Parco del Vulture, tesoro lucano da tutelare
di svalegambientepotenza
Il Parco del Vulture è un’area naturale protetta della Basilicata che si estende, per 57.496 ettari, alle pendici del Monte Vulture, antico vulcano spento. Il suo territorio si contraddistingue per un’elevata biodiversità sia vegetale che animale. In quest’area è possibile osservare un notevole numero di habitat e specie protette che, insieme alle coltivazioni, contribuiscono a creare panorami irripetibili e preziosi. Il Parco comprende i comuni di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero, Ripacandida, Ruvo del Monte e San Fele.
Questa incantevole area si mostra in tutta la sua bellezza e unicità grazie alla ricchissima biodiversità dovuta alla varietà dell’ecosistema e ai differenti climi. Da qui deriva la singolare diversificazione del paesaggio, caratterizzato da un’alternanza di montagne e colline, prati in fiore e fiumi, laghi e fitti boschi. In questa vastità rientrano anche i meravigliosi laghi di Monticchio. Scopri di cosa si tratta.
Il territorio è caratterizzato da una straordinaria varietà di ambienti, che sfumano gradualmente l’uno nell’altro. Le pendici esterne del Vulture, infatti, presentano una successione tipica di forme di vegetazione, influenzata principalmente dall’altitudine. Sappiamo che fino a 600-700 metri, le falde sono ricoperte da campi di cereali, da vigne e oliveti mentre salendo di quota prendono il posto il castagno, querceto e la faggeta. Allo stesso modo, la complessità degli ambienti naturali del Parco hanno consentito il permanere di una fauna ricca e diversificata, che annovera numerose specie protette.
Curiosi di sapere qual è l’emblema del Parco?
Non poteva che essere una delle tante unicità del territorio.
Il suo simbolo è la Brahmaea europea, falena dalle tinte sobrie che dal neolitico ha trovato nei boschi del Vulture il suo naturale habitat. Scoperta dall’entomologo altoatesino Federico Hartig, rappresenta un relitto dell’ultima glaciazione e l’unica rappresentante europea della famiglia Brahmaeidae. Era l’aprile del 1963 quando Hartig si recò per una spedizione entomologica nelle foreste intorno ai laghi di Monticchio. In quella occasione vide atterrare ai suoi piedi una falena di discrete dimensioni, che, si rese subito conto, non assomigliava a nessuna specie conosciuta sino a quel momento. Successivamente, ne avvistò altre in località Grotticelle, nella zona compresa tra i laghi di Monticchio e l’antica fiumara di Atella. Così, nel 1971, proprio in seguito a una proposta fatta dallo stesso Hartig, è stata istituita la Riserva Statale Orientata Grotticelle e nel 1984 la Riserva Regionale Lago piccolo di Monticchio.
Dopo questa scoperta, la Brahmaea non solo è diventata la protagonista del territorio del Vulture ma anche il simbolo del Parco naturale regionale istituito nel 2017.