I Piccoli Comuni Welcome a Parigi, Alliance Migration
di piccolicomuniwelcome
L'”Alleanza Migrazione” c’è.
Due giorni di lavoro, cinque ateliers, un pomeriggio di scrittura, una conferenza stampa, la “Carta dei Paesi accoglienti” è nata ieri mattina a Parigi, al Museo Internazionale delle Migrazioni, in un freddissimo 4 ottobre.
Cinque gli ateliers di lavoro:
1) Migranti: attori e cittadini nelle nostre città;
2) Co-costruire le nostre politiche accoglienti: un’opportunità di reinventare localmente le nostre democrazie;
3) Raccontare un’altra storia sui migranti
4)Tutti impegnati e solidali per una accoglienza dignitosa nelle nostre città-frontiera;
5) Pensare le migrazioni al di là dell’urgenza per una visione globale della cittadinanza.
Da essi, il documento finale costituito da:
– due princìpi di azione per l’Alleanza:
1) per costruire le politiche di accoglienza sono necessari spazi di concertazione e cooperazione tra tutti gli attori del territorio (migranti, associazioni, amministratori, eletti, ricercatori);
2) per cambiare lo sguardo sulle migrazioni bisogna concedere spazio ai migranti nella elaborazione delle politiche pubbliche.
– otto proposte di azione per gli attori dell’Alleanza:
1) favorire e valorizzare le iniziative in favore di una cittadinanza “di residenza” (cittadinanza di residenza locale e cittadinanza universale);
2) rendere visibili le pratiche di accoglienza alternative e costruire una riflessione sulla loro sostenibilità;
3) rendere visibili e comuni le denunce di violazione dei diritti umani o di criminalizzazione degli attori della solidarietà;
4) organizzare dei dibattiti cittadini per costruire e condividere una narrazione alternativa della migrazione;
5) appoggiare il rifiuto della “esternazionalizzazione dei confini”. I membri dell’alleanza devono stare attenti a non rendersi complici di questa esternazionalizzazione, particolarmente attraverso finanziamenti proposti dai donatori pubblici;
6) portare in seno all’Alleanza la domanda di redistribuzione delle competenze e di conseguenza di mediazione tra Stato e autorità locali;
7) contribuire alla creazione di un GIEM (gruppo internazionale esperti sulla migrazione);
8) proporre un calendario di incontri con le reti esistenti per pensare alle migrazioni al di là della “urgenza”.
Il perché di questa Alleanza va cercato negli ultimi anni.
Nell’edizione del 2016 del Forum Sociale Mondiale di San Paolo. Molte “reti” internazionali di solidarietà e molti rappresentanti di città impegnati a difendere l’accoglienza nei loro territori, lanciano un appello 《…per la costruzione di una alleanza tra movimenti sociali e le autorità locali per arrivare ad una “cittadinanza universale” e alla costruzione di una governance alternativa delle migrazioni internazionali…》.
Nel marzo 2018 la città di Grande-Synthe organizza una convention internazionale sull’accoglienza e le migrazioni e lancia il progetto di costruire una Rete di rappresentanti eletti dai cittadini desiderosi di prendersi cura di questo problema.
Qualche mese più tardi, il progetto “Snapshots Form The Border” fu lanciato per creare una Rete di città-frontiera europee.
Nel settembre 2018, viene costituita ufficialmente l’ “Associazione nazionale delle Città e dei territori accoglienti”, che durante questi due giorni di lavoro a Parigi ha emanato dunque il proprio “documento” ufficiale, composto da due princìpi e otto azioni, che vi abbiamo appena riportato.
Rafforzare il dialogo tra autorità e società civile, difendere i valori fondamentali con azioni concrete, difendere l’immagine positiva delle persone migranti: l’Alleanza formatasi ieri dimostra che bisogna non cedere alle “sirene del populismo” che utilizza la miseria, la disperazione, la sofferenza ai fini elettorali; attesta che esistono soluzioni concrete per risoettare i diritti umani fondamentali delle persone accolte.
Ricordiamo che il “Manifesto per una Rete dei Piccoli Comuni del Welcome” è nato nel pensiero e nella scrittura tra ottobre e dicembre 2016 ed è stato presentato ufficialmente nel febbraio 2017.
Questo vuol dire che “la marcia silenziosa” dei 60 milioni di migranti di cui abbiamo parlato nel nostro Manifesto non ha fatto interrogare solo noi, ma sta costringendo a risposte etiche, sociali, civili e politiche anche il resto del mondo.
E se la Rete dei Piccoli Comuni del Welcome parla e lavora con territori che rischiano lo spopolamento e guardano all’arrivo di altre persone come ad una possibilità concreta di continuare a sognare il futuro, ANVITA e l’Alleanza Migrazioni parlano con città grandi che hanno il problema opposto, cioè quello di “soffrire” una accoglienza ed una integrazione da una parte volute e dall’altra mal regolate dallo Stato che spesso soffoca l’autonoma dei Sindaci e li costringe ad accettare, quindi ad attuare, politiche di accoglienza di “emergenza” che rendono impossibile la vera integrazione e la progettazione del percorso di incontro tra chi arriva e chi già c’è.
Ora si attende una proposta sul “lato B” dell’accoglienza, cioè un ragionamento sul “post” accoglienza, vale a dire l’assorbimento delle persone migranti nei processi lavorativi; l’interazione con gli autoctoni e i modi per favorirla; una visione di medio-lungo periodo di sviluppo territoriale rinforzabile grazie all’arrivo di persone nuove con esperienze nuove e diverse; una strategia di comunicazione che vada oltre l’informazione resa agli autoctoni per “non spaventarli” dall’arrivo di persone migranti; un disegno su un sistema “locale” di accoglienza da proporre concretamente allo Stato, agli Stati, che non consentono attualmente una autonomia al potere locale, in un dualismo irrisolto che sta creando problemi di co-gestione del fenomeno.
In ogni caso, questa Alleanza è un rompighiaccio importante, potrebbe essere davvero imponente se continuerà a raccogliere adesioni non solo da singole associazioji, ma anche di Reti già esistenti.
Parigi ci ha messi a confronto, ci ha dato conferme e creato stimoli critici, ci ha rafforzato e fatto guardare al “tanto” che in Italia, nel silenzio colposo di stampa e politica (anche di sinistra), è stato costruito grazie al Sistema Sprar che ha narrato di una accoglienza di poche persone in molti comuni, di progetti sulle persone migranti inserite nel progetto più ampio di sviluppo del territorio che le ha accolte, di una inte(g)razione senza paure perché assorbita e tenuta dalle regole chiare e obiettivi condivisi.
Salvini, che tutti a Parigi associavano al quartetto con Trump, Bolsonaro e Orban, ha lasciato terra bruciata e semi di odio, ma soprattutto ha creato delusione e incertezza sulla reputazione dell’Italia sul piano politico internazionale. Ed ora dobbiamo solo ricostruire.
Da Parigi, dalla forza delle Reti e delle alleanze tra Reti e persone aperte verso gli altri, noi possiamo ripartire.
La nostra “Rete dei Piccoli Comuni del Welcome” valuterà l’eventuale adesione all’Alleanza migrazioni.
Siamo consapevoli che c’è un’altra marcia silenziosa: quella del Bene e delle persone del Bene stanche di aspettare e di restare a guardare.
di GabriellaDeboraGiorgione
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Leggi qui l’articolo di Angelo MORETTI su Vita.it
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