Ginestra, tra lingua e cultura albanese

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Il piccolo borgo di Ginestra sorge su una collina di fronte al Monte Vulture. Il suo nome pare derivi dalla pianta di ginestra molto diffusa lungo i pendii di tutto il territorio. Le sue origini risalgono ai Longobardi a cui seguono i Normanni, ma poi rimase per un periodo abbandonato.

La storia

Nel 1478, Troiano Caracciolo, feudatario di Ripacandida, diede ai greco-albanesi il permesso di edificare in quella zona che, originariamente si chiamava Lombarda Massa, ovvero il podere “mansus”. Così una comunità di esuli albanesi, guidati dal condottiero Francesco Zhura, fondò il piccolo borgo costruendo case e diffondendo la propria cultura e le proprie radici. Inizialmente era una frazione di Ripacandida ma nel 1965 il borgo ottenne l’autonomia amministrativa e divenne un comune libero e indipendente.

Usi e tradizioni

Le origini albanesi continuano a vivere nella lingua, negli usi e nelle tradizioni della gente. Infatti il borgo, costituisce, insieme a Barile, Maschito, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese, la minoranza etnico-linguistica arbëreshë. Ancora oggi gli anziani a Ginestra parlano la lingua dei loro avi, retaggio prezioso ed inalienabile che li tiene legati alla loro terra d’origine. Se da un parte la lingua e i canti popolari rivivono ancora oggi, come negli altri paesi albanofoni, dall’altra molti riti e tradizioni sono scomparsi. Uno dei motivi fondamentali di questa perdita è sicuramente la sospensione del rito ortodosso da parte dell’allora Vescovo Diodato Scaglia nel lontano 1627. Così Ginestra abbandonò il rito dei padri e si unì alla chiesa di Roma. La protettrice del paese giunge da oriente: la Madonna di Costantinopoli.

Il patrimonio religioso

In Via Maria Santissima di Costantinopoli, spicca il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli, edificato nel 1588, ma nel 1935 sottoposto ad una serie di rifacimenti che ne hanno stravolto la struttura originaria. Sull’altare maggiore è esposto l’affresco della Madonna di Costantinopoli, d’impianto cinquecentesco, ma completamente ridipinto. Interessante, per le espressioni del volto della Madonna e di Gesù Cristo morto, anche la cinquecentesca tela dipinta a olio raffigurante la Pietà, posta a sinistra dell’altare. Inoltre, rapiscono l’attenzione i dipinti a olio su tela posti in alto a destra sulla parete interna del portale che ritraggono la Madonna del latte con San Carlo Borromeo e San Nicola.

Tra i tesori sacri troviamo anche la cinquecentesca chiesa madre dedicata a San Nicola che domina la scena nell’omonima piazza.

Le origini albanesi di Ginestra continuano a vivere in alcune manifestazioni religiose come la festa che si celebra proprio in onore della Madonna di Costantinopoli, protettrice di Ginestra. Il giorno di Pentecoste, la Vergine è al centro di solenni festeggiamenti che culminano in una processione per le suggestive stradine del paese.

I sapori

Nella prima settimana di agosto si svolge la Sagra dei Piatti Tipici Arbëreshë mentre ad ottobre il “Borgo dei Sapori Arbereshe”. In queste occasioni, le botteghe allestite nelle tipiche viuzze del centro storico propongono ai visitatori la degustazione e la dimostrazione dell’intero ciclo di produzione dei prodotti tipici locali: vino, olio, formaggi, erbe, pasta, conserve, carne e dolci. Il paese diventa una piazza del gusto dove poter assaggiare un ricco menù, tra gli antipasti troverete salsiccia, capocollo, soppressata, peperoni friggitelli, caciocavallo e zucchinee e tra i primi piatti i cingul (cavatelli) e liakra (un’erba commestibile). E ad accompagnare questo ricco menù non può mancare il vino Aglianico del Vulture DOC.

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