Blu&Stencil @Officine Gomitoli
Quante fotografie stampiamo?
Quante rimangono nella memoria del computer?
Seppur non ci si pensa, oggi le fotografie che vengono stampate sono di più che nel primo periodo dell’era digitale; ma di certo sono molto meno di quelle che si stampavano quando si lavorava con la pellicola.
Il motivo è semplice: con “l’analogico” non possiamo vedere il lavoro se non dopo la fase di stampa mentre il digitale ci permette di scegliere guardando le immagini sul monitor del computer.
Osservare un’immagine stampata, poterla tenere in mano, sentire la consistenza e il peso della carta, dà qualcosa in più rispetto alla visione della stessa fotografia su un monitor, in questo senso un modo affascinante per stampare le vostre fotografie, partendo da un file digitale oppure da negativi di grande formato, è quello della cianotipia!
Cos’è la cianotipia?
E’ un procedimento di stampa che sfrutta due sali di ferro (potassio ferricianuro e ferrico ammonio citrato) che mescolati insieme diventano sensibili alla parte ultravioletta della luce solare. Sensibilizzando una superficie (carta o altro) e esponendola alla luce del sole dopo aver posizionato un negativo sopra la superficie stessa possiamo ottenere una immagine fotografica positiva.
Questo è ciò che hanno fatto i nostri ragazzi e le nostre ragazze con Giuliana Conte e Tono Cruz…
Qualcuno potrebbe chiedersi perché fare tutto questo lavoro per ottenere stampe monocromatiche, non perfette, senza avere il controllo totale di tutti i parametri…
Questa tecnica non è riproduzione della realtà: è arte. Ogni stampa è un’opera unica. Non riusciremo mai a fare due stampe perfettamente uguali. Qui non si cerca la perfezione, l’esposizione perfetta, il dettaglio ineccepibile.
Quello che dobbiamo cercare in questo modo di lavorare è l’emozione.
È la voglia di sperimentare, di provare qualsiasi cosa ci venga in mente: materiali, tecniche, follie…
E allora quello che nasce come un gioco può diventare espressione della nostra mente e del nostro cuore.