Terra aut, “Liberiamo la Speranza” respirando “Il fresco profumo della libertà”
di cooperativasocialealtereco
Si chiama Silvio e da qualche giorno ha iniziato a lavorare sui terreni confiscati alla mafia gestiti dalla cooperativa sociale Altereco, come quelli di “Terra Aut” e “Michele Cianci”. Merito del progetto “Liberiamo la Speranza” promosso dalla Caritas Diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano che ha assegnato cinque borse lavoro a persone provenienti dal circuito penale grazie al coinvolgimento dell’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna di Foggia. L’iniziativa, finanziata con i fondi OttoxMille della Chiesa Cattolica, ha l’obiettivo di sensibilizzare la comunità in materia di giustizia e di misure alternative della pena. Per questo, anche Altereco è stata individuata tra le aziende che hanno dato la disponibilità ad accogliere uno dei beneficiari, in questo caso Silvio. Perché attraverso la gestione dei beni confiscati, Altereco coniuga i temi dell’agricoltura sociale con quelli dell’inclusione socio-lavorativa di persone con vissuti difficili o in fragilità.
Silvio, dunque, è impegnato a lavorare sui terreni, dal prendersene cura alla raccolta dei prodotti ed il suo lavoro darà un contributo anche per il progetto “Il fresco profumo della libertà”, sostenuto da Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara che prevede su “Terra Aut” la realizzazione di un orto sociale, l’allestimento di una bottega solidale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio, tra cui l’allestimento di un B&B, favorendo l’inclusione socio-lavorativa di persone in condizione di svantaggio. «Il lavoro – ha detto don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana – è lo strumento attraverso il quale si può davvero avviare un processo di integrazione e di rinnovamento dell’intero nucleo familiare per scardinarsi da un sistema culturale e sociale che tenta di affiliare e sottomettere gli uomini a una logica criminale ed illegale».
I borsisti avranno un regolare contratto di lavoro della durata di sei mesi presso le aziende resesi disponibili: le stesse saranno accompagnate durante il percorso non soltanto dall’UEPE di Foggia, ma anche dagli operatori del Progetto attraverso una stretta collaborazione e un proficuo dialogo. L’obiettivo delle borse lavoro, quindi, è quello di favorire processi di accoglienza e di integrazione sociale dei detenuti, nonché lo sviluppo di un nuovo paradigma di giustizia, più attento all’uomo e al suo sviluppo integrale attraverso un percorso inclusivo e partecipativo. Del resto, Altereco mette al centro della sua azione le persone, con tutto il loro carico di storie, di sofferenze, di sbagli ma anche di possibilità e talenti che vanno incoraggiati e valorizzati per potersi affrancare e liberare. Come quei terreni oggi liberati dalla mafie e trasformati in luoghi di legalità, lavoro, sviluppo, economia. «Questo tipo di progetti – hanno evidenziato dalla cooperativa – hanno l’ambizione di restituire dignità attraverso il lavoro, siamo felici che i luoghi della speranza siano proprio i beni confiscati alle mafie. Benvenuto Silvio».
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