L’afa ci assale ma resistiamo e Pazzi anche questo sabato è andato in onda…!
Sabato 18 luglio ore 10.30 inizia il programma “Pazzi per la Radio 2 – Fuori la voce” e l’afa dentro i locali della radio è davvero irresistibile. Ma con grande spirito e con un forte senso di responsabilità tutti gli speakers e i fonici della puntata sono presenti. Ma seppur noi del gruppo Pazzi abbiamo trovato la forza di essere pronti a condurre il programma, gli ospiti, tutti, sono stati davvero eroici. Ed ecco foto e le storie dietro ogni click!
Alle ore 10.30 puntuale inizia il programma con Gabriella e Anna Maria con le due rubriche “Pazzi per le News” e “Pazzi per i Bandi” ; la prima è dedicata alle informazioni provenineti dal Terzo Settore e rivolte alla territorio e alla Comunità. Dopo le news locali un ampio spazio è dedicato alle info nazionali. La seconda rubrica cerca di orientare le associazioni e gli enti nella ricerca di bandi e finanziamenti per le proprie attività e per gli scopi statutari.
Alle 11.00 l’intervista alla Dott.ssa Chiara Scazziota, pedagogista, esperta di politiche giovanili e volontaria presso l’associazione Arca di Noè.
La Dott.ssa Chiara Scazziota ha presentato il Progetto Adolescenti -Centri di Consulenza Giovani. L’iniziativa Consulenza Giovani intende sviluppare di un sistema integrato e coordinato per la tutela della salute e del benessere degli adolescenti, intende intervenire sul disagio giovanile, per prevenire eventuali stati patologici ed essere di riferimento per tutte le agenzie educative Famiglia – Scuole – Associazioni e per i giovani stessi, attraverso l’istituzione dei Centri di Consulenza Giovani in ogni distretto dell’ ASP di Cosenza . E’ presente un gruppo multidisciplinare con il compito di progettare e realizzare interventi professionali per gli adolescenti di tipo assistenziale, relazionale ed educativo, finalizzati al conseguimento di condizioni di benessere e al consolidamento dei fattori protettivi importanti per la prevenzione alle patologie; realizza attività di formazione e aggiornamento, supporto tecnico ed operativo sulle problematiche relative all’adolescenza al personale scolastico, del servizio pubblico, privato e del terzo settore; attua una rete di collaborazioni con enti pubblici, privati e dell’associazionismo attraverso protocolli di intesa per garantire interventi strutturati e coordinati tra servizi che operano nell’area della adolescenza (14-22 anni). Il gruppo espleta le attività sul territorio del distretto di Cosenza e Rende su richiesta dei ragazzi stessi, della scuola, delle famiglie e dell’Autorità Giudiziaria, con la presa in carico diretta attraverso interventi di ascolto e consulenza ed eventuale invio nei servizi specialistici dell’ASP. COSA SONO I CENTRI DI CONSULENZA GIOVANI ? Spazi strutturati in cui realizzare attività di primo ascolto e di aiuto per gli adolescenti dai 14 ai 22anni, per le famiglie, per gli insegnanti e per tutte le figure educative che a vario titolo si interessano degli adolescenti. NEL CENTRO PUOI ? confrontarti…chiarire dubbi…chiedere qualunque tipo di informazione…parlare liberamente dei tuoi problemi in assoluta riservatezza….NEL CENTRO SI ACCEDE ? telefonando allo 0984 8933325 – 3475325768 martedì e giovedì per fissare appuntamento e senza bisogno di richiesta del medico o dei genitori…inviando una E-mail a consulenzagiovani@asp.cosenza.it NEL CENTRO TROVERAI ? personale qualificato ed esperto nell’ascoltare le richieste dei giovani: psicologi, sociologi, pedagogisti . QUANTO COSTA ? è tutto gratis! DOVE SI TROVA ? Cosenza via Arabia, 42
Sono tornati a trovarci i ragazzi dell’associazione Achiropita a cui Gisella dopo averli di nuovo intervistati ha dedicato una particolare iniziativa: “Una Biblioteca per Vaccarizzo Albanese” e ha contribuito donando i primi libri e i primi volumi. Ha invitato poi i radioascoltatori a contribuire regalando libri e testi.
