Imparare ad imparare di T. U. Grisolia
Un’occasione formativa “per sognare gli altri come ora non sono” ( D. Dolci)
Il punto di forza del progetto”Naturalmente Insieme” è nella ricerca di sistemi per saper percepire i bisogni dell’altro e coordinare le nostre azioni, con il fine di interrompere comportamenti che ledono il diritto di vivere con pienezza la propria vita, anche se segnata da grossi limiti. Consapevoli che a tutti deve appartenere l’uguaglianza delle possibilità di valorizzare le potenzialità e lo sviluppo della propria intelligenza, operiamo in Associazioni di volontariato a tutela delle persone con disabilità, dalle quali abbiamo imparato ad ascoltare le voci, soffocate non tanto dalle malattie quanto dai disagi sociali.
La sfida, abbiamo compreso, prima che sociale, politica o economica, è più propriamente culturale: cambiamenti di punti di vista, caduta degli stereotipi, creazione di nuovi ambiti comunicativi, offerta di opportunità per acquisire competenze e aprire a nuove prospettive. Questo è il senso della rete tra le nostre Associazioni e la voglia di arricchirci, includendo nuovi soggetti sociali, pubblici e privati. Abbiamo costituito un gruppo di studio, eterogeneo per i diversi profili culturali e per i differenti ruoli sociali e professionali, e, ritenendo insufficienti le comunicazioni teoriche, fatte di sporadici incontri e convegni , abbiamo scelto di compiere insieme un percorso di educazione, approfondendo il concetto di mediazione e di EAM (Esperienza di Apprendimento Mediato), attraverso il pensiero di R. Feuerstein e i principi della pedagogia della cooperazione. Intenzionalità, reciprocità, significato e trascendenza sono i criteri fondamentali che rendono un’azione educativa importante ed è dimostrato che i comportamenti coerenti e intenzionali di un mediatore sia esso genitore, insegnante, educatore, volontario o allenatore, possono creare le condizioni affinchè ogni singola persona migliori le proprie competenze. E ancora che, agendo in cooperazione e attraverso strategie pensate, si può permettere ad ognuno, indipendentemente dal punto di partenza, di conoscere meglio se stesso e gli altri e di capire di essere portatore di possibilità in un mondo in cui poter creare uno scambio positivo con il prossimo.
Gli incontri sono avvenuti in due fine settimana intensivi e ricchissimi di scambi di vedute, interazioni, dubbi e tante attese. Il Docente, Prof. Cosimo Dimagli, formatore senior dell’ICELP, in un continuo intreccio di narrazioni di vicende personali e non, di bridging, di ritorno al significato etimologico, in una combinazione Relazione- Eventi- Casi, ha creato un’infinità di situazioni, che ci hanno portato a riflettere sui principi della metodologia di R. Feuerstein, fondati sulla concezione della persona vista come totalità , come un insieme in una continua relazione con il mondo esterno, che ha specifiche connotazioni storiche , sociali , culturali, che potrebbero appartenere ad ogni soggetto, se viene aiutato intenzionalmente.
Ad ognuno deve essere dato di capire il proprio contesto di vita e in esso agire: è questo il punto di partenza e di arrivo. Ciascuno può essere in grado di modificare l’individuo che ha accanto e ognuno può modificarsi, imparando a riflettere su ciò che si fa, scegliendo alcuni comportamenti, individuando le cause dei fenomeni per poter intervenire positivamente. E’ un processo lungo, difficile ma non impossibile!
Ci siamo salutati con gli occhi umidi, felici di essere stati insieme, sorretti dalla volontà di divenire artefici di cambiamenti, contro l’insignificanza di molti sistemi propri delle scuole , delle istituzioni in genere e della politica che non aiutano a ricercare la verità, a pensare in modo critico, a realizzarsi nella creatività. “IMPARARE AD IMPARARE “ ha voluto significare insegnare ad essere, stimolare ad amare il mondo colorandolo di umanità. E’ stato un percorso che partendo da ciascuno di noi, si è andato proiettando verso altri, a noi affidati, inducendo a riflettere sull’assunzione di responsabilità nelle scelte morali ed educative, finalizzate ad una formazione che fosse orientativa per ciascuno di noi. Con affetto rivolgiamo il nostro grazie al Prof. Mario Di Mauro, già Direttore del Centro di Formazione Didattica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che segue con tanta cura e passione la vita della nostra Associazione e che ci ha indirizzati verso la conoscenza del Prof. Cosimo Dimagli, il quale attraverso un intelligente confronto intersoggettivo, ci ha indotti ad individuare nella metodologia di Feuerstein una relazione efficace fra tutti noi. Il tentativo continuo di una maieutica spontanea, nata dalla diversità delle competenze comunicative perché rappresentavamo varie fasce ( genitori , docenti, operatori della sanità e del sociale), ha condotto il pensiero di ognuno a riflettere sui propri processi e a dare senso a quell’esperienza personale che ci ha portato oltre, verso relazione unificanti, con un libero e alto utilizzo del pensiero divergente. E così abbiamo inconsapevolmente strutturato un ambiente modificante , in cui dall’intreccio spontaneo tra le nostre diversità si è arrivati al senso collettivo e corale, e ad ognuno, portatore di bisogni, è stata riconosciuta specificità e peculiarità, risultando prezioso nell’economia delle relazioni.
Il Prof. Cosimo Dimagli , attraverso metafore e originali passaggi , ci ha condotti ad interrogarci e a riflettere sul nostro modo di porci, in un’aula adattata ai nostri incontri in modo inconsueto ,con gli specchi del bar che ci suggerivano in modo sorprendente che le cattedre possono essere estromesse e che le parole, i sentimenti, i toni delle emozioni , facilitati dal contatto oculare , possono condurre ad un radicale cambiamento culturale in cui l’unica regola è il rispetto reciproco.
S > H > O > H > R
Dal prossimo settembre saremo presenti nelle scuole e nei gruppi delle nostre associazioni, nelle famiglie , aiutando a capire fino in fondo l’espressione “ Non accettarmi come sono” , per migliorare chiunque ci venga affidato e contemporaneamente noi stessi.
“ Cominciare da se stessi, ma non finire con se stessi ;
prendersi come punto di partenza ma non come meta”( M. Buber).
E’ in ciò l’augurio perché ognuno di noi non pensi ad una egocentrica realizzazione, ma affini il senso sociale che contiene il rispetto degli altri, l’amore per la crescita di ognuno, il dono più profondo di sé.
a cura di Tina Uva Grisolia
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