Autoprodurre è creare valore: l’esempio del fico d’india
di associazioneitaca
La gente ha voglia di stare insieme. Se questo era un dato evidente già prima della pandemia, ora è diventato un segnale fortissimo. Ce lo dicono le persone che partecipano agli eventi comunitari di Luna, che accolgono ogni iniziativa, sia essa di raccolta, lavoro manuale, sperimentazione, realizzazione e condivisione di cibo.
Autoproduzioni by Luna, molto più di una semplice etichetta
Le nostre autoproduzioni hanno, quindi, il carattere della socialità. Sono fatte di mani, parole e storie scambiate in cerchio, sono un po’ un tributo alla tradizione della nostra terra e alle sue persone che hanno sempre fatto insieme per il gusto di condividere, dalla salsa alle conserve, dal pane alle friselle. E così quando avrete tra le mani un prodotto Luna laboratorio rurale, non soffermatevi alla sola etichetta: la marmellata di cipolle, la riduzione e lo sciroppo di fico d’india (tra le autoproduzioni di Luna laboratorio rurale) sono fatte dalle e con le persone.
Eventi sociali, il nostro motore
Gli eventi sociali hanno forgiato la nostra essenza, sono stati carburante che alimenta il motore e forse, andando a ritroso, sono stati l’Appuntamento con le stagioni e con la terra: dalla semina al raccolto, alla trasformazione.
Gli ultimi eventi di cui vogliamo tenere una traccia per averne memoria ma anche per ringraziare quanti vi hanno preso parte sono stati:
- “Jam & Jam”, un evento dedicato alla preparazione della nostra apprezzatissima marmellata di cipolle;
- “Salsa e merende vol. 2”, la salsa di pomodoro comunitaria a ritmo di musica;
- la due giorni di fico d’India, “Opuntia”, nella quale abbiamo dimostrato anche ai più miscredenti quanto un frutto “spinoso” possa essere in realtà versatile e buonissimo da gustare in cucina, anche cotto.
V come Valorizzazione: il fico d’india.
Sciroppo, riduzione, cocktail, dolci e bomboniere
Il valore che la terra produce di stagione in stagione è immenso, basta saperlo cogliere e raccogliere. È il caso dei fichi d’india che abbondano nonostante la siccità quest’anno abbia particolarmente penalizzato la produzione e la resa agricola. Bastava osservare i terreni colti, ma soprattutto quelli incolti, per rintracciare molto facilmente i numerosi frutti maturi; altrettanto numerosi erano quelli caduti in terra, a ciglio strada. Un peccato assistere a tanta abbondanza sprecata.
Con Regina, nostra risorsa interna e amica, abbiamo pensato di indire una campagna di raccolta (estate 2021) che coinvolgesse quanti avessero alberi di fico d’india e che, non riuscendo a smaltire il raccolto, volessero cederlo anche solo in parte. L’idea era quella di dare corpo a un piccolo esperimento: provare a ricavare lo sciroppo di fico d’india e avviare una piccola produzione. Così, armati di buona volontà, siamo andati di agro in agro e, oltre alla produzione, abbiamo dato avvio ad appuntamenti come Opuntia, un’occasione da condividere con persone volenterose che, oltre a dare una mano con la pulizia dei frutti spinosi, fossero curiose di conoscere la versatilità e gli usi possibili del frutto, dello sciroppo e della riduzione, anche in cucina (abbiamo sostenuto Regina e la sua proposta con il Fondo progetti istituito grazie a Fondazione CON il Sud).
Il menù “spinoso” (e non solo) proposto per la giornata del 25 settembre, con la collaborazione di Cuoca a sentimento e la partecipazione di Katerina Procopiou, è stato il seguente:
– riso allo zafferano e fico d’india mantecato con burro di mandorle
– bucce di fico d’india panate (secondo una ricetta siciliana)
– omelette con pale di fico d’india (ricetta direttamente arrivata con @katerinaproco dall’isola di Syros Grecia)
– zucca al forno
– schiacciata di patate.
Appetitoso, vero?
La due giorni all’insegna del fico d’india è stata l’ulteriore prova di quanto stare insieme, con le persone, assaggiando pietanze nuove e riscoprendo sapori inaspettati possa davvero essere una delle strade possibili per valorizzare territori, idee e usi alternativi di materie prime mai esplorate.
Nulla è lasciato al caso, chiaramente. Per esempio, nei nostri aperitivi rurali abbiamo più volte proposto cocktail realizzati con lo sciroppo di fico d’india, ingrediente approvato e testato da un amico barman. In abbinamento alla vodka, il nostro sciroppo è fantastico!
Ad oggi contiamo una produzione di 300 bottiglie di sciroppo di fico d’india autoprodotte da Luna laboratorio rurale insieme a Piccapane e disponibili per essere vendute e diffuse tra bar e pasticcerie. Perché, oltre ai cocktail, il nostro sciroppo può essere impiegato come topping per torte e preparazioni dolciarie.
La valorizzazione, quindi, è un cammino che passa per la sperimentazione e lo studio, oltre che per la promozione e l’entusiasmo di chi ha larghe vedute e la voglia di sostenere coloro che operano in tal senso. Un altro esempio sono Paola e Michele che, per il loro matrimonio, hanno scelto una bomboniera alternativa e originale: la riduzione di fico d’india ideata, realizzata e confezionata da Luna laboratorio rurale.
La terra offre soluzioni e idee, basta saperle leggere, interpretare, provare e, poi, avere la testardaggine di portarle avanti. La terra è nostra maestra, anche nell’errore, nei tentativi sbagliati e in quelli buoni.
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