Biblioteche per il 25 aprile: viaggio nell’arte della Resistenza
di liberacompagniaassociazioneculturale
SALENTO- Un vero e proprio “Viaggio nell’arte della Resistenza“, attraverso le sue immagini. La rassegna “Liberazione, esercizio di memoria”, a cura delle biblioteche salentine della rete “Leggere tra due mari“, si arricchisce di un approfondimento originale, a firma di Sara Rizzello, 24 anni, studentessa di Psicologia presso l’Università del Salento e tra i giovani collaboratori scelti per il progetto tramite apposito bando dell’Unione dei Comuni Andrano-Diso-Spongano (Lecce).
La ricerca di seguito pubblicata è il primo degli appuntamenti che affiancano “Inchiostro sulla carta“, la selezione di libri dedicata al 25 aprile e pensata per celebrare la Giornata mondiale del Libro e del diritto d’autore attraverso la pubblicazione dei consigli di lettura, ogni giorno alle 9.30 per tutta la settimana, sulla pagina Facebook di Leggere tra due mari.
LA LOTTA PARTIGIANA… IN IMMAGINI
Com’è noto, la Resistenza racchiude l’insieme dei variegati movimenti politici e militari che si svilupparono tra il 1943 e il 1945, dopo l’armistizio che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale, per opporsi al regime Nazifascista. Da alcuni venne definita come una “lotta di liberazione contro un invasore straniero” e i combattenti volontari sono conosciuti, in Italia, con il nome di Partigiani. Le loro azioni erano sia di tipo militare (guerriglia, sabotaggio) sia di tipo ideologico, con la produzione di scritti di opinione, documenti fotografici della realtà che vivevano e opere d’arte che ne denunciavano le barbarie. Molte opere sono state prodotte anche per celebrare l’eroico coraggio di persone che hanno sacrificato la vita per difendere i propri e altrui diritti e libertà.
Questa è la cifra, ad esempio, del lavoro dell’artista Adriana Filippi, che insieme alla madre si impegnò per fornire cure e conforto ai partigiani, trasformando la propria casa in un piccolo ambulatorio per offrire aiuto con mezzi di fortuna.
Il fotografo Felix De Cavero, di origini spagnole ma nato in Italia, visse in prima persona le lotte partigiane a Torino e il suo contributo più grande è quello di averci regalato le testimonianze più autentiche di quella realtà che oggi, dopo 76 anni, ricordiamo ancora con orgoglio.
MANIFESTO PER LA RESISTENZA ITALIANA, Guttuso, R. 1944
Il “Manifesto per la Resistenza italiana”, opera del pittore neorealista Renato Guttuso, intendeva celebrare il coraggio e la forza dei Partigiani italiani che si sono opposti al regime nazifascista, rappresentando la Resistenza come una grande mano che origina dalla rappresentazione geografica dell’Italia – trasmettendo così tutta la forza, l’impegno e il sacrificio di uomini e donne partigiani/e – mentre ferma l’azione nemica, anch’essa raffigurata come una mano che stringe un pugnale ed è intenta ad uccidere un prigioniero. L’identità del nemico viene rimarcata dal simbolo sul polso e sul pugnale, che rappresenta l’unione della svastica e del fascio. Il carico emotivo dell’opera viene veicolato attraverso i colori forti e intensi del nero, del blu e del rosso, che rappresenta il sangue dei caduti e la passione che ha animato l’intera lotta partigiana.
RESISTENZA AL FEMMINILE
Le donne partigiane furono numerose, sebbene per molto tempo non sono stati riconosciuti la loro partecipazione e il loro apporto. Coinvolte in tempi e modi diversi, nelle zone rurali le donne maturarono un sentimento e una conoscenza antifascista più lenta e all’interno dell’ambiente familiare; in città, invece, dove le donne rivestivano più spesso cariche professionali, si ritrovarono direttamente colpite dalle restrizioni del fascismo, che intendeva relegarle ai soli doveri domestici e familiari, e, di conseguenza, si dedicarono subito alla lotta antifascista. L’azione delle donne partigiane si concretizzò nei compiti più disparati: il primo soccorso, la cura di feriti e ammalati, la provvista di cibo e indumenti; si cimentarono in attività e riunioni politiche e imbracciarono le armi partecipando attivamente alla lotta; superavano abilmente i blocchi nemici, grazie al vantaggio di essere esenti da perquisizioni, e portavano armi e informazioni tra le varie basi militari, con una pratica definita “staffetta”, che veniva effettuata perlopiù da giovani tra i 16 e i 18 anni. Le donne iniziarono a dimostrare il loro valore e la loro importanza, tant’è che fu in questo periodo che intrapresero la lotta all’emancipazione femminile. Molti i ritratti fotografici a loro dedicati.
LA RESISTENZA IMMORTALE
L’artista Renato Guttuso, autore del Manifesto Partigiano, disse che anche l’arte è necessaria «per resistere e dunque proteggere i valori e le libertà che ci rendono umani».
Ancora oggi attraverso l’arte di strada si celebra il coraggio di persone che si impegnano nella lotta per la difesa della dignità, dei diritti e delle libertà di ogni essere umano ed è fondamentale ricordare che quella lotta non può e non deve essere solo personale, ma c’è bisogno di unità e sostegno per difendere una causa importante. Uno degli esempi di contemporaneo è il movimento “Black Lives Matter”, che dimostra che l’unità di persone di ogni etnia ed estrazione sociale può creare una gran voce e produrre un cambiamento. “La lotta e la Resistenza – conclude Sara Rizzello, curatrice della ricerca – non sono privi di sacrifici e dolore, ma sono fondamentali per garantirci il rispetto che ci spetta per considerarci Esseri Umani”.
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