Una “Serra 2.0” sul bene confiscato di Terra Aut per coltivare piante, relazioni e futuro

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Una serra sul bene confiscato alla mafia di Terra Aut per coltivare piante, relazioni e futuro. Perché il riutilizzo sociale di un bene confiscato alla criminalità è la migliore bonifica sociale e culturale di un territorio ferito, è risveglio delle coscienze, è il rifiuto della rassegnazione e della paura. Trasformare un luogo simbolo del potere mafioso in avamposto di democrazia, legalità, economica sostenibile, lavoro regolare, sviluppo, vuol dire trasmettere un nuovo senso civico, di identità, di appartenenza e di orgoglio che diventa “bene comune”, collettivo e condiviso. “Serra 2.0-nelle terre confiscate alle mafie coltiviamo piante, relazioni e futuro” è dunque un progetto frutto di questo percorso di agricoltura sociale, inclusione lavorativa e spazio di aggregazione che la cooperativa sociale Altereco porta avanti dal 2008, da quando gestisce “Terra Aut” in contrada Scarafone, il terreno confiscato alla mafia organizzata cerignolana.

Il progetto è stata finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’Avviso Pubblico Pugliasociale-In Imprese sociali, interventi di diffusione e rafforzamento delle attività economiche a contenuto sociale. «Il nostro progetto prevede la creazione di una serra innovativa capace di ospitare piante e ortaggi, ma anche di offrire spazi per attività socio-educative e culturali – spiegano da Altereco – . I beni confiscati sono luoghi di opportunità lavorative, aggregazione e socializzazione, luoghi dove coltivare la bellezza del mondo». “Serra 2.0-nelle terre confiscate alle mafie coltiviamo piante, relazioni e futuro” prevede la realizzazione di una serra innovativa di circa 400 mq dove poter coltivare 365 giorni all’anno fiori e ortaggi da una parte, e dall’altra realizzare un HUB, ovvero uno spazio che diventa luogo di incontri, di formazione per alunni di scuole di ogni ordine e grado, di lavoro, di laboratori di agricoltura sociale di teatro e musica. La Serra 2.0 avrà un impianto d’areazione e pannelli solari che permetteranno a tutte le compagini presenti a Terra Aut di consumare energia autoprodotta, garantendo vantaggi economici e ambientali, come la riduzione delle emissioni inquinanti, a beneficio della salute collettiva. La Serra 2.0, inoltre, avrà al suo interno dei passaggi fruibili a tutti, un luogo senza barriere architettoniche sociali e culturali. Sarà organizzata la produzione di orticole, fiori e piante officinali, la vendita e la loro valorizzazione attraverso eventi culturali e aggregativi.

Il progetto promosso dalla cooperativa sociale Altereco prevede anche il coinvolgimento di alcuni partner del territorio: la cooperativa sociale l’Abbraccio, che coinvolgerà un gruppo di persone con disabilità in attività di ortoterapia; la cooperativa sociale Medtraining che selezionerà un gruppo di persone migranti con cui avviare un percorso di liberazione dalle maglie del caporalato, uscendo dai ghetti presenti nel territorio;  l’U.L.E.P.E. (Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna) di Foggia che definirà un numero di persone provenienti dal circuito della giustizia riparativa da coinvolgere nel progetto. L’iniziativa, quindi, si aggiunge in una visione più ampia di interventi tesi a favorire l’inclusione sociale e lavorativa di persone con disagi e  fragilità diverse, resa oggi più forte anche attraverso il progetto “Il fresco profumo della libertà”, sostenuto da Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara che prevede su “Terra Aut” la realizzazione di un orto sociale, l’allestimento di una bottega solidale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio, tra cui l’allestimento di un B&B, favorendo l’inclusione socio-lavorativa di persone in condizione di svantaggio. E Serra 2.0 andrà a potenziare la rete dei servizi e dei prodotti liberati dalla mafie che raccontano che è possibile generare nei territori un cambiamento culturale, creare un senso di partecipazione attiva e offrire opportunità concrete di riscatto sociale.

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