L’esperienza di agricoltura sociale di “Terra Aut” sui beni confiscati alla criminalità cerignolana
di cooperativasocialealtereco
L’esperienza di “Terra Aut” a servizio del bene confiscato alla mafia ed intitolato a “Michele Cianci”, il terreno di circa 7 ettari con retrostante casetta colonica siti a Cerignola, in contrada San Giovanni in Zezza. In questi giorni, infatti, il gruppo di lavoro della cooperativa sociale Altereco è impegnato nella vigna già presente nel terreno per effettuare la fresatura, terminare la legatura dei tralci, rifinire con la motozappa le parti esterne che non possono essere raggiunte con il trattore. «E’ stato effettuato un bel lavoro di recupero della vigna già presente al momento della consegna del bene» dicono da Altereco, ente capofila dell’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) denominata “Le terre di Peppino Di Vittorio” di cui fanno parte anche la cooperativa sociale Medtraining di Foggia ed il Centro di Servizio al Volontariato di Foggia.
Il terreno è stato concesso gratuitamente dalla Commissione Straordinaria del Comune di Cerignola all’ATS nell’ambito del progetto denominato “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare”, vincitore dell’avviso della Regione Puglia “Cantieri innovativi di Antimafia Sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano”, al fine di consentirne la valorizzazione così come previsto dalla legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie. Per questo, le sinergie nate nell’ambito del progetto “Il fresco profumo della libertà” hanno portato a rafforzare la rete che adesso gestirà sulla scorta dell’esperienza maturata fin qui, anche il bene sottratto alla criminalità organizzata e recentemente consegnato per fini sociali.
L’obiettivo, dunque, è sempre quello di trasformare un altro luogo simbolo del potere mafioso in avamposto di legalità, di economica sostenibile, di lavoro regolare, di sviluppo. Proprio come sta accadendo su “Terra Aut”, in contrada Scarafone, sui beni confiscati a Giuseppe Mastrangelo, uno dei boss più influenti della criminalità organizzata cerignolana. Un sogno di agricoltura sociale e di inserimento lavorativo, che punta a favorire una piena inclusione socio-occupazionale delle persone che vengono da situazioni di svantaggio, come persone ammesse alle misure alternative al carcere, ex-detenuti, migranti. Un sogno reso oggi ancora più forte grazie al progetto “Il fresco profumo della libertà”, tra gli interventi selezionati nell’ambito della quarta edizione del Bando Beni Confiscati alle mafie 2019, promosso dalla Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara.
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