Concluso il corso di formazione sulla salute di prossimità a Catanzaro

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Sabato 12 ottobre si è concluso il corso di formazione La salute di prossimità. Sfide e prospettive organizzato con la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, nostra partner, presso il MUSMI all’interno del Parco della Biodiversità di Catanzaro.

Cinquanta gli operatori socio-sanitari calabresi fra assistenti sociali, dipendenti pubblici, operatori del terzo settore, educatori che hanno partecipato al corso. Persone preparate e competenti che in queste lunghe giornate di formazione si sono confrontati con i formatori della Scuola Superiore Sant’Anna su come fare per cambiare approccio al tema dell’integrazione socio-sanitaria in Calabria.

Hanno discusso, condiviso i loro successi e limiti nei propri territori, trasmesso le loro competenze. Per capire, in rete, come sviluppare un modello di integrazione socio-sanitaria nella nostra regione. Un modello capace di rispondere in maniera più efficace e immediata ai bisogni e alle esigenze delle persone più vulnerabili, di offrire i servizi di cui le persone hanno bisogno.

L’ultimo modulo era sulle “Criticità e prospettive dell’integrazione sociosanitaria in Calabria” con l’avvocata Luigia Barone in rappresentanza della Maggioli Editore.

 

Di cosa abbiamo parlato durante l’ultimo modulo del corso di formazione sulla salute di prossimità

Durante l’ultima giornata di formazione del corso abbiamo esaminato la normativa della Regione Calabria in termini di integrazione sociosanitaria sia a partire dal punto di vista prospettico della normativa che del punto di vista degli operatori per far emergere quelle che sono le criticità ma anche le prospettive per il futuro.

Nel panorama delle politiche sociali e sanitarie della Calabria, gli strumenti legislativi e programmatici previsti per affrontare le difficoltà delle persone più vulnerabili sono diversi. Tra questi, la Legge Regionale 23/2003 (LR 23/2003) e la Deliberazione della Giunta Regionale 503/2019 (DGR 503/2019) che rappresentano pilastri fondamentali per la promozione della salute e del welfare, mentre il Piano Sociale della Regione Calabria 2020-2022 pone le basi per un approccio integrato e multidimensionale ai problemi sociali.

 

 

Gli operatori si sono confrontati con la Barone su come la recente Deliberazione n. 512/2023 evidenzia l’impegno della Regione Calabria nel promuovere un modello di welfare che riconosca e risponda efficacemente alle fragilità presenti sul territorio. E su come inserendosi in un contesto più ampio è influenzata anche dagli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

 

 

Hanno quindi discusso su come il Piano regionale di supporto alle fragilità, redatto con la Deliberazione n. 335/2024, rappresenta un ulteriore passo avanti nell’integrazione delle politiche sociosanitarie. E come, parallelamente, il Tavolo Tecnico per l’integrazione socio-sanitaria costituisce un valido strumento di coordinamento tra i vari attori coinvolti, al fine di massimizzare l’efficacia degli interventi.

Per valutare infine l’impatto di tali politiche gli operatori hanno analizzato i dati concentrandosi sul caso di studio del TAR Calabria 748/2023 e della Cons. St. 8708/23. Che ha offerto un interessante spunto di riflessione sul modo in cui le decisioni politiche e le normative regionali vengono implementate e monitorate, nonché sulle sfide che si presentano nell’applicazione delle leggi.

Su come è stato organizzato l’incontro Luigia Barone, formatrice dell’ultimo modulo, dice

 

Per quest’ultimo incontro abbiamo immaginato una parte frontale di lezione e una parte laboratoriale essenziale per far emergere il punto di vista degli operatori, coloro i quali mettono le mani in pasta alle criticità e possono e devono rilevare il fabbisogno dei territori. In quest’ottica siamo partiti anche da un progetto che è stato premiato da Welare Oggi proprio per evidenziare come anche in territori in cui l’integrazione sociosanitaria non sia ancora effettiva il terzo settore può e deve fare la differenza.

 

 

Volevo proprio che emergesse la loro voce e che ci fosse anche la fierezza e la soddisfazione di farla emergere perché è una voce competente.

conclude.

 

C’è bisogno di un cambio di “paradigma”, che è proprio il nome che abbiamo dato al progetto. Che è anche l’esigenza che gli operatori ci hanno manifestato in questi mesi di corso. In questo senso, crediamo che l’innovazione tecnologica alla quale miriamo possa giocare un ruolo fondamentale. Per facilitare l’accesso alle cure, rafforzare i servizi sociosanitari territoriali contro la povertà sanitaria in Calabria.

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