Luigi rompe con l’Azzardo: “Sognavo le pettorine dei cani da corsa, ora il mio sogno è una vita normale”

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Da bullizzato a giocatore d’azzardo dipendente, Luigi 30enne del Napoletano ha scommesso su ogni cosa possibile ma con Game Over una nuova vita è possibile.

“Cominciai a sognare numeri e pettorine dei cani da corsa e allora mi resi conto che non potevo più continuare con quella vita”. Luigi, 30 anni di Arzano, Comune del Napoletano, scommetteva su tutto dai cani ai cavalli, dal Gratta e vinci al bingo on line, dal poker ai numeri a Lotto. “Nelle agenzie di scommesse aperte ormai ad ogni angolo del paese, mi chiamavano ‘u professore’ e mi sentivo onnipotente. Io che non mi ero mai sentito apprezzato e che forse neppure mai notato se non per essere bersaglio di offese e di bullismo”.

Bulli che secondo i ricordi di Luigi lo hanno bersagliato con ogni tipo di malsano atteggiamento, dalle offese alla derisione più spinta fino a vere e proprie azioni vessatorie. Lo misero in un carrello della spesa, lo chiusero in un bidone dell’immondizia, gli gettarono addosso un nido di vespe. Eventi e traumi che lo indussero a chiudersi in un mondo irreale e a cercare la gratificazione quotidiana nella dipendenza dal gioco d’azzardo. Si sentiva solo ed incompreso e mai pronto ad andare oltre quella coltre sociale che gli toglieva ossigeno. Fu così che alimentò la solitudine con mancate occasioni di socializzazione. Gli bastavano i numeri, gli schemi, le ‘bollette’ da giocare. Ad occhi chiusi vedeva solo linee, caselle e cifre che passavano veloci come su uno schermo delle agenzie.

“Ero una pallina di ping pong, uscivo da un’agenzia e ne entravo in un’altra, studiando le probabilità ed elaborando personali statistiche che qualche volta riuscivano pure ad avere un esito favorevole. Non era però vincere o perdere che mi interessava ma piuttosto l’adrenalina del gioco, mi entrava nel sangue come se me l’avessero iniettata togliendomi ogni controllo. Non consideravo neppure il premio delle scommesse, perse o vinte, un euro era come 3mila euro ed è impossibile raccontarsi delle favole quando dopo oltre 10 anni di totale dipendenza cominci a realizzare di esserti perso. Nulla riusciva a farmi sentire vivo ma la verità è che il gioco mi ha bloccato l’esistenza, mi ha rubato il tempo e non mi ha fatto vivere così come era giusto che io vivessi. Ora mi rendo conto che ho gettato sogni, volontà, aspirazioni ed affetti familiari nel tritacarne della dipendenza”. La prima volta che Luigi cercò aiuto era il 2017, fu sua sorella che ad andargli in aiuto. “Fu Mariagrazia, cinque anni più grande di me a rendersi conto che ero sull’orlo di un irrimediabile precipizio e mi tese la mano. Ci sono stati alti e bassi, dal 2019 a i primi mesi del 2023 è stato un periodo felice. Ho lavorato, ho cominciato a riconsiderare le piccole cose tentando anche di ricostruire quello che i bulli e l’azzardo, con il mio assoluto assoggettamento, avevano distrutto”.

Poi però, le difese messe faticosamente in campo si sono indebolite e Luigi è ricaduto in quel tritacarne delle scommesse. Un attimo e i frame di una vita trascorsa tra un’agenzia ed una schedina da giocare, gli passano avanti gettandolo nello sconforto. Non poteva ricadere in quell’incubo, decise di chiedere una mano ad un educatore del Serd di Acerra e da quel momento è entrato a far parte del programma Game Over. Un progetto sostenuto da Fondazione CON IL SUD e che è nato grazie ad un significativo partenariato capeggiato dalla cooperativa sociale ‘Officina dei Talenti’, con le cooperative sociali ‘Un Fiore per la vita’, ‘Regina Pacis’, ‘Il Millepiedi’, ‘P.a.s.s’. e l’Asl Napoli 2 nord. Con la cooperativa Officina dei Talenti, che ha lo scopo di reintegrare persone in difficoltà mediante il loro inserimento nel mercato del lavoro, Luigi sta lavorando grazie ad un Ptri- Pianto Terapeutico riabilitativo individualizzato.

 “Partecipo a tutti gli incontri di gruppo e sto prendendo molto sul serio il percorso di liberazione. Mi è stata data un’altra possibilità e so di non essere solo, so che molti mi vogliono bene e che stanno facendo il tifo per me e ho deciso di non deluderli. Se prima sognava le pettorine dei cani da corsa, ora sogno una vacanza, aspiro alla compagnia di amici e alla possibilità di avere una vita normale”.

a cura di Tina Cioffo

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