Una definizione di comunità.
Comunità e società: insieme di persone unite da vincoli di appartenenza
Nel corso dell’elaborazione progettuale, spesso si fa riferimento alla parola Comunità, assimilandola ai termini quali “cittadinanza” , “utenti” , “società” o anche “pubblico”. Ma è proprio così? Comunità è una parola di origine latina: viene da communitas, derivato di communis “che compie il suo incarico (munus) insieme con (cum) altri”; è presente nella lingua italiana sin dal 13° secolo e viene utilizzata per indicare un insieme di persone unite dalla razza, dal territorio, dalla lingua, dalla religione, dalla professione e così via.
Il termine comunità ha due significati prevalenti. Il primo, legato alla critica romantica della società moderna, indica una forma di vita collettiva caratterizzata da un profondo sentimento di appartenenza, fiducia e dedizione reciproca. Il secondo significato, di tipo descrittivo, indica invece un qualsiasi insieme di persone legate da uno o più fattori (lingua, territorio, religione, professione, economia, politica)
Ma la sua fortuna contemporanea è legata all’elaborazione teorica che ne fece un sociologo tedesco, Ferdinand Tönnies, sul finire del 19° secolo. Costui, riprendendo suggestioni di origine romantica, contrappose nettamente la comunità (Gemeinschaft) alla società moderna (Gesellschaft): mentre quest’ultima si basa su considerazioni di tipo utilitaristico o funzionale e stabilisce, quindi, tra i suoi membri relazioni soltanto esterne, fondate sull’interesse e su obiettivi specifici, la comunità è un’unità vivente di sentimenti, emozioni e idee, che stabilisce tra i suoi membri un legame profondo e intimo. Esempi di legame comunitario sono i rapporti familiari, di vicinato, di amicizia, insomma tutti quei rapporti che non perseguono uno scopo determinato, ma che sono fini a sé stessi e si alimentano di dedizione reciproca. Se la società è un mero aggregato di parti, paragonabile a una macchina, la comunità è assimilabile a un organismo, tra le cui parti esiste una vivente e profonda unità.
Sebbene la concezione di Tönnies abbia esercitato un profondo influsso, i sociologi successivi ‒ da Max Weber e Talcott Parsons ‒ hanno attenuato la rigida contrapposizione tra comunità e società, vedendo in esse due tipi di relazioni sociali tra i quali non si può stabilire alcun ordine di precedenza, né sul piano dei valori, né su quello storico-sociale. Nelle società moderne relazioni di tipo sociale e relazioni di tipo comunitario coesistono: mentre le prime hanno un raggio di estensione molto ampio, le seconde si realizzano in genere in ambiti locali e sono caratterizzate da una maggiore coesione.
La comunità come realtà e come ideale
Nel linguaggio corrente il termine comunità viene usato in molti ambiti e spesso in senso meramente descrittivo: esso indica gruppi di persone che sono unite da un qualche elemento, ma tra le quali non si dà una relazione intima e organica come quella descritta da Tönnies. Si parla di comunità in base al credo religioso (le comunità cattolica, ebraica, islamica, buddista e così via), al territorio (le comunità montane), alla professione (le comunità scientifica, medica, scolastica), alla lingua (la comunità ladina in Italia), all’economia (prima dell’Unione europea esisteva la Comunità economica europea), alla politica (la comunità statale).
Ma non è certo un caso che il termine comunità, anche nel linguaggio corrente, richiami alla mente soprattutto le comunità terapeutiche (per coloro che cercano di liberarsi dalla tossicodipendenza) e alcune comunità od ordini religiosi (la Comunità di Sant’Egidio, la Comunità francescana e così via). In entrambi i casi, infatti, comunità riacquista il suo significato ‘ideale’, quello cioè di una forma di vita nella quale l’elemento collettivo prevale su quello individuale, l’atteggiamento solidale su quello egoistico, la dedizione sull’interesse. Nel contesto della società contemporanea ‒ sempre più libera e globale, che offre all’individuo molteplici opportunità, ma che gli presenta anche uno scenario sempre più variabile, imprevedibile e privo di punti di riferimento ‒ l’ideale comunitario rappresenta per molti un forte richiamo, perché viene incontro all’esigenza di rapporti più solidali e disinteressati e al bisogno di identità più forti e condivise. Tale ideale è alla base di vari fenomeni sociali (si pensi anche al mondo del volontariato e degli enti non-profit) ed è presente in diversi movimenti politici. In tempi più recenti, con il progresso tecnologico e con lo sviluppo del concetto verso la dimensione identitaria, si è arrivati a considerare comunità anche un insieme di individui che, pur non caratterizzato da contatto fisico o da vicinanza geografica, ha sviluppato un’identità comunitaria in presenza di comunicazioni efficienti, comuni obiettivi e norme di comportamento condivise (le cosidette comunità virtuali).