“Io non abbocco” di Vincenzo Tancredi
C’è la “Buona samaritana”, che fingendo di interessarsi agli acciacchi di salute di un’anziana signora conosciuta ai giardini pubblici, le sfila dalla borsetta le chiavi dell’appartamento, correndo quindi a saccheggiarlo di denaro e preziosi. O il “Nipote ritrovato”, un signorotto sulla quarantina che, dopo aver origliato una conversazione al mercato, riesce a spacciarsi per il perduto parente di una donna emigrata decenni prima dalla Toscana: lei lo inviterà in casa per un caffè, lui la ringrazierà derubandola di collane, anelli e centinaia d’euro in contanti. E ancora, una pletora di false divise, falsi incidenti stradali, falsi tecnici del gas e della luce: perché quello dei truffatori è un mondo variopinto e a volte surreale; ma le storie raccontate dagli anziani che vi finiscono dentro tendono spesso a somigliarsi tra loro.
L’allarme sociale costituito dal proliferare di queste e altre mille truffe perpetrate a danno degli anziani, fascia debole nel nostro contesto di vita quotidiana, ha indotto il sovrintendente della Polizia di Stato, Vincenzo TANCREDI, a trasfondere in un libro, che ha intitolato “IO NON ABBOCCO” , tutta l’esperienza maturata ed accumulata nel servizio presso la Questura di Torino in favore dei cosiddetti individui vulnerabili
L’autore descrive nel suo libro tutta una serie di episodi emblematici della tipologia di approccio dei “Truffatori” nei confronti delle vittime ultra sessantacinquenni: si va dal ritrovato fantomatico nipote all’affettuosa ex alunna; dall’amico del parente che sollecita un immediato intervento economico d’emergenza all’ipnosi ed all’ assoggettamento della psiche del malcapitato. Insomma tutta una serie di esempi e fatti vissuti che portano comunque ad un depauperamento delle sostanze della vittima.
Il libro, peraltro distribuito per lo più gratuitamente dall’autore, rappresenta un primo ed immediato aiuto per chi si identifica con la fascia sociale a rischio, aprendo gli occhi e suggerendo attenzione e modalità di comportamento agli anziani, vittime sacrificali dei raggiri dei vari ed astuti truffatori.
A «Io non abbocco», già donato da Tancredi a buona parte di quei pensionati che incontra per professione, seguirà un nuovo libro, questione di mesi. Scritto sempre in modo semplice, diretto, ma che, questa volta, non si rivolgerà soltanto a chi il crimine lo subisce. «I racconti avranno per protagonisti anche i giovani. Quelli che vivono in realtà difficili e che rischiano, a loro volta, di diventare delinquenti. Se anche loro leggeranno queste pagine, magari il dolore e la sofferenza delle vittime potrà dargli la forza di seguire un’altra strada».
E se il ricavato della prima opera, è stato devoluto alla Fondazione Specchio dei tempi, questa seconda prova servirà a finanziare le trasferte dell’autore. «Non ho mai pensato di trasformare questa passione in un affare. Voglio solo raggiungere il maggior numero possibile di persone. Con un messaggio facile per tutti, immediato. Perché, in fondo, non sono uno scrittore. Io sono un poliziotto».