Oltre il disagio psichico, attraverso il gioco le vite si raccontano
di unfioreperlavita
E’ una giornata di sole, una pausa nelle settimane di piogge ed è anche il giorno della settimana dedicato ai giochi da tavolo. Si gioca a Monopoli e con Francesco, Maurizio, Vincenzone e Vincenzino è più divertente del solito. Tra una vendita ed una concessione, quella che si racconta è la storia di chi va oltre il disagio psichico. Ad Aversa in provincia di Caserta, la bella esperienza della Fattoria della Salute parla di condivisione di vite e desideri prima ancora degli spazi.
Il venerdì è la giornata dei giochi da tavolo e oggi, come tutti i venerdì sul tavolino nel grande giardino a pochi passi dagli orti sociali (nati grazie alla collaborazione di alcuni contadini che hanno accettato tra una semina ed un raccolto di verdure biologiche di parlare con ragazzi e ragazze con disturbi dello spettro autistico, con disagi psichiatrici e con patologie non sempre serenamente accolte), si gioca a Monopoli. Attorno al tavolo ci sono Francesco che pare essere il più esperto e anche il più deciso a vincere. C’è Maurizio di 34 anni con una storia familiare difficile. “In questo momento ho bisogno di rilassarmi un po’, mi sono molto stressato in questo ultimo periodo e ho bisogno di rallentare”, dice suscitando una silente condivisione a specchio in chi lo ascolta. Ci sono poi i due Vincenzo. Francesco al primo più alto e di corporatura più massiccia lo chiama Vincenzone. Il secondo, decisamente più esile e sfuggente è Vincenzino. Abitano insieme in un gruppo appartamento autogestito grazie ai budget di salute, a San Cipriano D’Aversa in via Po ma tutte le mattine raggiungono la Fattoria della Salute, negli splendidi spazi della Fattoria Fuori di Zucca ad Aversa nel Parco dell’ex Maddalena, nel Casertano. La Fattoria della Salute, è un progetto esemplare ideato durante il primo lockdown della pandemia Covid 19, con il desiderio di dar delle risposte alle persone con particolari necessità. Persone che erano come tutte rinchiuse in casa ma che non potevano starci a lungo perché quella clausura forzata avrebbe fatto perdere tutti i passi in avanti compiuti a fatica con terapie e relazioni studiate. La sensibilità di alcuni operatori, educatori e psicologi si è così presto trasformata in un progetto con il sostegno di Fondazione CON IL SUD e con un partenariato significativo. Una rete sociale che vede la cooperativa ‘Un Fiore per la vita’ con il ‘Consorzio Nco’, ‘Terra Felix’, l’Asl, ‘La forza del Silenzio’, ‘Un Mondo Blu odv’ e ‘Omnia Onlus’.
“Qui, mi sento libero di piangere perché so che nessuno mi giudica. Mi posso sfogare con la certezza di essere ascoltato e di risolvere i pensieri che a volte mi ingombrano la testa. Ho degli amici e mi piace trascorrere qui del tempo con loro. Qui sono arrivato ad ottobre e credo che non me ne andrò. Ho cominciato a fumare molto presto, indotto dalle cattive compagnie che mi spingevano ad andare sempre più in là e ad un certo punto anche i più forti limiti si sono rotti e ne sono rimasto travolto. Un giorno ho avuto un brutto incidente e dopo tutto quello che ho fumato e ho bevuto non mi sono più ripreso” racconta Francesco. A scuola gli piaceva studiare matematica ed inglese. “La matematica la ricordo ancora e mi piacerebbe ricominciare a studiarla, prima però devo impegnarmi ancora un po’ per stare bene e convincere i miei genitori a fidarsi. Quando sentirò di farcela – confessa Francesco– ne parlerò con mio padre”. I suoi problemi di dipendenze non si sono fermati alla droga e all’alcol ed è ancora in cammino per liberarsi del gioco e da una eccessiva assunzione di caffè.
Il gioco va intanto avanti e i quattro amici accettano anche di parlare delle loro qualità. Francesco ama gli animali e i bambini, “perché – dice- quando vogliono bene lo fanno veramente senza tradire”. A Vincenzone piace avere tutto sotto controllo e così anche in casa si preoccupa delle cure domestiche. “Se assicuro una cosa la faccio, non mi piace illudere le persone. Non lo sopporterei per me e non lo faccio agli altri”. Un mantra che dovrebbe essere di tutti. Vincenzino non ama parlare di sé, è nel buio della depressione. Sua figlia di 11 anni è affetta da autismo severo e dinanzi ad una delle tante manifestazioni violente, lui non è riuscito a sostenere la realtà. Maurizio è impegnato a ritrovare il suo equilibrio. “Tento di risollevarmi e nonostante tutto – dice- trovo sempre la forza per tentare di rimettermi in piedi”. È il tempo della pausa e gli educatori si assicurano che il vento non porti via punti e conquiste.
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