Contro il razzismo, raccontare la realtà oltre la percezione
Nell’ambito del progetto “Io come te. Percorso di introspezione sociale contro la violenza” e per il rispetto delle differenze, promosso da Agedo Lecce e sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, l’Associazione Philos Multiculturale presenta il convegno “Contro il razzismo, Raccontare la realtà oltre la percezione”. Domenica 16 dicembre appuntamento alle ore 18 presso la sala “Karol Wojtyla” in Piazza Caduti a Martano.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco del Comune di Martano Fabio Tarantino, introdurrà il tema Ilaria Zacheo, presidente dell’Associaziazione Philos per poi lasciare spazio all’intervento di Guido Viale, saggista, sociologo, giornalista de Il Manifesto e autore del libro: “Rifondare l’europa. Insieme a profughi e migranti”.
La parola passerà poi a Antonio Ciniero, docente dell’ Università del Salento e membro dell’ International Centre of Interdisciplinary Studies on Migrations (I.C.I.S.MI.) e a Mauro Zacheo, consigliere del Comune di Martano delegato all’accoglienza.
A conclusione degli interventi la testimonianza di Danyal Sarwar, beneficiario del progetto territoriale Sprar “Martano Città aperta”.
Durante la serata verranno proposti brevi estratti dal libro “Parole oltre le frontiere, dieci storie di migranti”edito da Terre di Mezzo e sarà possibile visitare la mostra fotografica e poetica dal titolo “Quotidiane Epifanie”con gli scatti di Chiara Amato e Federica Fattizzo e i testi di Maira Marzioni.
L’intento del convegno è proporre attraverso vari linguaggi una fotografia della realtà delle migrazioni nel nostro paese, che oltrepassi le percezioni, e aumenti la conoscenza reale del fenomeno.
In un momento drammatico che vede l’acuirsi della violenza verbale, fisica, ma anche sociale, generata da politiche sull’accoglienza che minano i diritti fondamentali degli esseri umani e delle società civili, è necessario parlare di cosa accade veramente nei nostri territori, in Italia e in Europa.
Per farlo è doveroso non cadere in semplificazioni, prive di sostanza, ma raccontare la complessità vista dall’interno, da chi vive, lavora, documenta, studia la realtà migratoria.