L’arte-terapia per ə bambinə di Casa Aurora
di portaapertacooperativasociale
Ormai da diversi anni l’arte viene spesso utilizzata come uno strumento di terapia per bambinə che hanno subito un trauma, come i minori vittime di violenza assistita. I figli e le figlie di donne vittime di violenza presentano di frequente sintomi di stress post-traumatico, problemi di sviluppo legati al trauma, difficoltà a parlare di eventi familiari e spesso mostrano ansia, reagiscono con iperattivazione (“iperarousal”) e/o con una risposta di “chiusura emotiva” che denota tutta la sofferenza ad accedere a ricordi traumatici e a verbalizzarli. L’arte-terapia, attraverso un lavoro di gruppo in un ambiente strutturato, interattivo e con livelli di ansia bassi, consente di facilitare il percorso terapeutico che ə minori affrontano con le pedagogiste, le educatrici professionali e le psicologhe di Progetto Aurora, insieme ad ulteriori trattamenti specialistici quando necessari e ad altri percorsi sportivi e ludici che condividono le stesse finalità dell’arte-terapia e di ogni altro strumento utilizzato per il benessere deə minori in carico, secondo i loro Progetti Individualizzati. L’uso terapeutico dell’arte facilita l’esposizione a spunti traumatici in modo meno diretto, permette la desensibilizzazione dell’ansia e delle sensazioni corporee spiacevoli, aiuta quindi i bambini e le bambini a raccontare e articolare le proprie emozioni e i propri pensieri senza dover per forza usare le parole che non riescono né vogliono dire, ma servendosi della grafica, dei colori, dei materiali con cui possono dare corpo al proprio sentire.
Grazie al finanziamento del progetto Free.Da, il servizio anti-violenza Progetto Aurora ha potuto attivare questo servizio per ə piccolə ospiti di Casa Aurora, la struttura protetta per donne vittime di violenza e ə loro figlə minori. Un servizio a cui Progetto non è nuovo e che, proprio per i benefici riscontrati, si è voluto attivare nuovamente rivolgendosi a un’arte-terapeuta professionista che già conosce il nostro servizio antiviolenza, la dott.ssa Stefania Rossi, affiancandola alla nostra pedagogista dott.ssa Maria Rita Virdis.
Il laboratorio, della durata di 12 ore, ha contribuito anche a rinsaldare la relazione con le madri che, a loro volta, intraprendono un percorso verso l’uscita dalla violenza e verso l’autonomia, anche col supporto del Progetto Free.Da che ha portato ad ampliare gli orari di apertura del CAV e, fra le tante attività, prevede anche la formazione di oltre 60 donne in carico agli sportelli antiviolenza di Progetto Aurora e di Macomer e l’inserimento socio-lavorativo di 10 donne.
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