Michele, Maestro Di Pizza E Di Umanità

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Tra le aziende che partecipano al programma FSOA c’è anche la pizzeria Le Coq di Corato del Maestro Pizzaiolo Michele Aucelli, dove da pochi mesi lavora Razak. E che è diventata, sul territorio, un presidio di inclusione

Di Razak abbiamo già parlato: della sua vita pugliese, dei suoi ventun anni appena compiuti e della famiglia che lo ha accolto considerandolo al pari di un figlio. Mancava la parte lavorativa, altrettanto importante nel suo percorso di inclusione. Per questo abbiamo intervistato Michele Aucelli, titolare della pizzeria “Le Coq” in viale Quattro Novembre a Corato (Puglia) dove Razak è stato assunto grazie al programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza e a Fondazione con il Sud. L’assunzione è arrivata in un periodo non proprio facile. “Siamo tornati alla normalità da un paio di settimane – racconta Michele – abbiamo sofferto per la chiusura causata dal coronavirus, ma pian piano ci stiamo riprendendo”.

Michele è un Maestro Pizzaiolo o, secondo altri, un pizzaiolo-chef. Uno che innova e sperimenta, come la pizza di farina di semola di grano duro che fa parte del suo menù, perché “bisogna sempre inventarsi qualcosa di nuovo”. Ma anche quando si entra in altri ambiti, Michele non si tira indietro: infatti è uno dei protagonisti di quella economia inclusiva che ha come obiettivo la costruzione di una rete concreta di solidarietà sul territorio.

Michele, da quanto tempo Razak lavora in pizzeria da te?
E’ stato assunto proprio qualche giorno prima del lockdown, in previsione del periodo estivo, quando si lavora un po’ di più. Poi purtroppo la pizzeria ha dovuto chiudere. Ma da quando abbiamo riaperto Razak è qui con noi.

Che mansioni svolge?
Di solito è impegnato nella fase della produzione, gestisce gli impasti. Man mano ricopre un ruolo sempre più importante. Gli do fiducia. Ora è anche a contatto con la clientela. Lo abbiamo “buttato” in mezzo alla gente ed è apprezzato da tanti. In una pizzeria il rapporto umano è importantissimo, non è come al ristorante. Di Razak sono contenti e sono contento anch’io. È stata una scelta giusta. La rifarei. Vedo in Razak tanta voglia di imparare, di impegnarsi per dare il meglio. Capisco che vuole costruirsi un futuro.

Com’è nata la scelta di partecipare a programma FSOA?
Avevo già avuto altre esperienze di questo tipo – di solidarietà – con altre associazioni perché sono stato docente come Maestro Pizzaiolo in strutture dove gli allievi erano persone svantaggiate. E alla fine del corso poteva capitare che i ragazzi venissero a esercitarsi da me.

Quindi la tua pizzeria è sempre stata un luogo di inclusione?
Bisogna credere nella solidarietà. Capire che anche sul lavoro si costruisce una famiglia, senza mettere distanze tra “titolari” e “lavoratori”, del resto passiamo tante ore a lavorare tutti insieme. La stessa cosa succede con Razak. Fa parte di questa famiglia che è la mia pizzeria.

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