparazioni e le specializzazioni più ricercate e desiderate, così da indirizzare meglio la nostra didattica e formazione. Invitiamo e ospitiamo spesso imprenditori, esperti e professionisti nelle nostre aule perché possano raccontare agli studenti le loro realtà e attività. Inoltre chiediamo frequentemente alle imprese e ai professionisti (oltre al regolare PCTO) di accogliere e ospitare i nostri alunni presso le loro sedi, così che questi ultimi possano acquisire maggiore coscienza e prontezza del mondo del lavoro reale.
Progetti come Pro Officine Mezzogiorno possono essere una risposta a queste problematiche strutturali?
Assolutamente sì, in quanto rappresentano una sorta di complementarietà alla formazione che già forniamo ai nostri studenti. Con questi progetti i ragazzi partecipano a laboratori intensivi che, da un lato, spezzano la regolarità scolastica e li fanno sentire impegnati in qualcosa di importante e privilegiato e, dall’altro, apprendono da vicino e toccano con mano la valenza dei programmi STEM, fortemente legati alla scienza e alla tecnologia, scoprendo quante nuove specializzazioni e professioni il mondo attuale sta riservando loro.
Perché avete deciso di partecipare a Pro Officine Mezzogiorno e cosa vi aspettate da questo progetto?
Ad essere sinceri, ogni qualvolta ci viene presentata la possibilità di far partecipare i nostri ragazzi ad attività e laboratori che riguardano le nuove frontiere della tecnologia e del mondo professionale e lavorativo, accettiamo ben volentieri. Come detto in precedenza, siamo fermamente convinti che ogni interazione col mondo reale (lavorativo, scientifico,
tecnologico, etc.) possa avere una grande valenza e possa apportare un impatto positivo sulla preparazione e sulla crescita degli studenti. In particolare, con i laboratori intensivi di Pro Officine Mezzogiorno, abbiamo potuto constatare un forte coinvolgimento da parte delle ragazze e dei ragazzi che hanno partecipato, i quali ci hanno chiesto se ci sarà la possibilità di farne altri, magari di approfondimento di alcuni dei temi e aspetti affrontati.
Qual è il bilancio dopo un anno e mezzo di progetto?
Ad oggi sono stati svolti tre diversi laboratori, con tre diversi gruppi di studenti e tutti e tre hanno sortito risultati molto positivi, in alcuni casi anche oltre l’immaginato. Ad esempio, dopo il laboratorio di novembre 2022, tre studenti di terzo anno hanno deciso di avviare una micro startup basata sull’offerta di servizi relativi alla progettazione e stampa 3D. Hanno acquistato una stampante, il software di modellazione ed una macchina per il taglio laser, tutti attrezzi, competenze e potenzialità che hanno scoperto durante il laboratorio. Un ulteriore aspetto positivo è rappresentato dal coinvolgimento della componente femminile. Seppure in percentuale minore, anche le studentesse che hanno partecipato ai laboratori sono state positivamente colpite da quanto veniva loro presentato, soprattutto quando nella
funzione di esperti ci sono state proprio delle donne.
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