Monticchio, scrigno di biodiversità, arte e storia
di svalegambientepotenza
Diamo il via al virtual walking tour del progetto Lake B.E.S.T con l’approfondimento sul luogo simbolo del territorio del Vulture: i laghi di Monticchio.
I laghi di Monticchio, a circa 660 metri di altitudine, rappresentano un vero e proprio scenario bucolico. Il Monte Vulture, un antico vulcano inattivo, custodisce sulle sue pendici, due meravigliosi specchi d’acqua divisi solo da una striscia di terra larga poco più di 200 metri.
Sono gioielli imperdibili della Basilicata dove è possibile non solo godere della natura incontaminata ma anche di arte e storia. Proprio questo connubio li rende, da molti anni, una meta ambita da visitare, soprattutto nelle stagioni più calde.
Pensate che, storicamente, i laghi sono stati prima luogo di svago dell’imperatore Federico II di Svevia, che amava cimentarsi nella caccia con il falcone e poi luogo di riparo per luogotenente dei briganti Carmine Crocco ed i suoi subalterni Ninco Nanco, Giuseppe Caruso e Giovanni Coppa.
Quindi, cosa avrà attratto i visitatori, negli anni, in questo luogo? Scopriamolo insieme.
I laghi
I laghi, entrambi di forma ellittica, seppur comunicando tra loro hanno un colore diverso. Il lago Grande, con un perimetro di 2200 metri, ha una colorazione olivastra, tendente al marrone per il suo fondale fangoso, mentre il lago Piccolo, con perimetro 1800 metri, ha acque tendenti al verde smeraldo per via dei fondali formati da pietre vulcaniche e fango.
Ma ciò che è ancora più sorprendente è il fenomeno che si osserva quando le temperature scendono. Durante l’inverno, il lago Piccolo assume una colorazione bronzea-giallastra e non più il solito verde smeraldo.
A seguito di alcune analisi è emerso che, il cambiamento del colore sarebbe dovuto all’origine vulcanica del lago. Infatti, quando la temperatura dell’acqua superficiale diminuisce, l’acqua del fondo risale e quella della superficie, più fredda e pesante, scende. Essendo l’acqua del fondo ricca di ferro, nel giro di 24 ore, al contatto con l’aria si ossida dando così vita a una colorazione giallo ruggine.
Sappiamo, inoltre, che è il lago Piccolo, a quota 658 metri, ad alimentare quello Grande tramite un piccolo ruscello. Entrambi hanno la temperatura più elevata tra tutti i laghi d’Italia.
In questo territorio, dal 1971, è presente anche la Riserva naturale regionale Lago Piccolo di Monticchio.
Riserva naturale regionale del Lago Piccolo di Monticchio
La riserva è nata in seguito alla scoperta, nei boschi di Monticchio, di una specie rara di farfalla notturna, tecnicamente nota come “Acanthobrahmaea” e anche chiamata “Brahmaea europaea”. La scoperta, per opera dello studioso altoatesino Federico Harting, risale al 1963. Successivamente, nel 1971, fu istituita la riserva proprio allo scopo di tutelare la rara Brahmaea Europea.
Dunque, è chiaro che Monticchio rappresenta un luogo incontaminato dove vivono numerosissime specie faunistiche, avifaunistiche e vegetali. Lungo le rive troviamo i roveri e i faggi mentre nelle acque le ninfee. Tra gli imponenti cerri, ontani, pioppi e conifere vivono indisturbati lupi, tassi, cinghiali, istrici, volpi, ricci, ghiri, donnole, faine, puzzole, scoiattoli neri, moscardini e lontre. Mentre, nei due specchi di acqua nuotano i persici reali, le trote e l’alborella vulturina.
Nelle stagioni più calde è possibile effettuare piccole gite in barca o affittare pedalò per brevi escursioni. Per gli appassionati del trekking, delle passeggiate a cavallo oppure in mountain bike, si ha la possibilità di raggiungere l’Abbazia di San Michele Arcangelo.
Abbazia di San Michele Arcangelo
Riflessa nelle acque del Lago Piccolo, offre un affascinante panorama sui laghi. È un edificio religioso la cui costruzione risale all’VIII secolo d.C., intorno ad una grotta abitata da monaci basiliani. L’abbazia passò poi ai benedettini, ai cappuccini e poi all’ordine militare costantiniano.
L’intero complesso è costituito da un convento a più piani, una chiesa settecentesca e la cappella di S. Michele. La Grotta dell’Angelo dedicata a San Michele è adornata da affreschi risalenti alla metà dell’XI secolo ed era il luogo dove si riunivano in preghiera i monaci che anticamente abitavano la zona.
Nei primi due piani dell’Abbazia ha sede il Museo di Storia Naturale del Vulture, inaugurato il 20 dicembre 2008.
Museo di Storia Naturale del Vulture
Il museo offre un’interpretazione autentica della storia del Vulture. È possibile avere informazioni sulla formazione geologica dei laghi e scrutare reperti preistorici oltre che visitare una sezione dedicata alla farfalla notturna Bramea e all’entomologo altoatesino Federico Hartig.
Il museo è il risultato di un equilibrio tra due idee di museo: quella tradizionale, riferibile alla museografia classica, con una funzione conservativa e scientifica, e quella di museo di recente concezione che pone l’obiettivo di educare attraverso l’interazione e l’intrattenimento.
Seguiteci sulle pagine Facebook di Lake B.E.S.T per scoprire le altre bellezze del territorio del Vulture attraverso i nostri racconti.
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