LA COMPAGNIA DEI ROZZI
Ed eccoci alla Compagnia dei Rozzi, anzi a due dei componenti: Vincenzo Caputo e Emiliano Lo Feudo, in un momento delle prove della breve sceneggiata che scritta dai due ospiti, ha coinvolto nella recita anche la nostra operatrice Gabriella Dragani. La compagnia teatrale opera presso l’ Unical ed è composta da giovani studenti iscritti al DAMS di Arcavacata.
Ed eccoli tutti nella versione “chi è di scena?” La Compagnia dei Rozzi.
Una delle tecniche della compagnia è quella del ” teatro improvvisazione”. L’Improvvisazione teatrale è una forma di teatro dove gli attori non seguono un copione definito, ma inventano il testo improvvisando estemporaneamente. Questa tecnica comporta un grado di interazione con il pubblico commisurato alla perizia tecnica degli attori. Nell’arte della recitazione, le improvvisazioni costituiscono le varianti al copione e/o al canovaccio non contenute nel testo sottoposto alla revisione di “superiori” come San Carlo Borromeo, il grande controriformatore. È nella reazione alla richiesta di controllo preventivo dei testi da mettere in scena, avanzata da costui, che si può situare il vortice originario della Commedia dell’Arte con la quale i comici italiani assunsero il primato in Europa. Fin da Aristofane abbiamo tracce di questa tecnica, al tempo legata principalmente alla commedia ed al teatro popolare. Portata agli estremi da Plauto e dall’istrione, la tecnica dell’improvvisa diventò fondamento della Commedia dell’Arte (Arte per “Arte di memoria”), con le recite “a soggetto”, tanto da diventare, con l’uso del canovaccio, la caratteristica fondamentale della tecnica recitativa professionale. Tale tecnica era fondata su potenti mnemotecniche di origine medievale. È noto che una compagnia di attori italiani si esercitava di continuo a ritenere a memoria i testi che poi fingeva di improvvisare. È l’esatto opposto dello spontaneismo, che è solo l’effetto che i comici dell’Arte ottenevano sul proprio pubblico, incastonando frammenti di contemporaneità in schemi drammatici tratti dalla tradizione classica e perfettamente conosciuti e provati infinite volte, tanto da sembrare spontanei e naturali. Caratteristiche fondamentali dell’improvvisazione teatrale dei gruppi d’avanguardia novecenteschi sono il lavoro di gruppo, la comunicatività, la creatività e la capacità di correre dei rischi, poiché gli attori non hanno neppure la conoscenza di cosa faranno i loro compagni in scena. Importante è anche la rapidità nel prendere decisioni, e l’adattamento alle situazioni impreviste che si possono verificare durante gli spettacoli. Tutte queste cose sono sostenute da una lunga e per niente “spontanea” vasta conoscenza dei testi. Fu poi ripresa dall’avanspettacolo e dal teatro di rivista, dove ebbe grandissimi interpreti quali Ettore Petrolini, Totò, Macario, Nino Taranto e Carlo Dapporto. È poi diventata un tratto tipico del teatro più vicino alla tradizione popolare, nonché di quello dialettale, come nelle opere di Eduardo e Peppino De Filippo. Nell’ambito del teatro di improvvisazione, è comunemente accettata una distinzione in “short form” e “long form“, termini che indicano semplicemente la durata delle improvvisazioni stesse.Uno spettacolo di “short forms” è fondamentalmente un contenitore all’interno del quale vengono create una serie di scene eterogenee per quanto riguarda temi e stili di recitazione, e di durata variabile da uno a quindici minuti circa. Si ricordano in particolare il match di improvvisazione teatrale, il theatersport e l’imprò: i tre spettacoli più noti nell’ambito di questa disciplina. Il primo più diffuso nei paesi francofoni, il secondo nel mondo anglosassone e il terzo è un’esclusiva italiana. Nella “long form” lo spettacolo è composto da una singola improvvisazione. La messa in scena rappresenta una o più scene/situazioni, queste ultime di solito legate fra loro da un tema comune. L’Improvvisazione teatrale è una forma di teatro dove gli attori non seguono un copione definito, ma inventano il testo improvvisando estemporaneamente. Questa tecnica comporta un grado di interazione con il pubblico commisurato alla perizia tecnica degli attori. Nell’arte della recitazione, le improvvisazioni costituiscono le varianti al copione e/o al canovaccio non contenute nel testo sottoposto alla revisione di “superiori” come San Carlo Borromeo, il grande controriformatore. È nella reazione alla richiesta di controllo preventivo dei testi da mettere in scena, avanzata da costui, che si può situare il vortice originario della Commedia dell’Arte con la quale i comici italiani assunsero il primato in Europa.Fin da Aristofane abbiamo tracce di questa tecnica, al tempo legata principalmente alla commedia ed al teatro popolare. Portata agli estremi da Plauto e dall’istrione, la tecnica dell’improvvisa diventò fondamento della Commedia dell’Arte (Arte per “Arte di memoria”), con le recite “a soggetto”, tanto da diventare, con l’uso del canovaccio, la caratteristica fondamentale della tecnica recitativa professionale. Tale tecnica era fondata su potenti mnemotecniche di origine medievale. È noto che una compagnia di attori italiani si esercitava di continuo a ritenere a memoria i testi che poi fingeva di improvvisare. È l’esatto opposto dello spontaneismo, che è solo l’effetto che i comici dell’Arte ottenevano sul proprio pubblico, incastonando frammenti di contemporaneità in schemi drammatici tratti dalla tradizione classica e perfettamente conosciuti e provati infinite volte, tanto da sembrare spontanei e naturali. Caratteristiche fondamentali dell’improvvisazione teatrale dei gruppi d’avanguardia novecenteschi sono il lavoro di gruppo, la comunicatività, la creatività e la capacità di correre dei rischi, poiché gli attori non hanno neppure la conoscenza di cosa faranno i loro compagni in scena. Importante è anche la rapidità nel prendere decisioni, e l’adattamento alle situazioni impreviste che si possono verificare durante gli spettacoli. Tutte queste cose sono sostenute da una lunga e per niente “spontanea” vasta conoscenza dei testi. Fu poi ripresa dall’avanspettacolo e dal teatro di rivista, dove ebbe grandissimi interpreti quali Ettore Petrolini, Totò, Macario, Nino Taranto e Carlo Dapporto. È poi diventata un tratto tipico del teatro più vicino alla tradizione popolare, nonché di quello dialettale, come nelle opere di Eduardo e Peppino De Filippo. Nell’ambito del teatro di improvvisazione, è comunemente accettata una distinzione in “short form” e “long form“, termini che indicano semplicemente la durata delle improvvisazioni stesse. Uno spettacolo di “short forms” è fondamentalmente un contenitore all’interno del quale vengono create una serie di scene eterogenee per quanto riguarda temi e stili di recitazione, e di durata variabile da uno a quindici minuti circa. Si ricordano in particolare il match di improvvisazione teatrale, il theatersport e l’imprò: i tre spettacoli più noti nell’ambito di questa disciplina. Il primo più diffuso nei paesi francofoni, il secondo nel mondo anglosassone e il terzo è un’esclusiva italiana. Nella “long form” lo spettacolo è composto da una singola improvvisazione. La messa in scena rappresenta una o più scene/situazioni, queste ultime di solito legate fra loro da un tema comune.
E a fine programma dopo aver firmato il libro degli ospiti, lasciando un commento, le foto di rito con tutti i partecipanti. I combattenti del caldo. Alla prossima.