Un’idea, mille idee: quattro esperienze tra tradizione e innovazione
di centrodisolidarietacastellammare
Non è difficile avere delle idee, anche ottime, anche innovative spesso. Eppure molte volte tali idee, buone o cattive che siano, rimangono chiuse nei cassetti: per mancanza di tempo, per scarsità di risorse o per altre e innumerevoli giustificazioni più o meno accettabili. Quando però le idee nascono e si sviluppano in un contesto associativo e collaborativo, in cui diverse realtà e menti riescono ad affrontare insieme un percorso, allora quelle idee così semplici non rimangono inutilizzate ma anzi riviste, aggiustate, modificate, rielaborate grazie al confronto tra persone e menti, anche di differente provenienza.
È questo il caso, di cui vogliamo parlarvi oggi, dell’idea nata in seno al Progetto TVB – Territorio Volontariato e Bene Comune, sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, tra cinque delle associazioni che ne fanno parte: il Centro di Solidarietà di Castellammare, Avulss e Insieme si può, Trinart e Archeclub di Alcamo. Cinque realtà che insieme hanno trovato, e poi sperimentato, la corretta sinergia per portare avanti l’idea iniziale, rendendola concreta e trasferendola in un certo senso in diverse esperienze personali, seppure tutte collegate tra loro. Le cinque associazioni hanno infatti coinvolto, con metodologie che tra poco vi racconteremo, bambini, bambine, ragazzi e ragazze di età compresa tra i 6 e i 14 anni dell’Istituto Comprensivo Statale Pitrè-Manzoni di Castellamare del Golfo che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado, inseriti dalla stessa scuola nel progetto Summer Community.
Il Word Cafè
Partendo dal Centro di Solidarietà di Castellammare del Golfo, l’associazione si è occupata di proporre un laboratorio di riqualificazione di aree e spazi della scuola esterni e interni per l’educazione all’aperto e la promozione del benessere psicofisico, presentando quello che è chiamato il metodo del “Word cafè”: ovvero una sorta di terapia di brainstorming, come si direbbe in inglese, in cui ognuno propone idee e soluzioni per un determinato problema, in modo conviviale e annotando tutto, lasciando un’aperta discussione tra i partecipanti.
Sono stati inoltre proposti diversi cortometraggi e video mirati a far emergere la scoperta dei talenti, puntando sul potenziare l’autostima e l’autoconsapevolezza dei partecipanti alle attività, anche grazie a diversi incontri con maestri di svariate aree tematiche: tra questi Francesco Lipari, architetto esperto in laboratori partecipati, così come Marcelo Cesena, musicista brasiliano riconosciuto nel panorama internazionale come compositore e pianista , nonché concertista di eccezionale livello artistico, presente nel laboratorio musicale introduttivo.
Il riciclo delle “idee”
Riuscire a unire passato e presente, o persino il futuro, è indubbiamente complesso e difficile ma necessario per convogliare allo stesso tavolo giovani e adulti. Ed è proprio in questa direzione che è stata proposta e realizzata l’attività delle associazioni Insieme si può e AVULSS che si sono posti come obiettivo la trasmissione delle proprie competenze professionali di mestieri ritenuti “antichi”, come lavorare il legno, ai giovani. Con un pizzico di presente: ovvero associando l’esperienza al riciclo, all’importanza del riutilizzo ed educando al rispetto per il futuro. Sono così stati utilizzati diversi elementi di scarto come gusci di cozze poi diventati farfalle coloratissime, tappi di sughero trasformati in funghetti decorativi o ancora capsule vuote del caffè, collegato con l’ormai rinomato Caffé dei Custodi, diventate delle campanelle.
Le due associazioni hanno realizzato un vero e proprio laboratorio manuale di riciclo e realizzazione di piccoli utensili ed oggetti per educare alla cittadinanza attiva ed il rispetto dell’ambiente. I giovani destinatari sono anche stati portati sul campo “naturale”, invitati a ricercare elementi come cortecce, pezzetti di legno, pigne, ghiande, frutti rossi selvatici, durante una passeggiata in campagna, da poter poi utilizzare quali addobbi natalizi al posto di quelli già preconfezionati della grande distribuzione, sfruttando i valori dell’outdoor education, nonché il rispetto e la cura del proprio territorio.
Giufà e il volontariato
Uno dei personaggi più iconici della tradiziona siciliana è senza dubbio Giufà. Una figura di fantasia che fa parte della tradizione popolare ma che, come spesso avviene in questi casi, porta con sé e le sue storie anche grandi insegnamenti, una vera e propria morale di comportamento. La sua figura rappresenta quasi quella di un maestro, un veicolo tramite il quale i meno esperti possono imparare come comportarsi tra fantasia e realtà. Non solo: perché Giufà è anche l’emblema del “sapersi arrangiare”, del trovare soluzioni fantasiose a problemi reali. Cosa c’entra con noi?
Riunendo ancora una volta tradizione e presente, l’associazione Trinart ha inserito Giufà tra le attività realizzate con i più giovani della scuola, proponendo loro problematiche teoriche (ma realistiche) e spingendoli a pensare a soluzioni innovative, sfruttando la loro stessa fantasia. In particolare la domanda a cui i bambini sono stati chiamati a rispondere è: “tu cosa avresti fatto al posto di Giufà?” È stata così proposta la creazione di marionette di Giufà con lo scopo di permettere pure al più timido di rappresentare Giufà e identificarsi con lui, quasi impersonandolo per pensare come il personaggio delle favole siciliane potrebbe comportarsi in determiante situazioni.
Nord? Sud? Ovest? Est?
Orientarsi nello spazio di tutti i giorni, che sia un bosco metaforico o reale, è la metafora migliore per raccontare la difficoltà di vivere in una società così complessa dove raramente vengono dati gli strumenti per comprenderla e decidere come proseguire e verso dove. È in questo spirito che l’associazione Archeoclub di Alcamo, di cui vi parleremo anche in futuro per altre attività, ha proposto ai ragazzi e alle ragazze diversi incontri di “orientamento” nel senso più assoluto del termine.
Sono stati infatti presentate le varie discipline di sport orienteering esistenti, le tipologie di gara, lanterne, percorsi e punti di controllo che vengono utilizzati. Partendo da un esercizio semplicissimo (sulla carta): come si legge una mappa? Da qui il racconto dei diversi tipi di mappa, i punti cardinali e gli strumenti utili a orientarsi come la bussola. Poi si è però passati al concreto, ovvero alla realizzazione di una mappa: in questo caso la mappa della palestra della scuola con il tracciamento dei percorsi e dei punti di controllo. Poi si è passati alla mappa dell’aula stessa, utilizzando la rappresentazione in scala, fino alle simulazioni degli esercizi di gara che ha coinvolto tutti i partecipanti in modo creativo.
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