Il Pane di Youssouf
di coopfoco
Non vedeva la sua famiglia dal 2013. Così, appena possibile Youssouf ha comprato un biglietto di andata e ritorno per il Senegal. Ha indossato un vestito elegante e a febbraio è partito. Quando l’aeroporto di Dakar ha sospeso tutti i voli per il Covid, non è potuto tornare in Italia e allora “si è tolto la corazza” e ha iniziato a fare il pane per la sua comunità, mettendo a frutto quello che aveva appreso nel nostro Paese
“E’ partito che sembrava un manager, vestito di tutto punto, ma quando è arrivato a casa si è tolto la corazza”. Cosimo Zanna racconta così la partenza di Youssouf per il Senegal a febbraio, un viaggio tanto desiderato durante il quale ha dovuto fare i conti con la pandemia e il lockdown, prolungando il soggiorno più del previsto. Ma non per questo Youssouf ha perso la voglia di fare. Anzi, ha dimostrato di avere “una grande forza di volontà, impegno, semplicità e simpatia”, perché si è rimboccato le maniche in maniera concreta e ha aiutato la sua comunità nel modo migliore che conosce: si è messo a fare il pane!
Youssouf ha lasciato il Senegal nel 2013. Ha attraversato l’Algeria e la Libia, dove è rimasto bloccato, poi si è imbarcato per l’Italia. Era da allora che non vedeva più la sua famiglia. Nel frattempo si è anche sposato per corrispondenza: il ritorno a casa durante le ferie serviva proprio per andare a trovare la sua neo moglie. Adesso in Italia, grazie anche a Fare Sistema Oltre l’Accoglienza e a Fondazione Con il Sud, lavora per conto della società Mange’nn Mange’nn che fa capo al gruppo Casillo. Per più di un anno è stato impiegato presso il punto vendita gestito da questa società all’interno di FICO Eataly World a Bologna. Ora che il punto vendita è chiuso a causa del Covid Yossouf è a Corato dove c’è la sede centrale del gruppo Casillo, ed è temporaneamente distaccato nella Selezione Casillo srl dove sta affiancando i maestri panettieri e pizzaioli nel testare i vari prodotti e fare dimostrazioni presso i clienti.
“E’ riuscito a far crescere il suo lavoro”, dice ancora Cosimo Zanna, segretario generale della Fondazione Casillo e punto di riferimento di FSOA in Puglia. È stato talmente bravo da riuscire a mettersi i soldi da parte e acquistare un biglietto di andata e ritorno per Dakar. Tornare nel proprio Paese con l’aereo è stata una soddisfazione: ne è una testimonianza il vestito elegante indossato con orgoglio da Youssouf per affrontare il viaggio, la cravatta a righe, il fazzoletto abbinato nel taschino, l’orologio. Quando ha riabbracciato i genitori, la prima cosa che questi gli hanno chiesto è stata “Come stai di là? Stai bene?”. E lui: “Sto bene, ho trovato una famiglia, mangio bene, dormo bene”. Li aveva sempre sentiti per telefono, ma loro non vedevano l’ora di vederlo. In Senegal è rimasto bloccato dal Covid. Perché il 23 marzo l’aeroporto di Dakar è stato chiuso, i voli sospesi. Impossibile tornare in Italia. Youssouf era preoccupato: “Non sapevo che fare. Ho chiamato Cosimo e mi ha detto stai tranquillo, qui ti aspettiamo, tornerai quando sarà possibile”. Nel frattempo ha tolto il vestito elegante e si è messo a sfornare sfilatini, come ha imparato dal suo maestro panettiere Matteo Cavuoto. A fine luglio è riuscito a prendere l’aereo per l’Italia, è stato in quarantena a Bologna e da agosto si è trasferito a Corato, dove “se incontri qualcuno per strada ti dice ciao come stai”.
“Qui sto imparando anche a fare i dolci e la pizza. Guardo e chiedo. Paolo mi ha insegnato a fare i cornetti. Voglio imparare tutto”. E impara anche le differenze tra un procedimento e l’altro. Il pane, per esempio, viene lavorato in maniera diversa “qui” (in Italia) e “là” (in Senegal). Là ci vuole acqua fredda, sale, lievito e farina. Non bisogna mettere l’impasto in frigorifero. Lo si mette in magazzino per farlo lievitare per più di tre ore. Quando è lievitato, lo si tira fuori e lo si inforna. Qui nell’impasto bisogna mettere anche l’olio, e per farlo lievitare va messo in frigo. Quale tra i due ti piace di più? “Il pane è sempre buono” risponde Youssouf.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro, Youssouf? “Alcuni miei amici dicono che vogliono andare in Germania o in Francia. Io sto bene qui”. E tua moglie? “Mi piacerebbe farla venire in Italia, ma è difficile, bisogna sistemare i documenti. Però appena posso la vado a trovare, ora lei vive con la mia famiglia”.
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