Conoscerla per amarla: l’esperienza del campo di volontariato “ProteggiAmo la Timpa!”
di legambienteacireale
Si è conclusa sabato 24 luglio l’esperienza del campo di volontariato “ProteggiAmo La Timpa!”, promosso dal Circolo Legambiente Sartorius Waltershausen in collaborazione col Circolo Arci Babilonia di Acireale nell’ambito delle attività del Progetto MIPAT.
Il campo, durato per un totale di 6 giornate, dal 19 al 24 luglio, ha visto un gruppo di giovani affrontare una tematica che mai come in questi giorni – a seguito dei recenti roghi verificatisi in Sardegna – è attuale e urgente: la prevenzione del rischio incendio all’interno delle aree naturalistiche, e nello specifico della nostra Riserva Orientata La Timpa.
Le sei giornate si sono divise tra l’esperienza e la scoperta sul campo e la formazione specifica in grado di fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per affrontare le diverse attività.
I sentieri della riserva hanno accolto i volontari che, in alcuni casi, li percorrevano per la prima volta: il famoso sentiero delle Chiazzette che collega la città di Acireale al sottostante borgo marinaro di Santa Maria La Scala, attraversando la riserva verticalmente; il sentiero di Gazzena, l’area più estesa della riserva che qualche anno fa è stata tristemente teatro di un evento incendiario che ha compromesso irrimediabilmente alcune parti del suo ecosistema; e infine il sentiero di Acquegrandi col suo sbocco sul mare e l’omonima spiaggia di “cocole”, come vengono chiamate in dialetto siciliano le tipiche pietre che costituiscono la scogliera che si affaccia sul Mar Ionio.
È su questi sentieri che si è svolta una delle attività principali del campo, ovvero il monitoraggio antincendio, che proseguirà per tutta l’estate in modo da prevenire che eventi incendiari di natura dolosa o naturale, come le alte temperature o eventi temporaleschi possano sfociare in incendi che compromettano ulteriormente lo stato della Riserva Naturale Orientata La Timpa.
La formazione dei volontari è stata quindi fondamentale per istruirli prima sui diversi rischi e le modalità di monitoraggio, le buone pratiche da intraprendere per essere promotori di comportamenti corretti da osservare all’interno della riserva, e competenze specifiche relative alla lettura delle mappe e alla cartografia – strumenti fondamentali per restituire correttamente le informazioni relative ai sentieri.
Ma quali informazioni? I volontari hanno mappato ingressi, accessibilità e percorsi, ma anche – con un’intera mattina dedicata proprio a questa attività – gli alberi vittime del rogo del 2018, segnalandone lo stato di salute attraverso strumenti di rilevazione.
Un’altra parte consistente del campo è stata dedicata alla pulizia dei sentieri: “Un’attività che avrà forse un piccolo peso rispetto al lavoro che ci sarebbe da fare per mantenere pulita la Riserva” afferma Filippo, uno dei volontari che ha preso parte al campo, “ma è pur sempre un punto di partenza”.
Perché se c’è una cosa che i volontari hanno imparato e sperimentato durante il campo è che le azioni individuali sono veramente efficaci solo quando si trasformano in modi di fare e di pensare collettivi: fintanto che la Riserva non sarà percepita come un bene comune da tutelare ci sarà ancora molta strada da fare.
Tanti anche i momenti di svago che hanno accompagnato la settimana del campo, a partire dalla possibilità di ritrovarsi insieme, socializzare e mettersi in relazione dopo tante limitazioni subite a causa della pandemia. E non è mancato neanche il tempo per qualche tuffo in acqua per togliersi di dosso la fatica!
L’esperienza dei campi di volontariato si rivela quindi ancora una volta vincente nell’instaurare un rapporto autentico col territorio in cui si opera, e a promuovere idee che faranno parte del bagaglio dei partecipanti anche oltre i confini della riserva, rendendoli cittadini più consapevoli.
Curiosi di sapere come è stato il viaggio dei nostri volontari? Sul nostro profilo Instagram trovate il foto-diario completo del campo, con foto, video e i riassunti delle singole giornate.
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