Dalle notti in stazione al lavoro nei campi. Il riscatto di Paolo ha il profumo dell’olio d’oliva grazie ad “Hopeificio”

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In questo momento di blocco forzato di tutte le attività a causa del Coronavirus, ci piace poterci soffermare sulla storia di alcuni dei beneficiari del progetto “Hopeificio” promosso dalla cooperativa sociale Medtraining e sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD nell’ambito della terza edizione del “Bando Socio Sanitario”. Attraverso il lavoro svolto con la cooperativa sociale Ortovolante, seguiti dagli operatori e da un agronomo, i ragazzi con disabilità psichica coinvolti nell’iniziativa stanno perfezionando il loro percorso di formazione teorica e pratica connesso al ciclo produttivo dell’olio extravergine che prevede: potatura, raccolta delle olive, molitura ed imbottigliamento dell’olio.
Questa che vi proponiamo è la storia di Paolo, il suo percorso, che ha raccontato al giornale “Foglio di Via”.

«Essere impegnati aiuta a non pensare alle cose negative, ai problemi che ci portiamo dietro. Mi sento meglio. Da quando lavoro a questo progetto mi sento molto meglio. Prendo ancora qualche farmaco, ma sono pieno di vita, di voglia di fare, di lavorare. Forse, il momento più brutto della mia vita l’ho superato. Sono contento, perché finalmente mi sento bene». Paolo parla fissandomi con i suoi occhi azzurri come il mare e la lunga barba folta che continua a riparargli il volto dagli sguardi del mondo, della gente, dei passanti. E’ l’ultimo segno ancora visibile che racconta parte del suo passato non molto distante, fatto di emarginazione e sofferenza, di povertà e solitudine. Perché fino ad un anno fa Paolo dormiva nell’atrio della stazione di Foggia.

La vita da clochard – «Ho fatto per più di due mesi la vita del barbone. Non capivo più niente. Sono andato via di casa perché non stavo bene. Ho vissuto in totale povertà, mangiando quello che mi davano, toccando con mano il senso di emarginazione ed indifferenza delle persone. Mi sono ridotto in quello stato anche a causa della tanta droga che ho consumato in questi anni». Poi dentro di lui qualcosa si è mosso. E Paolo ha fatto leva su ciò che restava della sua forza di volontà. «Mi sono rivolto al Ser.T di Foggia ed ho iniziato lentamente a tornare a vivere come un essere umano. Sono tornato a casa, a Serracapriola, dai miei familiari. Ho iniziato a seguire un percorso di cure specifico al mio caso e poi sono stato indicato dal Servizio per le Dipendenze dell’Asl di Foggia tra coloro che potevano partecipare a questo progetto». E così, Paolo – insieme ad altri due compagni di viaggio con disabilità psichica – è tra i braccianti agricoli assunti dalla cooperativa sociale Ortovolante nell’ambito del progetto “Hopeificio” promosso da Medtraining e sostenuto da Fondazione CON IL SUD. L’iniziativa gode di un ricco partenariato pubblico e privato di cui fanno parte, fra gli altri:  l’ASP “Castriota e Corroppoli”, il Dipartimento di Salute Mentale Asl Fg, GAL Daunia Rurale.

Dalla strada al lavoro – Ha prima seguito un corso di formazione teorica per apprendere tutte le competenze necessarie nell’attività agricola, e poi ha fatto parte del gruppo di lavoro che lo scorso mese di ottobre ha raccolto le olive destinate ad essere trasformate in olio. E più precisamente, in ‘Volìo’. Non solo. Perché Paolo ed suoi amici si prendono cura del terreno, degli alberi e hanno seguito tutta l’attività di trasformazione della pianta in olio finito. «Lavorare mi fa sentire meglio. Anche essere pagato, gestire i soldi che guadagno per le mie giornate di lavoro, mi aiuta ad essere più responsabile, ad avere cura delle mie cose. E soprattutto, mi sento rispettato. Non credevo di poter avere una seconda opportunità e che ci fosse gente buona, disponibile ad avere fiducia in me. Adesso, spero solo che venga costruito quanto prima il frantoio per potermi occupare anche di questo». I tempi delle nottate in stazione e del cartone al posto del materasso sembrano ormai lontani per Paolo. Una nuova vita si è affacciata nel suo sguardo. E la vedi brillare nell’intenso azzurro dei suoi occhi e nella sua voglia di lavorare.

Agricoltura biologica, innovazione ed inserimento socio-lavorativo, sono le parole d’ordine dell’iniziativa che adesso si preparare ad affrontare la nuova sfida: la realizzazione su terreni di proprietà dell’ASP “Castriota e Corroppoli”, tra Chieuti e Serracapriola, di un frantoio che ha l’obiettivo di chiudere la filiera corta di produzione ed effettuare, oltre alla raccolta delle olive, anche la molitura e l’imbottigliamento che quest’anno sono state svolte presso un frantoio esterno.

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